A tutti piace fare YO, solo ci sfugge il perché.
Yo è una nuova app che permette soltanto di inviare uno “Yo” a chi volete. Yo è anche l’app che ha fatto guadagnare al suo creatore più di un milione di dollari in pochi giorni. Sì, non avete letto male piccoli nerd, manda solo uno Yo, ed è stata così apprezzata da aver arricchito il suo creatore in pochissimo tempo. Triste, ma vero. Siamo giunti al capolinea dell’inventiva per ciò che riguarda le applicazioni mobile? Ovviamente no, ma la domanda da farsi riguarda senza dubbio la sua utilità, che più o meno può essere paragonata a quella dello “squilletto” tanto in voga sul finire degli anni ’90 tra noi finti giovani. Bisogna chiedersi, e chiederselo bene per giunta, come mai app così deficienti generino un successo commerciale così grande. Il suo creatore, tale Or Arbel, è un giovane israeliano ha lanciato questa app per iOS e Android lo scorso primo aprile, più per scherzo che per altro ma come ogni cosa su cui non si scommetterebbe nemmeno una calza usata di vostra nonna , ecco che dopo poche ore l’app comincia ad essere scaricata da cento, duecento, trecento… migliaia di persone fino a raggiungere tutt’oggi l’inspiegabile quota di 50,000 users abituali e oltre 4 milioni di Yo spediti qui e là. Ah, per non parlare del tempo che il tizio ci ha messo per svilupparla: solo otto ore. Genio del marketing o inguaribile fortunato?
Il successo di Yo è arrivato senza dubbio per la sua disarmante semplicità: secondo il Financial Times, Arbel è riuscito già a raccogliere più di 1,2 milioni di dollari da alcuni investitori interessati al progetto, a buon ragione gli investitori preferiscono rimanere anonimi. Niente Yo alla simpatia per loro. Il giovane sviluppatore israeliano, sull’onda del successo, ha già lasciato il suo paese per spassarsela a San Francisco, a poche centinaia di kilometri dalla Silicon Valley dove genietti e nerd freschi di M.I.T. ancora si maledicono per non aver saputo cogliere prima la “genialità” di quest’applicazione. Una volta scaricata, Yo chiede soltanto se si preferisce connettersi utilizzando un account Facebook, Twitter oppure sfruttare i contatti della rubrica telefonica, et voilà, il gioco è fatto. Tutti, dalle più eminenti redazioni come il Financial Times, Business Inside e People si stanno sforzando di dargli un significato più profondo e social: “un blogger che manda uno “yo” a tutti i suoi contatti per far sapere che è online un nuovo articolo, il social di una squadra di calcio che ha appena segnato e così ne informa istantaneamente i suoi migliaia di fans (sta succedendo con valanghe di Yo anche in quest’ultima Coppa del Mondo in Brasile). Rinominato già “l’sms dei poveri”, Yo potrebbe dare il via anche a una serie di messaggi in codice: ti faccio uno Yo? Sto arrivando. Ti faccio due Yo? Arrivo in ritardo. Ah, negli ultimi giorni pare che l’app sia stata già hackerata e che sia possibile sbirciare tra i vostri contatti. D’altronde con solo otto ore di lavoro, che diavolo vi aspettavate? Yo.