Quanto c’è di vero e quanto di inventato nella serie di Kojima?

Bentornati lettori e lettrici di Stay Nerd. Curiosi di leggere la seconda parte del nostro piccolo approfondimento sulla tecnologia di Metal Gear? Non vedete l’ora di sapere cosa c’è di vero trai i poligoni e le invenzioni che Kojima ha messo in pista per farci giocare un capitolo dopo l’altro alla sua saga più famosa? 

Se la risposta è sì, allora mettetevi il casco e allacciate le cinture, perché anche stavolta ne vedrete delle belle. Buona lettura!

Nanotecnologia

La soluzione a tutti i mali e la risposta a molti questiti della Saga di Metal Gear sono appunto le nanomacchine. Praticamente quasi tutti i personaggi importanti della serie ne hanno avuto un piccolo assaggio, con effetti più o meno benefici. Snake ne ha un buon pool che gli scorrono nel sangue fin dai tempi di Metal Gear Solid, con cui può iniettarsi antidolorifici e benzodiazepine, Naomi Hunter le ha usate per curare o rallentare lo sviluppo del cancro che l’aveva condannata, i Sons of the Patriot erano connessi in una specie di nanonetwork, laddove l’infrastruttura era del tutto basata sulle nanomacchine presenti nel loro corpo.

L’intuizione come sempre geniale di Kojima mostra anche gli effetti collaterali delle nanomacchine, descrivendo delle regole di utilizzo, come ad esempio la necessità di stare sempre a una pressione di 1 atmosfera, o che non vengano mai disattivate. Gli effetti dannosi sono poi variegati e fantasiosi: atteggiamento zombesco da overdose di endorfine, dolore tremendo durante la cura delle ferite e via dicendo.

3-naomi-hunter

Al di là della sfolgorante fantasia di Kojima, le nanomacchine per adesso sono solo un fertile terreno di sviluppo con possibilità enormi ma per ora piccoli risultati. Certo, in questo campo anche i risultati più piccoli sono da incorniciare, ma per arrivare a quanto visto nel videogame dovremo aspettare molti molti molti anni. Per ora la nanotecnologia e i nanobots in particolare sono fermi alla loro definizione ufficiale e a qualche sporadico impiego in ambito medico-scientifico.

7dcPer nanobot si intende qualsiasi costrutto con dimensioni di qualche micrometro e costruito con componenti quasi molecolari dell’ordine di grandezza del nanometro (un miliardesimo di metro). Fin qui tutto ok, abbiamo gettato le basi del campo. Finora, a parte la nanoteconologia delle componenti tubulari in carbonio, si è riusciti a produrre dei nanobots che fungono da sensori capaci di riconoscere i componenti di miscele chimiche, anche se presenti in piccolissime concentrazioni. Con questa premessa, va da sé che il primo utilizzo che si vede all’orizzonte sarà in campo medico, a cui farà seguito quello in campo ambientale, con l’analisi puntuale e veloce delle acque o dell’aria.

Siccome non abbiamo molti esempi pratici per adesso, vediamo perché ci si sta concentrando così tanto sullo sviluppo delle nanomacchine. Per esempio le nanomacchine operano ad altissima velocità, e date le loro dimensioni ridottissime, consumano pochissima energia. Questo vuol dire che potrebbero rimanere in funzione per lungo tempo Inoltre un prossimo passo sarà quello di istruirle a replicarsi, a creare macchine più grandi e a costruire altre nanomacchine partendo dagli stessi atomi… Insomma, lo scenario prospettato dai ricercatori sfiora (se non ci entra di proposito in gamba tesa) le visioni fantascientifiche dello stesso Kojima. Come sempre, non vediamo l’ora di assaporare con mano questi enormi traguardi tecnologici, sperando di esserci…

Armi animali

Il nome di Serap vi dice niente? Harab Serap? Se la risposta è no, allora dovete andare a rispolverare Metal Gear Ac!d 2 e arrivare a questa epica boss battle. Harab Serap è un ibrido tecno-organico, il frutto di una sperimentazione clandestina da parte del laboratorio americano della SaintLogic. Misto di diversi patrimoni genetici, Serap assomiglia a un grosso gorilla verde, cattivissimo, incazzoso e deciso a distruggere coloro che hanno abusato di lui. Infatti i ricercatori senza scrupoli della SaintLogic ne hanno scempiato il corpo riempendolo di innesti cibernetici e armi nascoste, privandolo della sua natura di animale per trasformarlo in uno strumento di morte.

Una storia crudele che mostra come la ricerca sfrenata possa portare verso aberrazioni inenarrabili dove chi ne fa le spese sono sempre i deboli o gli indifesi. E al di qua dello schermo? Abbiamo qualcosa da raccontare in materia? Sì, ovviamente: dobbiamo andare un po’ indietro nel tempo e spostarci in Russia, agli inizi del 1900 quando uno Stalin pronto a tutto pur di difendere il suo paese e creare ogni forma di deterrente possibile, stanziò l’equivalente dell’epoca di 10000 dollari per la continuazione degli studi folli del dr Il’ja Ivanovic Ivanov. Lo scienziato russo, esperto in biologia, inseminazione artificiale e ibridazione interspecie aveva il triste e drammatico compito di ibridare il DNA umano con quello delle scimmie, per ottenere degli esemplari più forti dell’essere umano normale, più resistenti e capaci di combattere in condizioni sempre più estreme. Gli esperimenti, condotti tra la Nuova Guinea, la Francia e la Russia, non andarono a buon fine, per fortuna, e il dr Ivanov finì poi segregato in Kazakistan per motivi politici.

551365_10153526311900157_567237522_n

Oltre questo estremismo terrificante e antietico, gli animali sono sempre stati compagni dell’uomo durante la guerra, sia come alleati sia come vere e proprie armi. L’esercito cinese usava intingere nell’olio delle scimmie, dar loro fuoco e liberarle nell’accampamento nemico per seminare distruzione e panico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Russi impiegarono sul fronte orientale una serie di cani addestrati a correre sotto i carri armati tedeschi, rilasciare una carica esplosiva e poi tornare indietro. Per quanto ben addestrati, i cani non si rivelarono un buon investimento. All’inizio, essendo stati addestrati con carri armati spenti e immobili, gli animali rimasero del tutto interdetti dalle bestie di metallo che sputavano fuoco e facevano un gran fracasso, tanto da indurli a tornare in trincea dove rilasciavano le bombe… Più tardi si capì un’altra falla nell’addestramento dei cani russi: i carri armati dell’esercito di Stalin usavano benzina come combustibile, mentre quelli tedeschi andavano a diesel. I cani riconoscevano come bersaglio quelli che puzzavano di benzina ed ecco che ancora una volta, l’esercito russo si sparava nei pantaloni…

Un ultimo esempio, del tutto abbandonato, di animali utilizzati per scopi bellici, ce lo dà la CIA, che arrivò a modificare un gatto, con innesti elettronici e microfoni per catture sonore ambientali, al fine di intercettare le conversazioni di agenti russi su suolo americano durante la Guerra Fredda. Purtroppo, il piano dell’Intelligence americana ha dovuto fare i conti con l’indole tipica dei nostri amati felini, che in pratica fanno un po’ come cazzo gli pare… Vista la mancata cooperazione, il sistema fu per fortuna abbandonato.

2gy0il1

Aberrazioni, modifiche, ibridi: in ogni maniera l’uomo ha cercato di coinvolgere nelle sue guerre e nelle sue paranoie gli animali che lo circondano, lasciando dietro di sé una storia punteggiata di crimini interspecie e torture di ogni tipo.

Fulton System

Una delle cose più divertenti di MGS V è proprio quello di poter attaccare un uomo, una donna, una pecora o un auto a un pallone gonfiato con elio. Il pallone poi andrà direttamente alla Mother Base dove il carico verrà automaticamente inserito nell’organico della nostra squadra. Il sistema è noto come Fulton Recovery System ed è stato inventato dal signor Fulton addirittura negli anni 50. Aveva il compito di recuperare gli agenti dal suolo nemico senza che i mezzi di soccorso atterrassero, in maniera che fosse tutto molto veloce e immediato. In pratica un pallone sonda connesso a una fune di nylon intrecciato estremamente resistente veniva fatto librare in aria. All’altro capo della fune c’era l’agente da recuperare. Un aereo debitamente preparato volava per intercettare la fune e lasciare che l’equipaggio a bordo tirasse il compagno nella stiva. Un sistema contemporaneamente semplice e pericolosissimo, anche se nonostante tutto in oltre trent’anni di utilizzo è stato registrato solo un vero grave e fatale incidente.

MGSV-The-Phantom-Pain

Dal 1996, con l’avvento di velivoli più maneggevoli ed altre tecniche di recupero, il sistema è stato abbandonato. Per vederlo in azione, però, oltre alla saga di Kojima, potreste sempre dare un’occhiata a 007 Operazione Thunderball o al più recente Il ritorno del Cavaliere oscuro.

Ci rivediamo tra un po’

Ed ora è venuto il momento di imbracarci nel nostro sistema Fulton e aspettare che il fido C-130 o chi per lui ci prelevi per traghettarci direttamente verso la terza e ultima parte di questo viaggio allucinante.

Vi siete divertiti? Speriamo di sì, perché a noi è piaciuto un sacco scriverlo, e il tempo è volato (per rimanere in tema) senza che neanche ce ne accorgessimo. Aspettateci sempre, ché la terza parte è in arrivo, e le meraviglie non sono ancora finite!

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.