Conoscere è un bene, ma sapere tutto è meglio
Dall’omonimo romanzo di Dave Eggers (2013), James Ponsoldt porta nelle sale l’adattamento cinematografico The Circle, con protagonisti Emma Watson e Tom Hanks, regalandoci un emozionante thriller psicologico, che sarà in grado di catturare l’attenzione dei fan di Eggers ma anche dei sostenitori del buon cinema.
La giovane Mae Holland viene assunta, appunto, da The Circle, la più potente società al mondo nel ramo delle telecomunicazioni e dei social media, ma ad un’iniziale visibilio si contrappone, col passare del tempo, la consapevolezza della ragazza di far parte di una realtà molto particolare, che la costringe a rinunciare totalmente alla propria privacy, vivendo la sua vita in assoluta trasparenza.
Ponsoldt si dimostra un regista particolarmente interessato alla letteratura, portando sullo schermo un romanzo di Eggers appena due anni dopo l’uscita del suo The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace, ma soprattutto dando prova di una capacità mirabile nel saper gestire argomenti piuttosto delicati come la privacy e la creazione di quella community trasparente, linea guida delle maggiori società tecnologiche attuali, come Facebook, Youtube, ecc…
Secrets are lies
“I segreti sono bugie“. La frase pronunciata da Mae Holland rimbomba come un sasso in una lattina, e scuote gli animi dei partecipanti alla convention e pure degli spettatori.
Non si può rimanere impassibili di fronte ad una affermazione del genere, e viene naturale rifletterci su, cercando di capire quanto sia condivisibile.
Il film e tutto ciò che rappresenta The Circle si racchiude in queste 3 parole, 4 se pronunciate in italiano, ma è uno spunto così forte che fa muovere il mondo.
Ponsoldt – e prima ancora Eggers – giocano su due sponde, evidenziando innanzitutto l’ambiguità e i deficit morali del sistema, cercando quindi di riportare l’uomo ad una concezione ormai quasi primitiva di libertà, facendolo riflettere sulle conseguenze che la vetrinizzazione in cui siamo, in parte scientemente, coinvolti ha su di noi. Lo fa mostrandoci il modo subdolo in cui il The Circle della situazione utilizza il proprio potere, avvicinando amorevolmente i propri dipendenti, prendendosi cura di loro e risolvendo i problemi che nessun altro potrebbe risolvere, grazie ai mezzi di cui dispone. Mae e tutti gli altri finiscono vittime di un gioco in cui vince sempre il più forte, che li rende schiavi legandoli a catene dorate, facendogli vivere una realtà che non esiste.
O forse sì?
Con quella frase: “I segreti sono bugie”, dove ci vuole portare lo script?
Dal lato opposto della barricata, quantomeno per vedere come si sta.
La volontà di farci pensare come entrambi i poli è quantomai apprezzabile, seppure l’autore si rifugi poi in un finale comodo e tutto sommato naturale.
Sulla sponda opposta di The Circle ci sono tanti personaggi che navigano da una parte all’altra a seconda dei momenti, a partire dalla stessa Mae, che inizialmente crede nel progetto per riconsiderarlo col tempo, o gli stessi genitori della ragazza, soggiogati da quel sovracitato potere che cerca di concedergli vantaggi ed opportunità per posizionare altre due pedine nella scacchiera, fino ai dipendenti come l’amica Annie (Karen Gillan), che col progredire della storia e della sua permanenza in The Circle subisce una spaventosa involuzione (o evoluzione, vedete voi).
Tuttavia tra questi ce n’è uno che rappresenta la totale antitesi di questo mondo artificioso in cui la società cerca di chiuderci, ed è Mercer (Ellar Coltrane), l’amico d’infanzia di Mae che purtroppo diventa la vittima incolpevole di una situazione che non può gestire ma che risulta fondamentale ai fini di questa dicotomia.
Rispetto al libro il lavoro di scrematura operato da Ponsoldt è evidente, sia nella scelta di quello che ci fa vedere sia nelle modalità, perché – come lo stesso regista ammette – l’opera di Eggers è un pozzo di idee e gli spunti che questo romanzo fornisce in termini di un adattamento sono enormi.
Il cineasta si focalizza quindi sulle tematiche nodali, mantenendo così intatta la storia e riuscendo a griffarla con un marchio, donandole una nuova identità.
A chiudere il cerchio (ops…) poi troviamo l’ennesima grande interpretazione (che novità) del due volte Premio Oscar Tom Hanks, ma soprattutto un’eccellente performance della bella e brava Emma Watson, che compie un notevole salto in avanti, grazie ad un’interpretazione pulita ma entusiasmante. L’attrice mette in scena tutto il proprio carisma nascosto sotto il suo viso grazioso, alternando il suo essere “tenera in maniera disarmante” ad una determinazione invidiabile.
In sostanza The Circle si prende esclusivamente la briga di farci notare in maniera estrema cose che già sappiamo.
Mae, seduta sulla sua scrivania, vede apparire continuamente monitor: quello per la comunicazione, quello dei social, quello delle chat, fino a che il suo spazio “vitale” finisce per sparire totalmente.
Verdetto:
James Ponsoldt porta sul grande schermo The Circle, opera letteraria di Dave Eggers, manifesto della realtà tecnologica in cui viviamo. Il suo lavoro di scrematura è accurato, sia nella scelta di ciò che ci mostra sia nelle modalità in cui lo fa, mantenendo le tematiche centrali ma donando così all’opera una propria identità.
Il regista sa gestire molto bene temi delicati come la privacy e la creazione di quella community trasparente, linea guida delle maggiori società tecnologiche attuali, utilizzando un cast perfetto che risponde sul campo nella maniera migliore.