Non è mai troppo tardi. Non si è mai troppo al sicuro.
Era il febbraio del 1986 quando vedeva per la prima volta la luce editoriale la storica, epica, rivoluzionaria, immortale mini-serie The Dark Knight Returns scritta e disegnata da Frank Miller. Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Vi dice qualcosa? Le probabilità dicono che se siete fan dell’uomo pipistrello siete stati oggetto, direttamente o indirettamente, dell’influenza milleriana carica di sangue, ombre e illusioni infrante sulla razza umana. In realtà, basta che siete fan dei supereroi in genere. O dei fumetti. O del cinema.
Se siete esseri umani nati nell’ultimo cinquantennio, è probabile che siate passati da Miller, volenti o nolenti.
Circa 15 anni dopo il primo indiscusso capolavoro-rivoluzione, Miller pubblica una seconda mini-serie a partire da Novembre 2001, The Dark Knight Strikes Again. “Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora“, ma stavolta in modo molto diverso: Miller colpisce il mondo con uno schiaffo di fumetto che riversa tutto il suo potenziale in un’irriverenza meta-critica rivolta a mondo reale e mondo dei grandi fumetti, sempre più tendenti a coincidere in una sola visione delirante. La serie risulta acida, difficile da digerire ai più, sgradita e non senza ragioni. Ma, ancora una volta, estremamente potente.
Quanto sarebbe rimasto intatto di tale eredità nel terzo attesissimo capitolo, altri 14 anni dopo il secondo? Quasi 30 dopo il primo? Insomma, Dark Knight III: The Master Race è la sintesi che tutti neanche osavamo sognare oppure la perfetta operazione commerciale (il primo numero ha ben 55 Cover Variant da autori affermati di ogni sorta) destinata a trionfare senza fatica? Perché bisogna dirlo: non importa se e quanto DK III deluderà le nostre immense aspettative, ancora una volta il mondo del fumetto dovrà fermarsi, per passare da Miller.
DK III: The Master Race è un’altra mini-serie, in otto parti pubblicate mensilmente a partire da questo mese negli USA, appartenente al medesimo universo narrativo creato e sviluppato dai due predecessori. I numeri “regolari” sono co-scritti da Frank Miller e Brian Azzarello (100 Bullets, Joker), disegnati da Andy Kubert (Ultimate X-men, Marvel 1602) e inchiostrati da Klaus Janson (Devil: Rinascita, Batman: Anno Zero). In coda a ogni numero, un mini-episodio disegnato dallo stesso Miller (gli altri ruoli rimangono invariati) e dedicato a uno dei personaggi del Dark Knight Universe; nel primo numero il prescelto è Atom, che con Batman condivide nientemeno che la propria umanità.
Ma quindi, questo primo numero, com’è? Nei mesi passati non invidiavo per niente il compito di Azzarello (che molto probabilmente, più che co-scrivere insieme a Miller, scrive sotto la sua supervisione), sceneggiatore incaricato di raccogliere una pesante eredità, dandole una voce propria ma allo stesso tempo armonizzando quella potente e iconoclasta dell’autore originale. Ora non invidio il mio, di compito, recensore deputato ad azzardare un giudizio, sebbene ancora in prospettiva, per la serie medesima, a partire da questo primo capitolo.
Vediamo un po’: il primo episodio di DK III, di per sé, è molto molto bello; ma se lo si valuta in base ai precedenti Dark Knight, specialmente rispetto al primo, perde inevitabilmente qualcosa in fatto di concentrazione e atmosfera; tuttavia, in 30 lunghi anni, la narrazione a fumetti è cambiata profondamente, in parte grazie a Miller stesso, quindi giudicare DK III secondo criteri stabiliti dai predecessori non è del tutto possibile. Ecco… Capite, ora?
Prendiamo il toro per le corna (ehm…). Questo primo episodio serve da build-up per i successivi, e in questo riesce benissimo. La voce Azzarelliana non fa fatica ad emergere né a sincronizzarsi con quella Milleriana. Le citazioni dell’opera originale si sprecano; l’atmosfera, per quanto diluita, è ancora quella giusta. I disegni di Kubert, a loro volta, si ispirano volontariamente al Miller disegnatore del passato, senza però mai eccedere nell’imitazione né perdere di vista la propria origine. In tutto ciò gli inchiostri di Janson sono una mano santa. Il mini-episodio finale su Atom risulta molto ben legato al “corpus” principale, dato che già questo tergiversa nel presentarci i tanti e diversi personaggi del Dark Knight Universe…
…Per assurdo, quello su cui si sofferma meno è proprio il Dark Knight, ma ve l’abbiamo detto: questo numero serve a montare l’attesa. Tratteggiando la presenza-assenza di Batman attraverso gli occhi degli altri abitanti del suo mondo, non possiamo che aspettare il suo ritorno con ancora più veemenza.
Se poi tale ritorno sarà all’altezza delle nostre aspettative, le deluderà o troverà di nuovo il modo di devastarle, solo altri sette mesi di tempo e altrettanti episodi potranno dircelo. Un consiglio fin troppo razionale: se potete, resistete fino al momento in cui potrete leggerlo tutto d’un fiato.