8 redattori parlano di console “1.5”
Con l’annuncio ufficioso ma concreto di PlayStation 4.5 (o come decideranno di chiamarla in definitiva) e con Microsoft che probabilmente non rimarrà a guardare (non sappiamo ancora quale sarà la sua mossa, forse se non analoga a quella di Sony, potrebbe annunciare un nuovo hardware indipendente anzitempo) la rete si è divisa. Upgrade si o upgrade no? C’è chi non sostiene la scelta di Sony e chi invece non può fare a meno di considerarne i vantaggi in termini di prestazioni (soprattutto per quel che riguarda i prossimi software in VR).
Come ormai di consueto quando si tratta di temi, la redazione di Stay Nerd raduna otto prodi redattori che esprimono la loro opinione sull’argomento senza peli sulla lingua. E voi, da che parte state?
Settimio Capozzoli
Con il mio intervento non voglio esprimere un giudizio riguardo alle nuove versioni delle console, ma il mio timore verso un’eventuale frammentazione del mercato e le difficoltà degli sviluppatori che, in un certo senso, potrebbero portare conseguenze negative sulla produttività e sulla qualità dei futuri giochi per console. Sui movimenti di casa Microsoft, sono poche le informazioni attualmente trapelate, a differenza della presunta PlayStation 4.5, che è la protagonista assoluta degli ultimi rumors. A quanto pare, Sony avrebbe posto il vincolo di mantenere una risoluzione minima di 1080p sulla nuova console, garantendo lo stesso framerate della versione “originale”. Anche se PS4 non ha mai sofferto di grossi problemi a mantenere il Full-HD a 30fps, questo aspetto porterebbe gli sviluppatori a dover rifinire in maniera diversa le due versioni, probabilmente riducendo alcuni particolari effetti grafici per garantire un’esperienza di gioco soddisfacente. Se lo stesso lavoro dovesse essere svolto anche sulla controparte Microsoft, i tempi di sviluppo potrebbero allungarsi o, nel caso peggiore, si assisterebbe a versioni poco ottimizzate, come visto nel panorama PC negli ultimi tempi. Ovviamente spero di sbagliarmi, anche se mi risulta difficile essere fiducioso.
Raffaele Giasi
Nuova generazione si o no? Questa è la domanda che vi state ponendo tutti e benché in cuor mio mi vada di dire “SI” in modo secco e deciso, pensandoci un po’ di più la risposta non può invece essere che un deciso no. C’è un’aria di delusione dietro l’arrivo delle nuove console che mi lascia quanto mai amareggiato. Su tutto c’è l’idea di aver fallito nel presentare l’attuale generazione, vendendola per un qualcosa che effettivamente non è. Tempo fa scrissi di quanto questa generazione sembrasse messa in piedi in fretta e furia, più perché si doveva che perché si voleva. Con le caratteristiche associabili a PC di fascia medio bassa, le nuove console sono sembrate subito terribilmente arretrate ed il fatto che stiano (quasi certamente) per uscire revisionate sotto il profilo hardware è solo una conferma del concetto di cui sopra. C’è poi la questione VR, che ci era stata venduta come “economica e performante”, ma se a Sony serve una PS4 più potente per il suo visore, allora tutto quel che ci è stato detto era una presa per il culo. E io odio essere preso per il culo… ed è così che mi stanno facendo sentire.
Gabriele Atero Di Biase
E quindi siamo già nella next-next-gen.
Stavolta infatti non si tratta del semplice orrendo redesign di console già esistenti, con le features tipo “consuma meno elettricità” di cui, diciamolo, ce ne sbattiamo tutti ampiamente le balle, ma si tratta proprio di un’aumento di prestazioni. Si parla di giochi in 4K, della possibilità di multiplayer locale fino a 8 giocatori, supporto migliore per la VR, roba che può anche avere un senso, se vogliamo.
L’amarezza iniziale dunque c’è stata. Poi però ha lasciato spazio ad un “E chi se ne frega?” di Masiniana memoria (si parlava di orrende rivisitazioni, no?), perché in fondo anche stavolta di questa nuova versione, se ne può fare a meno.
Per godersi il 4K bisogna avere anche un televisore che lo supporti, ed io (come tanti) al momento non ne possiedo. Il multiplayer in 8? Coi tempi che ho già è tanto se riesco a farmela da solo una partita. La VR? Meh.
Ma anche lasciando perdere i casi ed i gusti personali, riesco davvero a vedere pochi vantaggi per questa mossa. Che senso ha fare un visore VR “economico”, se poi per giocarci al meglio devi comprare daccapo la console? Che senso ha aggiornare una console a neanche due anni dall’uscita? Ce lo diranno probabilmente i dati di vendita.
Per me è un nì, insomma. Non mi piace l’idea, ma finché, come sembra, non ci saranno giochi in esclusiva, ossia continueranno ad uscire anche su PS4 e One, facessero pure.
La mia auto non ha l’aria condizionata, ma mi porta lo stesso dal punto A al punto B.
Se la mia PS4 mi fa giocare ad Uncharted 4 senza farmi contare tutti i peli del naso di Nathan Drake, mi va bene lo stesso.
Dario Golia
Era inevitabile. Basti pensare all’evoluzione tecnologica pressante che da 10 anni a questa parte ha inglobato il settore PC e quello mobile. Un modello efficace e rodato; è il mercato che lo chiede, anzi lo impone.
Pensate se un colosso come Samsung o Apple facesse uscire un nuovo Galaxy S o un iPhone ogni 6-7 anni, o se nuove schede grafiche per PC uscissero ad anni di distanza l’una dall’altra. Il progresso tecnologico sul mercato console purtroppo è rimasto troppo ancorato agli anni ’90, e andava decisamente svecchiato.
La paura più grande qual è? Che da qui a 6 mesi vi potreste ritrovare impossibilitati a giocare alle ultime IP perché potrebbero non girare più sulla vostra amata PS4? Altamente improbabile; con una base installata di decine di milioni di unità, le Software House ci penserebbero 8 volte prima di pubblicare un gioco esclusivamente per questa ipotetica Playstation 4.5, precludendosi volontariamente un mercato davvero ampio.
Il concetto di generazione stessa verrà a mancare perché non ci sarà più quel gap di potenza a cui si assisteva prima. Ben venga quindi un sistema ibrido capace di gestire più cose.
Non ti frega un cazzo dei 60 fps o della qualità delle texture? Continua a giocare tranquillo con la tua PS4.
Vuoi un’esperienza migliore con la prossima VR, 4K e tutto il resto? PS 4.5.
A malincuore, per me è un sì.
Federico Barcella
Quando ho letto le prime notizie in merito alla PS4.5, da fiero soNaro D.O.C., ho pensato alla classica liposuzione alla quale vengono sottoposte le console di casa SONY, che passano da mattoni a mattonelle. Ovviamente mi ero illuso, la verità è ben peggiore del previsto: non si tratta di una snellita ma di una bella bomba ricca di steroidi e anabolizzanti, che andranno a far cosa? Potenziare il livello della grafica. Viviamo in un’epoca videoludica dove i giochi con dei veri contenuti, capaci di trasmetterti le emozioni più disparate, si contano sulla punta delle dita, proprio perché si è perso di vista il loro scopo principale: intrattenere e divertire. La possibilità di poter contare i peli del naso del mio personaggio, non potrà MAI sostituire una bella storia o un ottimo gameplay e, nonostante questo, le Software House continuano a puntare tutto sul dettaglio grafico che, per carità, ha la sua importanza ma non è e non sarà mai il nucleo di un buon titolo videoludico. Ma, da esperti del settore, possiamo permetterci di chiudere la porta in faccia a queste “nuove console”? Ovviamente no, ma ciò non impedirà a chi la pensa come me di dire “E chi se ne frega?” forti anche del fatto che, per ora, non vi saranno esclusive riservate a queste console “pompate”.
Eugene Fitzherbert
Tanti anni fa scelsi di abbandonare il PC per giocare solo su console per una questione di pigrizia: non mi andava di sbattermi per aggiornare sistema, settaggi e componenti. Volevo un periodo lungo (6 anni) in cui la mia singola spesa per una console mi avrebbe fatto divertire sempre allo stesso livello: inserire il disco o la cartuccia, e via di pad.
Poi le console hanno preso la una strana deriva: installazione dei giochi su HD, aggiornamenti software chilometrici e adesso l’ultimo passo, l’annuncio del temutissimo aggiornamento hardware: Sony va di NEO (o altro nome in codice, sti cazzi) e MS ha il suo asso nella manica. Ripetono anche che le loro macchine avranno delle migliorie grafiche, più potenza di calcolo e faranno parte dello stesso ecosistema… Certo, quello della presa per il culo.
Le conseguenze già si vedono, con giochi rimandati per far fronte alle doppie edizioni, studi che dovranno investire denaro per raddoppiare i lavori di produzione, e tanto altro ancora che ci investirà in qualità di acquirenti. Non è la next gen, proprio per niente, ma è solo il tentativo di trasformare le console in qualcosa di sbagliato: piccoli PC per gente pigra, che invece di cambiare i componenti cambierà tutta la macchina. O almeno è quello che pensano ai piani alti.
Saremo in grado di dimostrare il contrario?
Andrea fomento Bollini
Lasciando un attimo da parte questioni etiche, ideologiche, ecc… vorrei, invece, concentrarmi sui possibili effetti che tale prospettiva futura potrebbe produrre, in chiave ottimistica aggiungerei. Aggiungere uno step intermedio all’interno del canonico ciclo di vita di una generazione di console (i “classici” 5-7 anni) potrebbe veramente modificare l’industria videoludica per come la conosciamo, permettendo alle case produttrici di essere più dinamiche, più fluide e più inclini ai cambiamenti del mercato (quindi anche più aperte ai concorrenti, vecchi e nuovi) e di superare timori e/o problematiche che hanno caratterizzato finora (o quasi) l’uscita di ogni nuova console. Per essere più chiari: Sony, Microsoft, o chi per loro, arriverebbero a creare degli eco-sistemi perfettamente compatibili fra loro, con cicli di aggiornamento ogni tot anni (ad esempio ogni 3 anni) che porterebbero, in principio, all’uscita di una nuova macchina e poi a versioni migliorate della stessa nel corso del tempo (parallelismo più semplice e immediato: Apple con iOS e i suoi iPhone), mantenendo però piena compatibilità del software per un discreto lasso di tempo; ciò permetterebbe agli utenti di allargare le proprie possibilità di scelta e alle case produttrici di investire sul nuovo hardware con maggiore sicurezza economica e con l’eventualità (mica da poco) di correggere errori nel concept senza dover attendere troppi anni (Sony rifarebbe una PS3 tale e quale dovesse tornare indietro nel tempo? Non credo proprio). Giusto o sbagliato? Chi lo sa… valuteremo nel tempo o fra poco con la mia sfera mag(g)ica.
Davide Salvadori
Posso capire che la tecnologia corra sempre di più e che gli hardware rispetto ad una volta risultino obsoleti più in fretta, ma questa cosa Sony e Microsoft la dovevano prevedere sin dall’inizio dei loro progetti sulle cosiddette “console next gen”. Se l’utente console fosse così dipendente dal fattore tecnologico inoltre, probabilmente sarebbe un utente PC. Invece con PS4.5 Sony costringe ad adeguarsi, dividendo l’utenza console internamente tra aggiornati e non aggiornati, e questo è un male visto che l’investimento su un nuovo hardware per l’utente console ha sempre rappresentato un implicito patto tra lui e la casa madre: “io ti do i miei soldi per la tua console e mi impegno a comprare software per essa fino alla nuova generazione e tu mi garantisci che questa rappresenti il top di gamma della tua offerta per almeno 5 o piu anni”. Questo patto non c’è più. E sapete quale è la cosa più triste? Che tutto questo sancisce ancora di più quanto ormai tutta l’industria del videogioco ruoti solo intorno al mero aspetto tecnico, ai muscoli della grafica, al frame rate e alle risoluzioni. I limiti hardware nelle console sono sempre esistiti, ma prima, laddove gli sviluppatori non arrivavano più con la grafica, si impegnavano a valorizzare i loro nuovi prodotti con idee innovative, con ottimizzazioni di game design, si concentravano per offrire un gameplay sempre migliore e all’avanguardia per tirare avanti fino alla fine di un ragionevole ciclo generazionale. Questo non conta più nulla. Se una console non ce la fa più dal punto di vista tecnico, è da sostituire, subito. Sembra non siano nemmeno considerati altri sbocchi. È per questo che l’idea di PlayStation 4.5 non mi piace: non tanto per l’oggetto in sé, ma per la nuova speculativa filosofia che rappresenta all’interno di un’industria dell’intrattenimento che dal mio punto di vista diventa sempre più superficiale.