La seconda stagione di The Hauting si ambienta tra le mura di Bly Manor, ambientazione che fa da sfondo a una toccante storia di fantasmi
The Haunting of Hill House è stata riconosciuta, quasi all’unanimità, come una delle migliori serie del 2018. L’originale Netflix tratto dal romanzo di Shirley Jackson, si rivelò essere un’inquietante esperienza dell’orrore, caratteristica rara per un prodotto su piccolo schermo. Mike Flanagan, il regista e sceneggiatore dietro all’intero progetto, si era già confermato, nel corso dell’ultimo decennio, come uno dei migliori autori horror della sua generazione. Partito dal basso budget di Oculus e arrivato fino al sequel di Shining, il curriculum di Flanagan non fa che ampliarsi di opere sublimi in grado di “impossessarsi” dello spettatore, e The Haunting of Bly Manor ne è l’ennesimo esempio.
Come è ormai noto, The Haunting è una serie antologica, e quindi ogni sua stagione racconta una storia diversa e con personaggi nuovi, ma con il filo conduttore tematico di una casa infestata dai fantasmi. Da Hill House ci trasferiamo a Bly Manor, in Inghilterra, per seguire le vicende di una giovane insegnante alle prese con l’educazione di due particolari bambini. La storia è tratta nuovamente da un’opera letteraria, in questo caso dal racconto Il giro di vite di Henry James.
È giusto dirlo sin da subito, The Haunting of Bly Manor non è interessato tanto a spaventare quanto a raccontare una storia d’amore. Questa seconda stagione cambia infatti i toni rispetto alla sua precedente, virando su sfumature più classiche del gotico e del tragico piuttosto che dell’horror puro. Dopo aver impostato le sue premesse infatti, Bly Manor si ferma e prende il suo tempo per caratterizzare i personaggi e i loro relativi rapporti. Oltre alla protagonista e i due sopracitati bambini, a completare il cast della stagione ci pensano infatti una schiera di talenti già visti sul piccolo e grande schermo, tra cui molti degli attori feticci di Flanagan: Carla Cugino, Henry Thomas e Oliver Jackson-Cohen.
Amore e fantasmi
Come detto prima, questa nuova stagione si sviluppa verso direzioni che potrebbero deludere chi si aspetta di spaventarsi come fatto con Hill House. Alcuni brividi sporadici rimangono, ma le intenzioni degli autori sono evidentemente interessate ad altro. Una delle massime finali è infatti che “ogni storia di fantasmi è una storia d’amore”, dimostrando così come un lato più romantico del genere possa esistere.
Il gotico di Bly Manor si manifesta negli aspetti più caratteristici della tipologia: la casa infestata, la possessione e il lutto famigliare sono tutti i temi predominanti che vedremo svilupparsi nel corso dei nove episodi che compongono la stagione. Molti di questi si prendono la rischiosa libertà di non avanzare il racconto, che si evolve in vie parallele che possono sembrare confuse, ma che celano un quadro più grande in funzione alla narrazione principale.
Questa nuova storia di fantasmi è infatti scostante e a tratti persino frustrante, in maniera funzionale però al messaggio che vuole trasmettere. The Haunting of Bly Manor è una storia semplice raccontata in modo complesso, che si prende il permesso di viaggiare in un flusso di coscienza narrativo senza curarsi delle eventuali conseguenze. E forse per questo, molti dei fan di Hill House potrebbero rimanerne delusi e storcere il naso per il ritmo lento e per la direzione personale che la serie intraprende. È vero infatti che Bly Manor non raggiunge gli apici toccati dal suo predecessore, ma non per questo non si merita la dovuta attenzione come prodotto a sé stante.
Cercare di comprendere a fondo le articolate meccaniche di una storia di fantasmi è tempo perduto, e gli autori lo sanno bene. Quello che interessa non è tanto la mostruosità e la casa infestata in quanto tale, ma il lato umano che fa emergere questi elementi. Il termine Haunting, infatti, ha un doppio significato in lingua inglese. Il primo è di fatto “infestazione”, come quella di cui soffrono i luoghi in cui la serie si ambienta, mondi narrativi classici del genere. Il secondo è “perseguitato”, come lo sono tutti i personaggi narrati nel racconto.
Flanagan sa unificare bene questo doppio significato, come già visto nella mastodontica rappresentazione dell’Overlook Hotel di Doctor Sleep. In questo si cela il motivo che rende quello della storia di fantasmi un genere universale e senza tempo. Perché tutti noi in fondo siamo perseguitati da dei fantasmi. Che siano di amori perduti, di sensi di colpa mai affrontati o radici di un male superiore, l’importante è riconoscerli e lasciarli andare, non permettendogli di rovinarci la vita. The Haunting of Bly Manor offre una dolce sfumatura di questi temi, in grado sia di inquietare che di commuovere, ma con la punta della bilancia più pendente sul secondo versante.