Dopo una prima stagione esplosiva, Disney ci porta nuovamente nel mondo di The Mandalorian provando a mantenere le splendide premesse
Dove ci eravamo lasciati? Ah sì, in una galassia molto familiare.
Disney, sulla sua piattaforma di streaming, nonostante la leggera latitanza di contenuti originali, lo scorso anno era riuscita a offrirci un prodotto di una qualità indescrivibile. Una serie scritta e, in parte, diretta da Jon Favreu, capace di riportarci nel vero universo di Star Wars: The Mandalorian 2.
La produzione originale di casa Disney è senza alcun dubbio una delle cose più belle che potrete vedere sul web negli ultimi anni. Pedro Pascal, nei panni di “Mando”, è una vera calamita per gli occhi, capace di stupirvi frame dopo frame.
La natura di The Mandalorian, almeno per come l’avevamo vista durante la prima stagione, è ben delineata e chiara, con evidentissimi rimandi alla grande scuola del cinema western. Favreu ha dato un colore ben definito allo show, offrendoci elementi su elementi perfettamente amalgamati tra di loro.
Le aspettative per una seconda stagione erano altissime. Sia per le spese notevoli della serie, sia per il piccolo “cliffhanger” e gli elementi donati al pubblico durante i primi 8 episodi.
Mantenere un livello simile sembrava una sfida difficilissima, ma, stando ai primi 55 minuti della seconda stagione, Disney ci è riuscita in pieno.
La durata dell’episodio, ad esempio, è un elemento significativo per analizzare nel dettaglio il prodotto The Mandalorian 2 in sé. Durante la prima stagione, infatti, eravamo stati abituati a puntate da mezz’ora o poco più, ma tutte quante piene di contenuti e capaci di intrattenere dal primo all’ultimo minuto.
Con la seconda stagione, partita con un minutaggio più corposo, il risultato non è cambiato minimamente, anzi, sembra quasi che il tempo scorra ancora più velocemente.
Senza alcun dubbio la natura quasi da stand-alone delle puntate, aumenta ulteriormente la possibilità di poterne goderne appieno come se fosse un piccolo corto, ma non è questo il punto. La trama segue sempre una propria scia invisibile, gli elementi sono sparsi durante il cammino e, nonostante le numerose peripezie dell’improbabile duo, riescono a ricollegarsi agilmente tra di loro. Tutto ciò accade perché la mano di Favreu è chiara e ben visibile, figlia di una progettualità che riesce perfettamente a rendere giustizia a quella primordiale cultura, tracciata da Lucas, che continua a ribollire nei cuori dei più grandi appassionati.
Con la seconda stagione di The Mandalorian, Disney prosegue, oltretutto, il suo progetto artistico di prim’ordine. Ricominciare la visione con la fotografia di Greig Fraser e la meravigliosa colonna sonora del premio Oscar Ludwig Göransson, è un’esperienza mitica.
Tutto ciò che appare sullo schermo trasuda di quell’anima donataci dalla trilogia originale, con le giuste aggiunte “moderne” capaci di offrire una visione avvolgente.
A ciò vanno, ovviamente, annoverate le sequenze d’azione cariche di un gusto unico. La tecnologia “blu” è dominante visto che ha soppiantato il vecchio green screen. Gli schermi led circondano gli attori e permettono di far immergere ancor di più i protagonisti nell’azione, aumentando ulteriormente la credibilità delle sequenze.
La cura dei dettagli e gli elementi artistici, sono i lati più sconvolgenti della creatura di Disney+
La regia che cambia costantemente, offre più respiri alla produzione Disney, ma la mano di Favreu, come già detto, è sempre presente. Infatti, anche in questo nono capitolo di questa meravigliosa ballata spaziale, la narrazione western ci travolge con tutto il suo stile. Le sabbie di Tatooine sono un dolce ritorno a casa e il buon Timothy Olyphant, dopo Deadwood, si trova in un ruolo che gli calza a pennello.
Disney, con The Mandalorian 2, ci riporta, nuovamente, a casa. Lo show di Disney Plus è un luogo sicuro per tutti i nostalgici del vecchio Star Wars, ma anche un mondo ideale per i neofiti di questo universo. La cura con la quale vengono realizzati gli episodi, stracolmi di elementi stilistici e contaminazioni artistiche da ogni dove, permeano nell’animo dello spettatore che si lascia conquistare totalmente. Gli easter egg ci sono, e sono tanti è vero, ma non importa, anche una persona che si affaccia per la prima volta a Star Wars può godere di questa piccola/grande perla televisiva.
Nella speranza che il seguito della stagione mantenga queste aspettative (stando a quanto visto, sembrerebbe proprio di sì) Mando ci trascina nuovamente nelle sue rocambolesche avventure.
Il vecchio West spaziale ci attende, e il cacciatore di taglie è pronto a coprirci le spalle.