La serie TV di lancio di Disney+ è uno dei migliori prodotti mai visti fino a ora nell’universo di Star Wars
Neve.
Pianeta alieno sconosciuto.
Saloon pieno di gentaglia, criminali, cacciatori di taglie.
Si aprono le porte, ed entra lui. Il Mandaloriano.
Disney ha deciso, per il suo lancio ufficiale, di portarci in un universo narrativo familiare, ma con un protagonista d’eccezione. Un mondo che, passo dopo passo, scopriremo essere inesplorato, e grazie all’eccezionale guida di Jon Favreau (sempre più Guida di Star Wars) il risultato è strabiliante. Disney, con The Mandalorian, ha già fatto breccia nei nostri cuori.
Perché?
Basta la sequenza iniziale per poter comprendere la creatura che si trova dinnanzi a noi. La scena che si inchina alla memoria di Sergio Leone e decide di omaggiare le sue Opere passate è un meraviglioso modo per introdurci nel mondo del Mandaloriano interpretato da Pedro Pascal.
La serie, che si articola in 8 episodi da mezz’ora ciascuno, e in uscita con cadenza settimanale, è stata curata, per ogni episodio, da un regista differente, tra i quali spiccano i nomi di Dave Filoni, Taika Waititi e Bryce Dallas Howard.
Il fil rouge che unisce ogni episodi si divide in tre filoni, venendo rappresentato da sceneggiatura, fotografia e colonna sonora. La prima, come anticipato, è curata da Favreau, il quale, dopo il successo del live action de Il Re Leone, è entrato sempre più in simbiosi con l’universo Disney, e con The Mandalorian ci dimostra che è perfettamente consapevole anche dell’importanza di un progetto figlio di Star Wars.
Il DOP (director of photography) è l’australiano Greg Faiser, già a contatto con l’universo di Star Wars avendo curato una perla come Rogue One. I pianeti alieni, queste alternanze tra ambienti totalmente differenti, ma tutti così fortemente ricollegabili con il genere western, sono resi in maniera magistrale tramite fotogrammi che potremmo tranquillamente aver estrapolato da uno spaghetti degli anni ‘60/’70.
A fare da cornice a tutto, la splendida colonna sonora curata da Ludwig Goransson, già compositore per Creed 2, Venom e Black Phanter (oltre che per il prossimo lavoro di Nolan, Tenet). Una composizione che ci riporta volutamente ai duelli in strada, le risse da saloon e gli inseguimenti alle diligenze.
Molto efficace la scelta di Pascal, che, non mostrando mai il suo volto proprio per seguire il credo della sua tribù, si immedesima alla perfezione nel ruolo del cacciatore di taglie, offrendoci una presenza scenica importante ed efficace.
Attenzione, però, vedendo gli altri nomi accreditati nel cast, nonostante Mando (nome con il quale viene chiamato dagli altri cacciatori) sarà sempre il cuore pulsante dello show, è plausibile pensare a qualche figura secondaria di spicco.
Disney con The Mandalorian ci porta costantemente ad omaggiare il passato, con una freschezza e una dinamicità tali da farci divorare immediatamente la puntata.
Tornando all’evoluzione del singolo episodio, e ricollegandoci di conseguenza alla scrittura di Favreau, è lineare, dinamica, tagliente. Non ci sono momenti morti, la contemplazione è lasciata solo a chi si ritrova davanti il blaster del protagonista. La concatenazione di eventi sembra portare costantemente verso un punto di non ritorno deciso a tavolino da un Destino beffardo che gioca con la vita del mandaloriano.
Le sequenze si ripetono nella testa del cacciatore, e vengono rotte unicamente dall’enorme quantità di azione (mai esagerata) che ci ridesta da un sogno mai fatto.
Il tutto, purtroppo, ci riporta alla ripetuta domanda priva di risposta quale: Perché Disney ha scelto di far arrivare un simile prodotto nel resto del mondo solo ora?
Una scelta di marketing che va a cozzare con le operazioni realizzate dal regno di Topolino sino ad ora. Peccato, ma, non irrimediabile, visto che da pochissimo l’hype è stato riacceso tramite l’annuncio di Rosario Dawson nella seconda stagione.
Disney, in sostanza, con The Mandalorian ci porta in un universo familiare, ma incredibilmente innovativo. Definirlo un western 2.0 è l’unico modo per poter mantenere intatti i ricordi che si ricollegano sequenza dopo sequenza, mostrandoci una serie TV che, nel macroverso canonico di Star Wars, si pone come uno dei migliori prodotti mai visti fino ad oggi. Il personaggio di Pascal ha tanto di quello che avevamo visto nei primissimi Han Solo, ma ci mostra di più, e questo è un perfetto biglietto da visita per tutti coloro i quali attenderanno con trepidante attesa ogni settimana per poter vedere le sue incredibili avventure.