La strana coppia. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su di loro.
Gli Starsky & Hutch della nuova Hollywood portano due nomi che fino ad oggi non avremmo mai osato immaginare insieme in vesti simil comiche.
Invece l’assortimento è perfetto, e si dimostrano una vera coppia di fatto, da far tentennare pure i detrattori delle unioni civili.
Insieme fanno ridere persino dal vivo, ed hanno un’intesa perfetta, per cui figurarsi sullo schermo, dove si è in qualche modo obbligati a cercare l’armonia.
La mescola eccellente deriva soprattutto dalla creazione di Shane Black, che mette a disposizione delle due star dei personaggi singolari e bizzarri. Jackson Healy, ovvero Russel Crowe, è un detective rude, determinato, e che non perde occasione per usare le mani.
L’Holland Murch di Ryan Gosling invece è stravaganza allo stato puro. All’apparenza sciocco e fuori luogo, sa essere sagace e brillante quando meno te lo aspetti, ed ovviamente sempre al momento giusto.
Dialoghi e gag studiate in maniera certosina, mai banali seppur coadiuvate da un po’ di scazzotate alla Bud Spencer e Terence Hill.
Mister Black, ad onor del vero, non è la prima volta che si cimenta con una coppia un po’ folle e bislacca, ed anche allora gli esiti gli diedero ragione. Parliamo di Kiss Kiss, Bang Bang, con Val Kilmer e Robert Downey Jr a fare gli antenati di Crowe Gosling.
Qui ritroviamo delle sequenze a tratti surreali, che ci ricordano un po’ quelle semi pulp del sovracitato film di Shane Black, con la differenza che stavolta il regista appare maggiormente consapevole dei propri mezzi, e sa osare con metodo costruttivo, dando linearità al caos.
Ma The Nice Guys ovviamente è molto più di un riuscito binomio di attori. Ti fa tenere costantemente i denti stretti e poi all’improvviso ti strappa la risata, mantenendo una perenne attenzione al flusso narrativo, grazie ad un filone thriller intersecato divinamente con l’atmosfera di ironia che lo avvolge.
Il ritmo scorrevole scandisce perfettamente l’alternanza dei generi, ed il merito è senz’altro di una sceneggiatura impeccabile.
Dal cassettone in soffitta, Shane Black tira fuori tutta la mercanzia della sua generazione.
L’atmosfera che dipinge pian piano sotto i nostri occhi è un piacevole ritratto degli anni ’70, della Los Angeles che il cinema di allora già ci raccontava, con i macchinoni, l’action movie e la criminalità perfino respirabile.
La colonna sonora è un perfetto pass per aprire lo spazio/tempo, e veniamo accolti da una playlist stupenda, che va dal gospel all’ r&b, passando per la pop e la prima disco music.
Alziamo il volume e ci perdiamo in un trionfo coreografico: lo spartito di un plot che tutta la troupe suona a meraviglia.
Nella memoria di Black non poteva non esserci L.A. Confidential, e così quando sul set si ritrovano dopo tanti anni Kim Basinger e Russel Crowe, viene automatico l’omaggio all’opera di Curtis Hanson.
E questa non è l’unica citazione. Il cineasta continua a rovistare nelle scatole ed incastra i giusti pezzi del puzzle. Dimostra la sua vasta cultura di genere, portando sullo schermo la letteratura noir moderna e contemporanea in un mare di riferimenti, dondolati dalle onde del buddy movie.
Ciò che ci piace di The Nice Guys è che non pretende di essere forzatamente di più di quello per cui si spaccia: un perfetto intreccio di generi con uno stile disarmante.
A farcelo apprezzare è il suo animo casual dal look sgargiante, ovvero l’umiltà di intenti, celata dal prolifico lavoro generale.
Il più grande merito di Black resta comunque la facilità con cui ci ha fatto affezionare a questi due super detective quasi matti, in un modo che mai avremmo creduto possibile.
Date un altro film a questa coppia.