The Purge, dal grande al piccolo schermo
The Purge (da noi uscito come La Notte Del Giudizio, che suona bene, ma stona un po’ con il “profondissimo” significato di questa particolare ricorrenza) è stata una serie di film fortunati. Fin troppo probabilmente, eppure è innegabile che il tema trattato abbia un sacco di potenziale, purtroppo in parte inespresso nei lungometraggi (sopratutto gli ultimi), che vedono nel primo un buon “home invasion” e poi i seguiti perdersi in messaggi politici/sociali abbastanza scontati.
Il potenziale di The Purge risiede – non me ne vogliano gli adoratori delle critiche sociali e politiche – nel suo concept basilare: un’intera nazione che per un periodo di 12 ore si trasforma in un enorme campo di battaglia. Un gigantesco deathmatch a squadre, da 1 vs1, o ancora una grandissima Battle Royale che a confronto PUBG e Fortnite possono solo inchinarsi.
The Purge, grazie alle sue promesse distopiche e poco credibili (gli americani sono davvero tutti così stronzi e cinici?), crea un mondo dove l’horror e l’action possono lanciarsi a folle velocità. Queste sono le potenzialità dell’opera, ed iniziano tutte per V, come: violenza, violenza insensata, violenza vendicativa, violenza casuale, violenza di massa, etc. etc.
L’avvento di una serie incentrata su questo tema, allora, non può che far ben sperare. Sopratutto se prodotta da Amazon Video che in quanto pecunia nei progetti tende a non lesinare e ha già prodotto serie dignitosissime, nonché prodotti veramente deliziosi.
Il pilot, che più che un episodio è praticamente una lunga (ma non troppo noiosa) preparazione a quello che verrà, si può dire che prometta bene, sebbene introduca dei personaggi che di certo non bucano lo schermo per carisma e tutto sommato sono pure un po’ stereotipati, ognuno con la sua lista di cose da fare nell’annuale The Purge e ognuno con una già evidente spada di Damocle sul capo.
Abbiamo una manager in carriera che deve portare a termine un affare losco per poi tornare al suo piano “protetto” di una grossa azienda (le quote che vogliono quel piano non così sicuro a lungo sono davvero basse), una coppia di benefattori che si ritrova ad un party di dubbio gusto e moralità dei “Nuovi Padri Fondatori” (quelli che hanno preso potere politico e promulgato l’annuale purga) per raccogliere fondi per i meno abbienti, cosa che fa per altro ridere, dato che la purga annuale mira proprio a quei bersagli in grande maggioranza. E infine, un ex marine che cerca disperatamente la sorella durante la notte più pazza dell’anno, con la donna che si è infilata in una setta di geni e pensa che facendosi trucidare da qualche frustrato raggiungerà il paradiso.
Sembrano essere questi i personaggi principali ed è già chiaro che in qualche modo alcuni di loro vedranno le loro storie intrecciate. Come dicevamo prima, la puntata in questione parte piano, poco action e poco horror, giusto un brevissimo combattimento tra il nostro veterano ispanico con i classici delinquenti e un tizio della setta che pensa bene di “accettare” il suo destino ultimo facendosi massacrare a colpi di ascia e accetta. Ovviamente il cultista si rende conto che è un po’ una cazzata ciò che sta facendo, ma succede comunque, e noi non vediamo niente, se non delle ombre che si accaniscono su di lui mentre l’inquadratura ci mostra i suoi compari guardare inorriditi la scena, intuendo che forse, anche se è per raggiungere il paradiso, farsi trucidare da alcuni psicopatici non è un bel modo per andarsene.
Questo è quanto, né più né meno al momento, ma non si può nascondere che ogni patito degli action/horror possa sperare che questa serie gli regali qualche emozione come si deve. Con il panorama offerto al momento da tale settore, si sente sicuramente il bisogno di una serie che ci offra qualcosa, qualcosa di grosso e serio. E come detto in apertura The Purge ha tutte le carte in regola per fare bene.
Sinceramente non possiamo che sperare in un’azione sfrontata ed evidente e ad un horror senza ripensamenti. Insomma, uno show fine a se stesso, senza messaggi sociali o politici. Un prodotto che non cerchi di insegnare niente di profondo ma che ci faccia esaltare per i combattimenti e provocare inquietudine per qualche scena cruda. Peraltro, grazie al setting e ai personaggi presentati abbiamo già delle dignitose basi di partenza: abbiamo i due “buoni” benefattori che finiranno quasi sicuramente in quello che per loro è un incubo ad occhi aperti e dovranno uscirne, magari salvando la loro pia anima. Abbiamo la manager che pare la classica persona disposta a fare di tutto per sopravvivere e con una discreta dose di intelligenza necessaria a farla tirare avanti e infine c’è il tizio che se la può giocare con tutti, può sparare bene e combattere in corpo a corpo ancora meglio, l’ex marine.
The Purge ha messo i suoi cavalli in pista: ora dobbiamo sperare che corrano bene. Si accettano scommesse, signore e signori. Che la corsa sia emozionante, e condita da spari, combattimenti degni di questo nome, arti mozzati e morti violente. Perché è questo che dovrebbe essere The Purge. Niente di più, niente di meno.
Fate suonare le sirene.