Abissi di follia e grandi ambizioni
The Sinking City è il nuovo titolo in uscita della Frogwares, casa sviluppatrice indipendente ucraina, che dopo diversi anni e qualche intoppo ha finalmente annunciato all’E3 di quest’anno la data di uscita del gioco, 21 marzo 2019, disponibile su Xbox One, PS4 e PC. Si tratta di un gioco a tema lovecraftiano che vuole unire elementi investigativi a elementi open world ed action, puntando al tempo stesso a trasmettere l’atmosfera e le sensazioni tipiche dei racconti cosmic horror di H.P. Lovecraft, un progetto sicuramente ambizioso per la piccola casa di sviluppo, che certamente interessa gli appassionati di questo genere per le idee interessanti e piuttosto uniche nel genere, ma che al tempo stesso preoccupa molto per i limiti tecnici evidenti che per ora sono traspariti dai trailer e dalle presentazioni.
Nel gioco vestiremo i panni di un investigatore privato degli anni ’20, chiamato nella città fittizia di Oakmont, Massachussets, quindi nel New England tanto caro a Lovecraft, città afflitta da una misteriosa inondazione perenne dalle palesi cause soprannaturali, nella quale omicidi, sparizioni misteriose e eventi ai limiti della sanità mentale sembrano essere all’ordine del giorno. Il gameplay mostrato dalla compagnia non è ancora moltissimo, ma si sa per certo che sarà un gioco open world in terza persona, con la camera posizionata molto vicina al nostro personaggio, con una importante componente action, si potranno usare armi di vario genere, ma la cui colonna portante sarà comunque l’investigazione.
La maggior parte delle missioni, principali o secondarie che siano, ci vedranno infatti indagare sulla morte o la sparizione di qualcuno o su eventi più macabri e fuori dall’ordinario, legati al soprannaturale. Ed è già da qui possono sorgere i primi dubbi all’appassionato delle atmosfere criptiche e sommesse dell’immaginario Lovercraftiano. L’eventuale componente action infatti può rendere l’atmosfera ancora più tesa per la scarsezza di risorse e per la difficoltà degli scontri, come in realtà la stessa Forgwares ha dichiarato, così come può distruggerla del tutto trasformando il playthrough in una caccia al kaiju tentacoloso, togliendo gran parte dell’ansia e dell’orrore che il gioco dovrebbe trasmettere. Trovare l’equilibrio giusto tra queste due componenti è fondamentale per la riuscita del titolo.
Sulla componente open world invece dovremmo andare abbastanza sul sicuro, la città di Oakmont che ci troveremo ad esplorare sembra infatti essere piuttosto ben riuscita, sia per atmosfera che per design. È stata investita infatti una cura particolare nella costruzione della mappa di gioco, sia per quel che riguarda la pianta che gli edifici, entrambi ispirati allo stile americano degli inizi del novecento e l’effetto, seppur volutamente non del tutto realistico, ha certamente il suo fascino lugubre. Una cosa interessante sarà certamente l’esplorazione, probabilmente più suggestiva ed originale, della parte allagata della città, che avverrà in parte a bordo di una barca, ma che si focalizzerà con ogni probabilità negli interni degli edifici. Hanno dichiarato infatti che ci saranno centinaia di edifici esplorabili da cima a fondo dove saranno nascosti gli indizi necessari all’avanzamento delle nostre indagini occulte o non.
La nota dolente è evidentemente il lato tecnico. Da quanto visto finora le animazioni dei personaggi, dalle interazioni con l’ambiente allo shooting, sono legnose e poco curate e rischiano davvero di essere una pecca enorme del prodotto finale se non fanno un salto di qualità bello alto. Anche il voice acting è piuttosto poco espressivo e piatto, lato che specialmente in un gioco come questo dovrebbe meritare un investimento maggiore.
Parlando infine dell’ambientazione in sé, è importante sottolineare che pur non trattandosi dell’adattamento di un racconto di Lovecraft, il mondo in cui ci muoveremo è inteso per far parte dell’universo creato dallo scrittore di Providence, quindi tutti gli eventi di Arkham, Dunwich, Innsmouth ecc sono parte integrante dell’ambientazione e questo certamente può essere un punto a favore per gli appassionati, che avranno possibilità di comprendere meglio molti riferimenti.
Ricapitolando quindi, il titolo Frogwares ha le carte in regola sia per essere una perla per gli amanti di weird tales e giochi da tavolo come Call of Chtulhu, sia per essere un gioco del tutto dimenticabile, affossato dall’arretratezza del comparto tecnico e dalla poca cura che sembra essere stata messa in alcuni dettagli non trascurabili. Speriamo che Yog Sothoth porti gli sviluppatori sulla strada giusta.
A cura di Simone Artini