The Trip: Il nuovo lavoro di Wirkola è ancora una volta un film che non dovete perdervi
Mi piace davvero tanto il regista e sceneggiatore Tommy Wirkola, trovo che Dead Snow e relativo seguito siano tra i migliori film di genere dedicati agli zombie dell’ultimo decennio e oltre.
Oggi però sono qui per incensare un’altra sua opera, ovvero The Trip, che trovate su Netflix e che vi consiglio caldamente di guardare.
Assolutamente Niente spoiler, non temete, con questo film dovete solo sedetevi comodi e prepararvi “semplicemente” ad un ottovolante di emozioni, perché The Trip è un film che stimola la curiosità, che diverte con la sua violenza iperbolica, che crea tensione con le scene più drammatiche ma allo stesso tempo paradossalmente genera un mare di risate grazie al sua spiccata vena da commedia irriverente.
Wirkola non ha paura di sporcarsi le mani con eccessi, allusioni sessuali, sangue, escrementi, una estetica splatter pronunciata, in un trip stordente di azione vorticosa sopra le righe sempre veicolata da una regia funzionale e puntualissima e una sceneggiatura semplice ma scritta in maniera brillante.
The trip è un action commedy horror che fa del continuo ribaltamento dei ruoli e situazioni un punto focale dell’intrattenimento, si parte da una situazione che ricorda Mr. e Ms. Smith o La Guerra dei Roses e si finisce in un bagno di sangue in cui tutte le parti in causa lottano per la sopravvivenza.
Chi lo conosce noterà che ci sono tanti tratti tipici del regista a livello stilistico, come ad esempio la ridicolizzazione del nazismo già presente in Dead Snow e che qui definisce uno dei personaggi più stupidi del film. Il dark humor e il politicamente scorretto si intrecciano senza soluzione di continuità nella storia di questa coppia disfunzionale ( interpretata in modo super convincente da Noomi Rapace e Aksel Hennie) e generano uno spettacolo grottesco e avvinghiante in cui i toni cambiano di continuo e creano un coinvolgimento totalizzante. Il film infatti ha un ritmo soverchiante e vola davanti i nostri occhi nonostante la durata di quasi due ore.
Da non sottovalutare poi quanto funzionano tutte le personalità che animano il film a prescindere dal minutaggio concesso. Questo grazie anche a una soluzione di montaggio brillante in cui ogni personaggio che entra in scena viene presentato da un rapido flashback che fa da premessa e caratterizzazione del proprio ruolo, e anche quello con gli aspetti più caricaturali gode inevitabilmente di un certo carisma. Per esempio, Il ruolo del pugnace e scontroso padre del protagonista è esemplare a mio parere di quanto Wirkola riesca a sintetizzare in maniera sorprendente, efficace e con un certo stile, la caratterizzazione di un personaggio per rendercelo irresistibile nonostante gli evidenti spigoli della sua moralità.
Tutte le pedine in campo -se così vogliamo chiamarle sempre in virtù del mistero che vogliamo lasciare sul plot vero e proprio- sono accumunate da una certa indole negativa, ma la surreale degenerazione degli eventi porta a definire una naturale graduatoria di “cattiveria” nei vari personaggi che ci porta chiaramente a tifare per i protagonisti, nonostante non esistano stinchi di santo in questo film.
Alla fine regna una poetica del cinismo che può sembrare un ossimoro ma è il bello di The Trip. Da vedere.