Here come’s the end

Dove ci eravamo lasciati? Ah sì, giusto.
Una famiglia ricca di misteri, superpoteri folli, viaggi nel tempo, società segrete, e anche un’apocalisse per non farci mancare nulla.
Se tutto questo vi è mancato, allora tenetevi forte, perché con la sua seconda stagione, la serie nata dalla mente di Gerad Way, ha fatto il definitivo salto di qualità. Allacciate le cinture, si torna indietro nel tempo a salvare l’umanità con The Umbrella Academy 2.

Umbrella Academy 2

We’re leaving together,

But still it’s farewell

And maybe we’ll come back

To earth, who can tell?

Dopo un breve, quanto utile, riassunto della prima stagione, le nuove avventure della famiglia Hargreeves ci portano indietro negli anni ’60, con gli eroici ragazzi dell’Umbrella sparpagliati in lassi temporali diversi e pronti a riunirsi tra di loro, fuggendo dai soliti improbabili pericoli.

Il mix esplosivo della serie di eroi più strambi del mondo è sempre lo stesso. Le puntate restano fresche, dinamiche, ricche di combattimenti interessanti, una trama in costante evoluzione (seppur riprenda alcuni stilemi già visti) e una colonna sonora eccezionale.

Le lotte sociali imperversano negli Stati Uniti. Il Black Lives Matter era già una realtà fondamentale all’epoca, e Allison e gli altri dovranno riuscire a destreggiarsi in questo impervio labirinto sociale in costante evoluzione. Il tutto, ovviamente, con un costante accompagnamento jazz, blues, swing e i primi accenni di pop. Alla radio passa Maxine Nightingale (seppur attiva, realmente, 5 anni dopo gli avvenimenti narrati) con Right Back Where We Started From:

Ooh, and it’s alright and it’s coming along

We gotta get right back to where we started from

Love is good, love can be strong

We gotta get right back to where started from

 

I nostri eroi provano a fuggire dall’apocalisse, sia mondiale, che quella interna che costantemente attanaglia le loro anime, ma non riescono a far perdere le proprie tracce. Sono perennemente destinati a ritornare lì, dove ogni cosa è iniziata.

Seppur tutti quanti gli Hargreeves si siano contraddistinti in azioni tanto spettacolari, quanto coinvolgenti, facendoci innamorare nuovamente dei loro poteri e delle loro meravigliose caratterizzazioni (ancora più approfondite in questa stagione), due personaggi su tutti sono stati il vero motore trainante dell’inarrestabile ombrello nero. Seppur non risulti essere una novità, il primo è senza dubbio l’eccentrico Klaus.
Il personaggio interpretato da Robert Sheehan continua a sorprenderci, puntata dopo puntata, diventando sempre meno macchiettistico (nonostante la sua eccentrica follia accentratrice sia sempre presente, ma mai assillante) e più profondo, maturo e ben definito. A lui si affianca un Diego in punta di fioretto.
Il suoi tristi legami familiari sono analizzati ancora di più e la sua natura realmente eroistica, permettono di trainare con sé tutto il gotico, e sgangherato, “carrozzone” di parenti.

Umbrella Academy 2

Come Jim Morrison che, con i suoi The Doors, cantava:  “I had my friends; Right there beside me. We were close together. We tripped the wall and we scaled the graveyard; Ancient shapes were all around us”  anche Diego si ritrova con i suoi amici/fratelli a scalare quest’antica parete staccatasi dalla continuità del tempo, e l’unico modo per riportare le cose come stanno è superarla, senza sapere però cosa li aspetterà dall’altro lato.

The Umbrella Academy 2 riesce nell’impresa di raggiungere il secondo livello di gioco

Questo costante stato d’incertezza, accompagnato all’umorismo nero, e l’estetica gotica (simile, per citare un’altra serie di eroi, a quella della Doom Patrol) permettono di inquadrare definitivamente lo stile artistico di The Umbrella Academy 2, totalmente in linea con quanto abbiamo potuto apprezzare nella carriera musicale del suo padre spirituale: Gerad Way.

E se “Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista” lo stesso vale per una serie TV. Le aspettative sono altissime, c’è il desiderio di stupire e, al tempo stesso, di riconfermare quanto fatto. Si vuole più azione, ma anche più profondità di scrittura, con conseguenti punti in sospeso per un proseguimento. Una missione difficile tanto quanto quella di salvare il mondo (per due volte di fila), ma The Umbrella Academy, con la sua seconda stagione, e con il supporto di Allison, Luther e gli altri, riesce in questa difficilissima impresa.

Umbrella Academy 2

La maturità della serie originale Netflix è tale da poterla mettere nella top 3 delle produzioni della N rossa. Vederla al fianco di opere pop come Stranger ThingsNarcos non è assolutamente un’eresia, anzi è una constatazione chiara ed evidente.

Ultima nota? Gli eccezionali Svedesi sono l’altra faccia della medaglia dell’Agenzia di cui avevamo bisogno assoluto, dopo una stagione dominata dal dissennato duo composto da Hazel e Cha-Cha.

The Umbrella Academy 2 è finalmente arrivata, riuscendo a dichiararsi al mondo intero per quello che realmente è: la serie definitiva dei supereroi non mainstream. Lunga vita agli ultimi.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.