The Walking Dead: World Beyond conferma il fatto che il mondo dei Vuoti di Robert Kirkman dovrebbe prendersi una pausa
Sembra che di The Walking Dead non riusciremo mai a liberarci, e questo nonostante le ultime stagioni non siano riuscite a racimolare più alcuna presa né sul pubblico che, appassionato inizialmente, si è lasciato indietro le puntate trascinatesi avanti con la le lentezza dei Vuoti, né della critica, che se da prima era stata fedelmente dalla sua parte non ha saputo più trovare nessun motivo per lodare, sostenere, a tratti anche solo parlare o riflettere sulla serie ideata da Frank Darabont.
Una fine auspicata quella di The Walking Dead che, a differenza di ciò che accade solitamente con le serie del cuore, ha lasciato ai suoi amanti la sensazione che sarebbe dovuta probabilmente arrivare il prima possibile, prolungatasi invece fino alla sua undicesima e conclusiva stagione.
E, proprio quando la parola fine è stata finalmente incisa nel destino del prodotto post-apocalittico, sono stati gli annunciati spin-off a lanciarsi con grido di battaglia sul terreno delle operazioni seriali, costola di un universo che i creatori sentivano di dover espandere ulteriormente, agendo esattamente all’inverso rispetto a ciò che serviva al mondo di The Walking Dead.
Se di Tales From The Walking Dead, produzione che vedrà ad ogni sua puntata differenti protagonisti, non è ancora stata resa nota una data di uscita, per The Walking Dead: World Beyond la strada è appena cominciata sulla piattaforma Amazon Video, mentre la decima stagione della serie madre si prende la propria pausa per la midseason.
Quando The Walking Dead diventa teen
Situandosi temporalmente dieci anni dopo il giorno dell’apocalisse, trovando in due sorelle alla ricerca del proprio padre le sue protagoniste, The Walking Dead: World Beyond dovrebbe, a esplicazione del suo titolo, portarci oltre una barriera, oltre un universo che agli occhi dei giovani personaggi è sconosciuto, ma si mostra quanto mai prevedibile invece per quelli dello spettatore.
Sensazione di conoscenza non solo per i fan di The Walking Dead, ma per un pubblico generico che riconosce nella stesura di una storia insapore e in una messinscena smessa e opacizzata una serie che non sembra possedere per nulla una benché minima personalità, a fronte di quella che condivide invece con tantissimi altri, ripetitivi lavori teen.
È la stereotipizzazione di ogni singolo elemento della serie che volge alla stucchevolezza di cui si pervade il prodotto nato da Scott G. Gimple e Matthew Negrete, su soggetto ancora una volta di Robert Kirkman, ma ancor più la delineazione di caratteri che, nel loro voler essere tosti, peculiari, fuori dall’ordinario e marcatamente inediti trovano la via asfaltata per riportare alla mente prodotti già visti e personaggi di per sé finti e preconfezionati.
Un appiglio su cui The Walking Dead: World Beyond punta, a cui però non si riesce a rimanere attaccati, scivolando in una spirale di tediosità che sembra aleggiare come una cappa sull’intera cittadina protetta da quelle mura simbolo di una differenza tra l’apertura selvaggia e il tentativo di riabitare un pianeta che è stato scosso e sconquassato dall’abbattersi del cielo sulla terra, ma di cui francamente sono ben pochi – se non nulli – gli spunti a cui è in grado di potersi interessare lo spettatore.
Ma servono davvero questi spin-off?
Questo mondo oltre la fine, dunque, sembra troncarsi senza essere nemmeno partito per ciò che concerne la presa del pubblico su una storia che è apparentemente esente di un motivo per cui vivere, non trovando né quell’atmosfera cult che aveva accompagnato almeno in principio la serie da cui tutto è cominciato, né un’identità propria e convincente da poter permettere a questi personaggi e alla loro presunta avventura di avvalersi della fiducia e del supporto di nuovi incuriositi adepti.
La ritualistica fatta di adolescenti in crisi, dimensioni catastrofiche da attraversare e viaggi di scoperte per smascherare complotti istituzionalizzati ricongiungendosi con la propria parte familiare non dà adito a nessuno slancio realmente intrigante nonostante lo sforzo reiterato e sottolineato da The Walking Dead: World Beyond, lasciando ai personaggi la libertà di perdersi e rimanere intrappolati nella desertica condizione di vita dei Vuoti, non provando fibrillazione nel seguirli o il più piccolo timore nell’aspettare che arrivino vivi alla fine.
Una fattura altamente discutibile quella della serie di Gimple e Negrete. Protagonisti scostanti, atmosfera statica e un grigiore diffuso, tutto ciò che non dovrebbe essere la prima puntata di una nuova serie e, ancor più, un ricordare che quando un prodotto è stato spremuto fino alla sua ultima goccia, gli si dovrebbe concedere il tempo di riposare.
Riposare e, probabilmente, ritirasi, non dovendo usare mezzucci scadenti e arroccati per mantenersi in vita, tanto meno con spin-off inconsistenti che vanno solamente ad affossarne ancora di più la loro gloriosa e passata figura.