TIM multata: AGCM sanziona l’azienda per 116 milioni di euro per aver ostacolato lo sviluppo della fibra FTTH in Italia
L’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha deciso di multare TIM per 116 milioni di euro: l’azienda italiana delle comunicazioni è stata multata perché avrebbe utilizzato una strategia anticoncorrenziale che ha ostacolato lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.
In pratica, stando all’accusa, TIM avrebbe causato intenzionalmente un ritardo nello sviluppo della fibra FTTH nelle cosiddette zone bianche, che sono sostanzialmente aree in cui non vengono effettuati investimenti senza finanziamenti. L’azienda avrebbe così cercato di mantenere il proprio dominio nell’offerta, ritardando le gare per vie legali, e modificando i piani di copertura di tali aree.
Si legge infatti:
“L’Autorità ha accertato che TIM ha ostacolato lo svolgimento delle gare, indette nell’ambito della Strategia nazionale banda ultra-larga del Governo, per il sostegno agli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga nelle aree più svantaggiate del territorio nazionale (cosiddette aree bianche).
In particolare, TIM ha deciso una modifica non profittevole dei piani di copertura di tali aree durante lo svolgimento delle le gare ed ha intrapreso, contestualmente, iniziative legali strumentalmente rivolte a ritardare le medesime.
Tale comportamento appare particolarmente grave in quanto i suddetti ritardi producono i loro effetti in una situazione complessiva che vede il nostro Paese già strutturalmente indietro di ben 18 punti percentuali rispetto alle altre economie europee in termini di copertura della FTTH.”
Da qui la decisione della multa, anche se AGCM ha tenuto a sottolineare il comportamento di TIM durante l’istruttoria, e che “si è mostrata attenta ad assicurare che le offerte promozionali presentassero delle condizioni economiche complessive replicabili da altri operatori concorrenti.”
Vedremo se ci sarà una risposta ufficiale da parte dell’azienda.
Che ne pensate della situazione?
(Fonte: AGCM)