Ancora una volta sulla breccia, cari amici
Sono passati due anni dal primo Titanfall. Due anni in cui il gioco ha praticamente perso ogni popolarità, complice una certa delusione da parte dei giocatori che non trovarono (o almeno non tutti) un gran numero di motivi per continuare a giocare l’ottimo FPS multiplayer di Respawn Entertainment. Costituito da una cospicua fetta di ex dipendenti Infinity Ward, Respawn arrivò al lancio di Xbox One con uno sparatutto concentrato sul gioco online il cui concept, ossia quello di poter disporre all’occasione di un enorme mech da combattimento, galvanizzò il pubblico non poco. Al lancio Titanfall fu un successo, complice l’oggettiva solidità delle sue meccaniche, solo occasionalmente minate da alcuni passi falsi. Sembrava tutto rose e fiori, ma il gioco finì ben presto nel dimenticatoio perché, per quanto incredibile, dimostrò qualcosa che comunemente si tende a sottovalutare: l’importanza del single player.
Facile ai giorni nostri pensare che gli utenti che si muovono su titoli come COD o Battlefield acquistino il gioco solo per potersi sfidare in multiplayer. C’è qualcuno che di tanto in tanto azzarda numeri, cercando di spiegare quanti acquirenti avviino o completino le campagne single player. È opinione comune, e non se ne può fare una colpa a Respawn. Ma la verità fu che proprio l’assenza di una campagna decretò ben presto la morte del primo Titanfall, relegando il resto ad una fetta troppo piccola di utenti tale, evidentemente, da non giustificare certe dinamiche di mercato o, quanto meno, l’esclusività per Xbox. Il titolo, insomma, è stato una bella lezione per l’industria su quelle che sono le reali dinamiche degli sparatutto online, e anche una bella soddisfazione per chi come noi AMA gli sparatutto di stampo classico, quello cioè del tutto esente dal gioco online e concentrato su campagne variegate e divertenti. Il punto è che ai giocatori frega del single player. Lo vogliono, lo bramano e sebbene evidentemente non tutti lo sviscerino come si deve, è auspicabile che un gioco non ne sia privo. E dunque, con questa premessa, capirete perché Titanfall 2 non solo ritorna sui suoi passi proponendo una solida campagna single player, ma fa anche un ulteriore salto passando da esclusiva Microsoft a titolo multipiattaforma. A questo punto la domanda è: avrà Titanfall 2 tutti i requisiti per fare bene, o comunque, meglio del suo predecessore?
La lunga guerra su Typhoon
Jack Cooper è un fuciliere. Un soldato della milizia che sta per farsi le ossa sul campo di battaglia nella lotta contro l’IMC. Il nostro è una pedina, nulla più che carne da cannone da sacrificare nella battaglia che sta per svolgersi sull’inospitale pianeta Typhoon. Jack sogna di diventare un pilota e un po’ per abilità, forse un po’ per compassione, finisce sotto l’ala protettrice del Capitano Tai Lastimosa. Proprio sotto il Capitano, Jack viene lanciato, come tanti altri bravi soldati, sul pianeta dove l’IMC, assieme ad una natura particolarmente selvaggia e inospitale, aspetta la milizia per farne strage. La prima battaglia è concitata e violenta e miete un gran numero di vittime. Stordito e solo sul campo, tra i resti dei suoi compagni, Jack rinviene un Titan alleato, BT-7274, con cui instaura un legame neurale diventandone, a tutti gli effetti, il pilota. Fattosi allora carico del compito a cui la macchina era assegnata, Jack comincerà la sua campagna su Typhoon, in quella che sarà una perenne peregrinazione che, assieme al suo Titan, farà da ago della bilancia tra la vittoria e la sconfitta dell’IMC.
La campagna di Titanfall 2 ha un grandissimo pregio, e questo è la varietà. Intendiamoci: non compie nessun volo oltre i limiti di quello che è stato offerto negli anni da altri giochi simili, ed anzi per lo più si diverte a mescolare o riprendere alcuni cliché abbastanza comuni nel campo degli FPS, aggiungendo a questi diversi livelli incentrati sulle piattaforme (mobili e non) tra cui potremo divertirci a correre e saltare come già siamo stati abituati durante le sessioni multiplayer. Eppure l’abilità di Respawn, che evidentemente è più che a suo agio con il genere, è quella di saper mescolare tante cose già viste, tante situazioni già giocate, in un mix unico e molto appagante. Per dirla in soldoni: la campagna di Titanfall 2 è dannatamente divertente, e lo è per la sua abilità di proporre al giocatore situazioni spesso differenti rispetto a quanto giocato appena prima. La pecca è quella di una durata veramente risicata (6 o 7 ore al primo giro, forse una decina per chi vorrà recuperare tutti i collezionabili presenti nel gioco) che però paradossalmente finisce per dare al tutto un ritmo molto serrato e concitato. Non si è dunque sperimentato, ma si è comunque offerto al giocatore una storia che non solo vale la pena di essere giocata per il suo ritmo, ma anche per l’abilità con cui in essa si incastrano delle soluzioni che, pur non essendo nuove, svecchiano in diverse situazioni quello che è un concetto di gameplay che generalmente è molto stereotipato e “stantio”. Titanfall 2 si prende dunque la briga di stimolare il giocatore di continuo, vuoi per la verticalità e l’ampiezza dei suoi livelli, vuoi per la particolare deriva platform del level design che, giustamente, offre al giocatore la possibilità di sfruttare appieno tanto le abilità del pilota quanto quelle del Titano. Su questo dogma di varietà si basa ogni aspetto del gameplay, da quelli più banali e prevedibili, come gli scontri con i boss, sino a situazioni più inattese e sorprendenti di cui volutamente non parleremo per evitare di rovinarvi la sorpresa. Vi basti pensare che laddove un comune FPS si limiterebbe, forse, a proporvi sempre un numero maggiore di scontri a fuoco, Titanfall 2 provvederà invece a proporvi dei concetti sempre nuovi relativi al design dei suoi livelli in cui ovviamente i nemici non mancheranno, ma che comunque non saranno il cardine della sfida offerta dagli sviluppatori. E questa è una figata, perché nei fatti significa che nessuno dei livelli offerti è anche solo vagamente simile al precedente, non solo per mera costruzione o per estetica, ma soprattutto per quello che il livello può offrirvi, eccezion fatta per l’impronta più squisitamente shooter che ovviamente sorregge il gioco. Non ultimo, molte delle situazioni che si vanno a creare durante la campagna sono visceralmente legate alla trama, come a dire che una determinata condizione in cui vi troverete ha un motivo specifico e fondato per essere lì a farsi giocare. Ora questa vi sembrerà una banalità, ma non lo è, perché dimostra ancora una volta quanta cura Respawn abbia messo nello sviluppo di una campagna che non vuole essere un mero companatico o, visto il caso, un “contentino”, ma qualcosa di solido e performante, e che faccia da ri-apertura di una serie che, a questo punto, potrebbe avere davanti a sé un futuro molto roseo.
Purtroppo però non tutto è veramente al suo posto come si vorrebbe ed il primo e fondamentale scoglio dell’esperienza di gioco è offerto dall’intelligenza artificiale nemica, i cui limiti vi saranno presto evidenti. I nemici di Titanfall 2 sono stupidi, e non c’è altro modo per dirlo. Nonostante il loro numero soverchiante e il loro armamentario di tutto rispetto, i soldati hanno un tempo di reazione ridicolo, e non godono praticamente di alcuna organizzazione. Ora, questo sarebbe già un problema in uno sparatutto di stampo classico, immaginate quanto è tutto ancor più semplice se il vostro personaggio è una specie di ninja pesantemente armato, capace di correre sui muri o di spiccare salti particolarmente alti. Certo non mancherà la voglia di approfittare di questa “mancanza” per sperimentare nuovi ed efficaci manovre da combattimento, ma a conti fatti parliamo comunque di una pecca abbastanza demotivante, specie quando vi renderete conto di essere diventati così abili da poter veramente fronteggiare un intero esercito da soli. E badate, perché stiamo parlando di situazioni in cui non sarete provvisti del vostro Titan che, ovviamente, davanti ai piccoli nemici bipedi è praticamente inarrestabile.
A bordo del Titan le cose si fanno leggermente diverse, e per certi versi migliori. L’idiozia dei vostri nemici sarà sempre ben visibile, ma quando saranno anch’essi a bordo di un titano, l’oggettivo ammontare di danni che quest’ultimi possono infliggervi rende il tutto un po’ più bilanciato. Senza contare che la mobilità di BT è lontana anni luce da quella di Cooper, tutto è più lento e pesante e, forse proprio per questo, più alla portata di una certa strategia che vi impedisca di farvi seccare quando troppo esposti al fuoco nemico. Un peccato che in questo senso non si sia deciso di puntare sulle boss fight che, salvo un paio di casi, non offrono al giocatore una sfida degna di questo nome e finiscono per collocarsi, purtroppo, sullo stesso piano di qualunque altra battaglia su mech.
La lunga guerra online
Archiviata la campagna single player, Titanfall 2 torna alle sue origini offrendo al giocatore un fitto armamentario di esperienze online, ad uso e consumo tanto del neofita quanto del fan della primissima ora. Respawn ha lavorato sui feedback raccolti all’uscita del primo titolo per modificare e migliorare molti aspetti dell’esperienza online, consegnandoci un titolo che, su tutto, è vagamente più bilanciato che in origine, specie per quanto riguarda la sua componente fondamentale: i titani. Proprio in tal senso è un piacere constatare il ritorno di alcune delle modalità apprezzate nel primo titolo, su tutti Logoramento, che offre nulla più che una lunga e dispendiosa battaglia campale online. Divisi in due squadre, i giocatori vivono un deathmatch particolarmente intenso in cui avranno il supporto di diversi soldati e non solo gestiti dalla I.A. Logoramento è una modalità divertente ed è anche quella, a dirla tutta, con il bilanciamento migliore, offrendo sia obiettivi a portata di novizi, come i succitati bot dell’I.A., sia sfide a portata dei giocatori più navigati che faranno così da apripista per la nostra vittoria a bordo dei Titan. Logoramento è la vera e unica modalità per tutti, permettendo un divertimento che quasi mai è frustrante per i newcomer, che invece altrove potrebbero soffrire, e non poco, le enormi differenze che sussistono tra i giocatori di livello più alto e quelli di livello inferiore.
Per il resto le modalità offerte sono 7, più un’ottava ad uso e consumo di chi potrà spenderci moneta digitale (rigorosamente in game, non temete): Caccia alle taglie, PCA, Piloti contro piloti, la succitata Logoramento, Sopravvivenza Titan, Colosseo, Cattura la bandiera e Tutti contro tutti. A cui vanno ad aggiungersi le due modalità Remix, standard e nella variante a 16 giocatori, che altro non offrono se una roulette continua tra le varietà precedenti, Colosseo escluso. Come potrete intuire, Respawn non si è prodigata più di tanto per offrire novità e nonostante le modalità siano molte, si tratta pur sempre di meccaniche già note, tanto che, proprio per le sue differenze, Logoramento è certamente la più giocata in assoluto insieme a PCA, aka la versione locale dell’Hardpoint. Diverso da tutto il resto è poi, come suggerito, il Colosseo, che consiste in uno scontro a pagamento (10 crediti per giocare) in cui 2 giocatori si fronteggiano su di un livello piccolo e circolare sospeso nel vuoto, con armi particolarmente scomode. L’idea è quella di uno scontro concitato, capace di offrire al vincitore una buona ricompensa in termini di punti esperienza, nonché una serie di premi sbloccabili in modo del tutto randomico. Bello e utile sulla carta, ma il risultato è invece molto povero, poco divertente e, a dirla tutta, brutto in ogni senso possibile.
Poco male, perché l’offerta è comunque più che dignitosa e, come detto, ci sono modalità che fanno davvero la differenza in termini di divertimento. Non solo, anche online, soprattutto online, le caratteristiche del gameplay di Titanfall 2 la fanno da padrona, offrendo al giocatore un ampio set di perks e abilità in aggiunta a quello che è lo standard di ogni pilota degno di questo nome. Anche qui ci sono ritorni graditissimi, come il Kunai per il tracciamento dei nemici, ma anche piacevolissime novità come il rampino. Potreste pensare che in un titolo in cui si corre sui muri e si salta per diversi metri, un oggetto come il rampino sia superfluo, e invece si dimostra divertente, utile e ben progettato. I movimenti vengono in qualche misura amplificati e specie in mappe particolarmente ampie, come quelle offerte dalle partite in Logoramento, il rampino si dimostra a dir poco fondamentale in aggiunta ai salti ed alle corse sui muri. Non solo poi lo si può utilizzare per scalare i livelli, ma un minimo di pratica vi permetterà di usarlo per avvicinarvi ad un nemico, a scalare un Titan alleato e non, piazzarvi silenziosamente in una posizione a vantaggio di tiro dalla distanza. Un’aggiunta degna di nota, che non sostituisce ma si va ad aggiungere ad un campionario già solido e apprezzato che include anche la possibilità di compiere scatti velocissimi per disimpegnarsi da uno scontro o, perché no, la ben nota e ancora apprezzatissima possibilità di diventare temporaneamente invisibili.
Prepararsi al titanfall!
Ovviamente il gioco online non è esente dai Titani (e ci mancherebbe) ed il team ce ne ha offerti ben 6, ognuno dei quali è specializzato in un ruolo specifico, proprio come succede per le tipiche “classi” di uno sparatutto online. La differenza fondamentale è che mentre un pilota, è costruito solo vagamente su di uno scheletro per ciò che concerne il suo ruolo, e può pertanto essere modificato in base ai gusti ed allo stile dell’utente, il Titano resterà vincolato al suo standard, con pochissime variazioni possibili. Le categorie cercano comunque di offrire una varietà utile e funzionale, sicché ci sono titani che sono particolarmente efficienti sulla media distanza, altri che si giocano puramente in vesti di tank o supporter, ed altri che servono sulla lunga distanza o sul corpo a corpo. Sei anime metalliche, per sei stili di gioco diversi, offrendo comunque un minimo di adattabilità alle numerosissime zuffe che spesso coinvolgono ben più di un titano sul campo. Senza contare il fatto che comunque i Titani offrono un minimo di variazioni che, specie per i perks secondari, permettono al giocatore di godere di alcuni “trucchi” ad uso e consumo di situazioni particolarmente spinose come, ad esempio, i popolari rodeo.
Per il resto, la differenza fondamentale non è tanto il bilanciamento dei Titani in sé, ma come il loro uso impatta sul gameplay in generale. Nel precedente capitolo la presenza dei Titani costituiva una grana non da poco, principalmente a causa del sistema di recupero automatico dell’energia persa. Un giocatore particolarmente abile poteva tenere in piedi il suo Titano per diversi minuti, costituendo un problema per i restanti giocatori in attesa del loro titanfall. In questo secondo capitolo la meccanica è stata invece rivista ed ora i Titani non possono più recuperare automaticamente energia. Rimetterli in sesto è comunque possibile grazie alle batterie che ogni tanto si trovano sui campi di battaglia, ma queste non possono essere raccolte dal titano e vanno prese e inserite fisicamente nel mech. Una dinamica che invoglierebbe il gioco in squadra, con giocatori che raccogliendo batterie danno supporto ai loro amici, ma che purtroppo quasi mai viene attuata, se non dai team più coordinati ed efficienti. In ogni caso, il fatto che il Titan non sia più solido come prima riequilibria il gameplay un po’ a misura di tutti, senza intaccare la fascinazione che si ha nel controllo del mech. Non solo, anche l’abbattimento a piedi è ora più divertente e “funzionale”, potendo utilizzare le abilità del pilota per correre e nascondersi infliggendo danni precisi e chirurgici.
Al diavolo le carte!
Infine, sempre in tema di differenze, è finalmente stato riprogettato l’orrendo sistema delle Burn Cards, aka quelli che una volta erano dei potenziamenti del tutto randomici da reperire sul campo. Avendo ricalibrato l’intera sfida online ad uso e consumo di un gioco più serio e competitivo, la scelta delle abilità casuali è stata sostituita da una più comoda abilità attiva a scelta del giocatore. Come funziona? In Titanfall 2 ogni azione positiva intrapresa in partita, sia essa la conquista di un hardpoint o un’uccisione, genera punti. Questi punti vanno a sommarsi su di un apposito contatore il cui riempimento corrisponde alla possibilità di richiamare un titano. A questo indicatore è ora stato aggiunto un ulteriore “premio”, precedente al titanfall, che fa un po’ il verso ai celebri kill streak di COD. Questo premio, che è poi di fatto una abilità attiva, si chiama “potenziamento” e può essere scelto dal giocatore da una lunga lista il cui sblocco è relativo al livello. Un livello più alto significa una più ampia scelta tra i potenziamenti che spaziano da cose semplici e creative, come il lancio di ragni esplosivi che cercano e attaccano gli avversari, o una più letale pistola in grado di uccidere sul colpo il nemico senza possibilità di mancarlo. La meccanica di questo traguardo intermedio è intrigante e pur essendo un’ulteriore aggiunta ad un gameplay già denso di abilità e varie, non sbilancia in alcun modo l’azione, favorendo semplicemente il pilota per poco tempo, senza renderlo mai veramente inarrestabile e inattaccabile, un impatto meno incisivo rispetto a quanto, ad esempio, si può apprezzare (come no) su COD.
Matchmaking e Happy Hour
Prima di concludere il capitolo sul multiplayer, dedichiamo un attimo al sistema di matchmaking, forse tra i più veloci attualmente disponibili sul mercato degli FPS online. Titanfall 2 non vi lascerà praticamente mai vittime di attese troppo lunghe. Qualunque sia la modalità, anche la più “sfigata”, il gioco si prodiga di mettervi in partita il prima possibile (complice ovviamente dei server oggettivamente pieni post-lancio). Lo smacco è purtroppo però quello di un sistema che non si prodiga in alcun modo di creare un bilanciamento tra i giocatori in partita il che, in un titolo pieno di perks e varie, significa il più delle volte trovarsi a far fronte a nemici non solo abili, ma anche molto meglio equipaggiati di noi. In alcune modalità, come ormai avrete capito, la frustrazione è corposamente ridimensionata dal gioco in sé, sicché Logoramento risulta una modalità per tutti, come pure PCA, seppur in quest’ultima le differenze si facciano già sentire di più. Nelle restanti, specie quelle tutte contro tutti, la situazione è spesso imbarazzante, e resterà tale per molto tempo visto il grandissimo numero di giocatori già a livelli assurdamente alti, e le relative ore che invece occorreranno a voi per cominciare a diventare realmente competitivi. Per quanto riguarda il resto, il codice è veramente granitico e Titanfall 2 non viene praticamente mai meno, prodigandosi non solo di offrirvi un motore di gioco che mai vacilla al di sotto dei 60fps, ma di procurarvi anche stanze il cui ping è sempre e comunque sopra la media, sicché lag e simili praticamente non esistono (neanche giocando con una console in wifi!) e derivano solo dagli oggettivi limiti della vostra connessione. Come se non bastasse, dal menù multiplayer è persino possibile cambiare il server di riferimento a cui il gioco si aggancia, stabilendo sempre in modo molto chiaro dove esso si trovi rispetto alla nostra posizione.
Per quanto riguarda invece i giocatori, il gioco non offre propriamente dei clan, ma piuttosto dei gruppi chiamati “Network” a cui i giocatori si uniscono per 2 motivi fondamentali: organizzare partite insieme tramite chat room vocale, e condividere un particolare evento giornaliero chiamato Happy Hour, il cui orario di inizio è a discrezione dei creatori del network. L’Happy Hour è in pratica una fascia oraria in cui i premi relativi alle vittorie sono incrementati di ben 5 punti bonus rispetto allo standard, il che invoglia oggettivamente a giocare in certi orari ed aiuta, e non poco, a bruciare rapidamente le tappe verso la scalata a livelli che il gioco ovviamente offre.
Solido come un titano
Tecnicamente parlando, Titanfall 2 è sorretto dal Source Engine di Valve, con cui il team è stato evidentemente in grado di fare del proprio meglio. Restando in casa EA, siamo lontani purtroppo dai risultati ottenuti da DICE con il suo Frostbite, ma il risultato è comunque molto apprezzabile, sia in termini di dettagli che di texture. A fare la parte del leone sono ovviamente i titani, ricchissimi di dettagli e molto rifiniti nel loro design. All’opposto troviamo invece praticamente ogni sorta di effetto opzionale come i particellari e i volumetrici che offrono veramente poco, specie se si considera la natura “esplosiva” di un titolo del genere. Tutto comunque passa in secondo piano se si pensa che la vera forza di Titanfall 2 è la stabilità del suo codice, sempre sulla breccia dei 60fps, a dir poco granitici in ogni situazione dentro e fuori la campagna single player. Anche online, infatti, non abbiamo assistito ad un solo rallentamento, dimostrando ancora una volta una certa perizia tecnica. Non solo, il codice è di per sé molto pulito, performante e, salvo qualche piccola imprecisione in momenti di compenetrazione poligonale tra 2 modelli, il resto è tutto al suo posto. Non abbiamo infatti rintracciato bug evidenti o glitch vari, che invece di solito affliggono titoli del genere.