Se pensate che ci sia troppa roba da fare e da scoprire negli open world tripla A, è perché non avete mai provato ad avviare Total War: Warhammer III
on credo di essere in grado di parlarvi nel dettaglio di Total War: Warhammer III, e non credo lo sarò mai. Sono però così tanto stato rapito dal gioco che non riuscivo a resistere all’urgenza di scrivere qualcosa, così eccomi qui.
Dicevo: non credo che sarò mai in grado di dire qualcosa di dettagliato perché Total War: Warhammer III è qualcosa di enorme, vario e pieno di sfaccettature. Può sembrare una dichiarazione esagerata trattandosi di uno strategico con battaglie RTS, ma la varietà del decennale wargame di Games Workshop mescolata all’unicità della formula Total War ha già da anni dato risultati impensabili, e il terzo capitolo non fa eccezione.
Il discorso sarebbe applicabile certamente anche a Total War: Warhammer 2, ma anche al primo capitolo volendo. La peculiarità, rispetto agli altri Total War, è tutta da individuarsi nella modalità Imperi Immortali, grazie alla quale i capitoli precedenti e i loro DLC non diventano “giochi vecchi”, ma si integrano all’ultima uscita in qualcosa di enorme che unisce tutte le razze, le mappe e i lord della serie in un’unica, enorme campagna. Una campagna composta da decine di fazioni che a loro volta possono essere giocate in modi diversi dipendentemente dal lord iniziale selezionato.
Se la cosa vi sembra molto costosa, beh, sicuramente non avete torto se iniziate a giocare oggi. È anche vero però che i DLC disponibili per i giochi precedenti sono davvero opzionali, e non vanno ad aggiungere meccaniche come avviene nei giochi Paradox, ad esempio. Se volete utilizzare una fazione che vi interessa li potete acquistare, altrimenti non ce n’è bisogno.
Sembra un po’ strano concentrarsi così tanto su una modalità secondaria quando si commenta un gioco, ma data la natura di Total War: Warhammer questa “modalità secondaria” è probabilmente il piatto forte, più della campagna principale stessa, comunque divertente e in grado di durare diverse ore per ogni singola fazione. Il limite è ovviamente da ricercare nella necessità di possedere tutti e tre i giochi per avere accesso pieno a tutto quello che il gioco ha da offrire, ma è impossibile non notare come il rapporto tra qualità, quantità e prezzo sia in definitiva assolutamente onesto.
L’unica cosa che fa effettivamente un po’ storcere il naso è la necessità di avere tutti i giochi sulla stessa piattaforma, rendendo un po’ inutile la disponibilità su Game Pass di Total War: Warhammer III, se non come semplice introduzione alla serie. Cosa comunque da non sottovalutare, se consideriamo appunto il prezzo del biglietto per i neofiti. Grazie alla versione Game Pass è infatti possibile provare “gratis” le meccaniche di gioco, o almeno quelle delle razze presenti nel terzo capitolo, e decidere se andare all in con tutto quello che la serie ha da offrire.
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L’aspetto soverchiante di Total War: Warhammer è da individuare proprio nella mostruosa (letteralmente) quantità di approcci al gioco possibile: per fare qualche semplice esempio, esistono razze stazionarie che richiedono al giocatore una classica conquista ed espansione dei territori, o l’assimilazione delle altre fazioni della stessa razza, per avere una base stabile per rafforzare l’economia. Oppure potreste sentirvi pirati, e iniziare a giocare con la Costa dei Vampiri, cambiando totalmente approccio e decidendo di darvi alla vita di mare, con l’obiettivo di razziare le coste senza stabilizzarvi davvero da nessuna parte. O magari volete preferite costruire città sotterranee sotto gli insediamenti degli altri imperi controllando gli Skaven, una razza di topi troppo cresciuti e anche troppo incazzati. O magari vi interessa solo vedere il mondo bruciare, quindi perché non prendere una fazione del Caos e seminare il panico in giro per la mappa? Se vi sentite particolarmente rancorosi invece, i Nani hanno un libro dedicato in cui si appuntano ogni torto che gli viene fatto e che è necessario correggere, pena l’instabilità sociale.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche peculiari di alcune razze particolari, ma il gioco non disdegna per i neofiti anche fazioni più semplici, come il Catai, ispirato alla Cina imperiale, che ha un’economia molto forte a patto che riusciate a bilanciare gli elementi del vostro esercito e delle vostre città più inclini allo Yang con quelli più inclini allo Yin, e a gestire i traffici commerciali delle vostre carovane.
Il fatto è che ce n’è davvero per tutti i gusti, e ogni fazione ha le sue sfumature che rendono il gioco sempre nuovo da imparare e da padroneggiare, sia sotto il profilo politico e diplomatico (decisamente più strutturato in Warhammer III rispetto ai precedenti) che sotto quello più strettamente militare. Forse più che di sfumature è giusto parlare proprio di meccaniche, perché le differenze tra le fazioni non sono piccole variazioni, ma spesso modi diametralmente opposti di approcciarsi al mondo di gioco. Non si tratta di scegliere quale razza ci piace di più, ma di adattarsi di volta in volta alle peculiarità di ognuna di queste, piegando totalmente le proprie strategie alle caratteristiche di quelle che piano piano prendono vita come società con i loro usi e costumi, raccontando in definitiva una storia seppure non esplicitamente.
Chiunque abbia mai aperto il sito di Games Workshop o sia soltanto rimasto incuriosito dalla vastissima lore di Warhammer fantasy dovrebbe avere ben chiara la mole di miniature disponibili per ogni fazione. Allo stesso modo in Total War: Warhammer ogni fazione può contare su unità diverse, ognuna con i suoi punti di forza e le sue strategie particolari da padroneggiare. Differentemente dai Total War storici, dove per ovvi motivi le tipologie di unità sono più standardizzate rispetto a quelle di Warhammer, la varietà è incredibile anche all’interno della stessa fazione, e alcune strategie possono essere più o meno efficaci a seconda di chi si ha di fronte, restituendo ancora di più che in fase gestionale un incredibile ventaglio di possibilità.
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A fare da ciliegina sulla torta di sangue che sono le battaglie (se ci aggiungiamo il DLC che introduce smembramenti e mutilazioni il tutto diventa decisamente gore) c’è un’attenzione al dettaglio negli scontri che è semplicissimo farsi sfuggire: mi sono accorto per caso facendo zoom in durante uno scontro che una delle unità mostruose, un’idra per la precisione, ha un’animazione per cui prende un soldato avversario e lo smembra utilizzando le sue diverse teste. Non so quante cose mi sono perso mantenendo la visuale lontana dallo scontro (ma in fondo è l’unico modo per avere sotto controllo l’andamento della battaglia), ma ogni volta che avvicinavo la visuale a terra per assistere agli scontri in prima persona rimanevo affascinato dal dettaglio delle unità e da quello che succedeva sul campo di battaglia.
Tornando alla questione ampiezza di Total War: Warhammer III, solo nel decidere come costruire un esercito bilanciato c’è l’imbarazzo della scelta, figuriamoci quando ne dobbiamo gestire più di uno, magari ognuno impiegato su un fronte diverso, sia per motivi difensivi che con finalità di conquista. E immaginate poi doverli posizionare, muovere e comandare durante epiche battaglie campali fuori dalle mura (o magari dentro) bellissime città fantasy dal forte carattere.
Tutto ciò mentre l’obiettivo è… beh, in fondo quello che decidete voi. Su una mappa immensa che unisce tutto quello che la serie ha costruito negli ultimi sei anni.
Sommate a tutto questo un ritmo di gioco piuttosto malleabile per quale alla classica situazione del “vabè dai faccio un altro turno” si somma la possibilità di risolvere automaticamente le battaglie “casuali” più semplici per potersi concentrare magari sugli enormi assedi e su quelle potreste vincere sul filo del rasoio e una narrativa emergente piacevolissima nonostante non stimolata ad eventi casuali specifici come, ad esempio, avviene in Endless Space 2.
La storia del vostro impero e delle alleanze che forgia, o delle lunghissime guerre che porterà avanti, diventerà velocemente la vostra storia. Il background narrativo di Warhammer con i suoi decenni di worldbuilding fa il resto, rendendo ogni razza e ogni eroe interessante e distinto. In questo terzo episodio troviamo anche una mini campagna narrativa basata sulle gesta degli uomini di Kislev nel loro tentativo di salvare Ursun (un enorme dio orso) dalle grinfie del Caos, e farà da apripista alla campagna principale del gioco nel quale le fazioni del terzo capitolo dovranno per prime riuscire a riportare l’equilibrio salvando proprio Ursun.
Ma nulla di questo è importante quando è possibile avviare Imperi Immortali e avere 23 razze, ognuna a sua volta divisa in fazioni più piccole, che si incontrano sulla stessa mappa tessendo rapporti e dichiarandosi guerra dall’altra parte del mondo senza che noi neanche ce ne accorgiamo, mentre cerchiamo di sopravvivere e di soggiogare i nostri vicini.
C’è così tanto da scoprire e da provare in Total War: Warhammer 3 che non credo riuscirò mai a parlarvene compiutamente. Ci tenevo però a scrivere 1200 parole per dirvi che nelle ultime settimane sono stato risucchiato in questo buco nero, e non riesco a uscirne.