Il Multiverso di Spider-Man: No Way Home. Le saghe che hanno creato il trailer
L’attesa che si è venuta a creare attorno al trailer di Spider-Man: No Way Home è senza dubbio stata enorme. Così grande che qualcuno non si è lasciato scappare l’opportunità di diffondere il trailer prima del suo rilascio, portando a uno dei peggiori leak nella storia della Marvel (qualcuno ha controllato la cronologia del PC di Tom Holland?). Eppure proprio questo leak sembra aver infine portato a quello che volevamo: vedere il trailer del terzo film di Spidey nel MCU.
Questo film tuttavia ha fatto parlare di sé ben prima del leak degli ultimi giorni. A riprese ancora ferme il nostro Amichevole Uomo Ragno di Quartiere ha risvegliato l’interesse del pubblico rischiando di non arrivare mai al cinema. Tutto a causa degli accordi tra Sony e Disney vicini al collasso. Poi, con l’avvio delle riprese, è iniziata la giostra delle congetture. Una marea di leak veri o presunti, di avvistamenti sul set e di fake news che potevano condensarsi tutti in una sola parola: Multiverso.
Che sia questo il leitmotiv della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe è ormai assodato. Dopo le false piste in WandaVision, dopo gli eventi di Loki e What If…? siamo finalmente pronti ad accogliere un caleidoscopio di nuove realtà su celluloide. E Spidey sembrava essere al centro di questi eventi sin dal casting della pellicola, con il ritorno di Alfred Molina e Jamie Foxx dai precedenti film del franchise.
Ma il trailer, per un fan di Spider-Man, nasconde molto più di quanto si possa immaginare. Non resta quindi che ripercorrere l’intera visione del filmato per vedere quali saghe ed eventi a fumetti siano andati a ispirare il Multiverso che si cela dietro a No Way Home.
La guerra a casa
A giudicare da quanto abbiamo visto nel trailer, Spider-Man: No Way Home sembra ripartire esattamente da dove si era fermato il film precedente. In effetti vediamo Peter intento a volteggiare tra i grattacieli con MJ, mentre un video di J. Jonah Jameson continua a imperversare sui maxischermi di New York, additando il ragazzo come minaccia. Non certo una novità, considerato che da sempre Jameson si è rivelato ostile a Spidey (nonostante l’affetto quasi paterno verso Peter). Ma la situazione sembra ricalcare un momento ben preciso della vita del nostro eroe.
Si tratta di The War at Home, saga che si svolse parallelamente agli eventi di Civil War. In quell’occasione Peter si schierò inizialmente dalla parte della Registrazione dei Superumani e si smascherò in pubblico, rivelando la sua vera identità. Un atto volontario, che portò l’opinione pubblica a spaccarsi sull’eroe. Da un lato chi, non apprezzando l’atto di registrazione, cercherà di farla pagare a Petey (incluso un sedicente fan di Captain America, che tenterà di freddarlo con una pistola). Dall’altro chi loderà pubblicamente la sua scelta, apprezzando come un ragazzo così giovane abbia sempre lottato per un bene superiore.
Inutile dire da quale parte sia schierato Jameson, il quale arriverà al punto di denunciare Peter per avergli nascosto la verità per tutti quegli anni. Il caos nel fumetto aumenterà quando Peter metterà in dubbio la fazione scelta. Di fronte ai metodi sempre più brutali di Iron Man opterà per cambiare schieramento, unendosi a Cap. Questo tuttavia metterà in enorme difficoltà la sua famiglia: zia May ed MJ saranno costrette a nascondersi di continuo, finché un cecchino pagato da Kingpin riuscirà a colpire a morte l’anziana.
Nel trailer la condizione del Parker di Tom Holland non sembra poi molto diversa. L’eroe si trova a combattere con un opinione pubblica impazzita, costretto a dover affrontare la polizia e (forse) un processo, mettendo anche in crisi la vita dei suoi cari. Le scene di Ned e zia May nella sala degli interrogatori sono abbastanza esplicative di quello che accadrà. E proprio qui si nasconde la motivazione che spingerà Peter a prendere la decisione di contattare Stephen Strange.
Solo un altro Spider-Man, solo un altro trailer: No Way Home e Joe Quesada
Nella lista di persone che il fan di Spider-Man vorrebbe processare per direttissima c’è l’ex Editor in Chief di Marvel, Joe Quesada. La sua colpa? Una saga nota come One More Day, nella quale vennero cancellati vent’anni di pubblicazioni dell’Uomo Ragno.
Per tanti (troppi!) lettori One More Day fu un’offesa personale: Marvel, in cerca di nuovo pubblico, non esitava ad abbandonare i True Believers che le erano stati fedeli. L’evento sceneggiato proprio da Quesada cancellò uno dei momenti più cari ai Marvel Fan, il matrimonio di Peter e Mary Jane. Lo scopo era rendere il personaggio dell’Uomo Ragno più interessante per i giovani, nella certezza (sic!) che la versione di Peter ‘disoccupato e scapolo‘ fosse più attraente di quella ‘professore di liceo e sposato‘.
Cancellare quell’evento portò con sé anche alla scomparsa dalla continuity principale della Marvel di eventi come l’Ultima Caccia di Kraven. Per non infierire sui lettori, basterà ricordare che Peter, con zia May moribonda, cercherà di rimediare chiedendo aiuto a Doctor Strange (suona un campanello?). Fallito questo tentativo riceverà un’offerta da Mephisto: la vita di May Parker in cambio dell’amore puro e sincero tra Peter ed MJ. Accordo che Spidey accetterà pur tra mille dubbi, causando l’ira dei True Believers.
Una curiosità: questa storia fece così infuriare il co-autore Joseph Michael Straczynski da fargli chiedere la rimozione del suo nome dai crediti dell’evento. Pochi, in fondo, sono stati capaci di amare e cogliere l’essenza di MJ meglio di JM. Ma, nel mentre, gli effetti di ‘Solo un altro giorno’ si riverberano ancora oggi nelle pubblicazioni di Spider-Man.
One More Day e No Way Home: l’importanza di avere un passato
Ciò che fece infuriare i fan fu il privare Spider-Man di parte del suo passato. Un evento che, all’interno di No Way Home sembra essere una necessità per Peter. La sua scelta diventa quindi quella di chiedere a Strange di lanciare un incantesimo che permetta al mondo di dimenticare la sua vera identità.
L’inghippo sta nel fatto che ogni persona finirà per dimenticare la sua doppia vita, inclusi zia May, Mary Jane, Ned ed Happy Hogan, oltre a un gran numero di altri personaggi con cui Peter ha interagito nei film precedenti del Marvel Cinematic Universe. Peter non sembra disposto a compiere questo ultimo passo e tentenna quanto basta per distrarre Stephen dall’incantesimo. Il risultato pare essere lo “spappolamento” del Multiverso legato alla persona di Peter Parker.
Il parallelo con la saga One More Day appare abbastanza evidente. Peter deve cancellare un evento del passato, ma il prezzo risulta molto più alto del previsto. Sarebbe interessante chiedersi quali siano le motivazioni profonde dietro a questa scelta di Spidey. La richiesta di aiuto al Dottor Strange nasce davvero dal desiderio di proteggere i propri cari o da un sentimento più egoistico, quello di ritornare a uno status quo? Potremo capirlo solo vedendo il film.
Dopotutto i tre film di Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe, pur privi di morsi di ragno e di qualche zio Ben tragicamente deceduto, sono da intendersi come film di origini. Lo Spidey del MCU è un ragazzo giovanissimo, consapevole del fatto che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, ma ancora incapace di applicare correttamente questo concetto. Questo lo porta ad agire d’impulso nel corso di Homecoming, a sottovalutarsi drammaticamente in Far From Home e (forse) nel porre un proprio desiderio egoistico prima del bene delle persone che ama. Insomma, sembra che anche questa volta Peter sia destinato a imparare un’importante lezione. Nella maniera peggiore.
Devil in disguise?
Una delle cose che hanno fatto maggiormente discutere all’interno del trailer di Spider-Man: No Way Home è il comportamento del Dottor Strange. Vedere Stephen ignorare un consiglio di Wong e causare un danno al Multiverso, non può che far storcere il naso ai fan dello Stregone Supremo.
Pur confrontandolo con lo Stephen Strange visto nel Marvel Cinematic Universe la scelta del personaggio appare difficile da giustificare, anche alla luce di un sentimento di simpatia, gratitudine e cameratismo verso Peter. La domanda è: cosa spinge Strange a lanciare quell’incantesimo?
Ci hanno pensato i fan a dare una spiegazione al riguardo, ovviamente tirando di mezzo Mephisto. Dopo la delusione subita da tanti per la sua assenza in WandaVision, gli evidenti richiami a One More Day nel trailer di No Way Home hanno convinto le persone che il personaggio abbia in qualche modo preso il posto di Strange per colpire la realtà. Lasciamo ai lettori il giudizio su questa ipotesi, ma appare difficile che la Marvel inserisca un concetto così delicato per le religioni cristiane in un film per famiglie.
Oltre a questa spiegazione ce ne sono anche altre plausibili, come la sostituzione di Stephen con una sua controparte malvagia (che vedremo in What If) o che il carattere di Strange sia sempre lo stesso del primo film, passata la minaccia cosmica di Thanos. Sicuro di sé fino all’arroganza, ma spinto dal desiderio di voler aiutare u n compagno di battaglie. C’è anche da tenere presente il rasoio di Occam: banalmente il montaggio del trailer potrebbe non fornire dettagli sufficienti per far luce sulla questione. Non sarebbe la prima volta per la Marvel.
Da notare che, in almeno un occasione, Peter e Stephen non sembrano interagire in maniera amichevole. Cosa potrebbe scatenare uno scontro tra i due?
Vi presento i Sinistri Sei
I momenti che hanno probabilmente colpito maggiormente i fan all’interno di questo trailer sono stati quelli relativi ai villain. Sappiamo da tempo che Doctor Octopus ed Electro saranno della partita, ma il trailer porta anche indizi sulla presenza di almeno altri tre villain.
Il più evidente è il rimando a Green Goblin, forse la nemesi per eccellenza di Spider-Man. Di Norman Osborn possiamo vedere una delle granate, identiche nel design a quelle viste ne primo film di Sam Raimi. A quella segue poi una risata sardonica che molti di noi hanno imparato a temere e conoscere. Se sarà davvero Willem Dafoe a svolazzare sull’aliante del personaggio, potremmo essere di fronte alla conferma di uno dei rumor più insistenti della rete.
Nelle scene in cui vediamo i fulmini di Electro (per l’occasione divenuti gialli come nel fumetto) notiamo anche alcuni accumuli di polvere, che non possono non rievocare Flint Marko, ovvero l’Uomo Sabbia. Oltre a essere stato uno dei peggiori nemici di Spidey sin dagli anni Sessanta, curiosamente vanta anche una breve militanza nelle fila dei Vendicatori.
Nel trailer sembra intravedersi anche Lizard, una delle nemesi più particolari dell’Uomo Ragno, vista la sua complessa psicologia. Difficile dire se sia effettivamente il villain di The Amazing Spider-Man quello che sembra voler aggredire Peter nei sotterranei del Sancta Sanctorum di Strange. Nel trailer si vede anche un rifugio del F.E.A.S.T., il centro per senza tetto, ben noto ai giocatori di Marvel’s Spider-Man, che preluderebbe quindi alla presenza di Mr. Negativo.
Se avete contato bene ci sono sei villain in questo film. E la maggior parte di loro vanta una presenza nel gruppo di criminali noto come Sinister Six. Nati nel 1964 su Amazing Spider-Man Annual Vol.1 #1, il gruppo fu concepito da Steve Ditko per mettere insieme i peggiori nemici di Peter. L’idea era semplice: sotto la guida di Doctor Octopus i criminali che in passato avevano quasi sconfitto Spidey si sarebbero uniti per farla pagare all’eroe del Queens.
Spider-Man: No way home – un teaser trailer verso lo Spider-Verse?
Prima di concludere ci concediamo qualche parola su quelli che sono i grandi assenti in questo trailer di Spider-Man: No Way Home. Le voci della presenza di Tobey Maguire e Andrew Garfield nella pellicola si rincorrono praticamente da quando sono iniziate le riprese. La presenza di personaggi come Electro e Doc Ock dai precedenti franchise in effetti potrebbe essere un indizio in tal senso, fornendo un richiamo alla saga Spider-Verse. L’evento era stato trasposto già in versione animata con Into the Spider-Verse, nel quale il grande protagonista era Miles Morales.
Che una versione MCU di questo evento possa essere il finale della trilogia di Spider-Man non è da escludere, anche se i Marvel Studios, Sony e Disney sono fin qui stati molto abili nel tenere tutto sotto silenzio. Possiamo solo attendere per avere la conferma della presenza dei personaggi sullo schermo.
E, sì: questo concetto si applica anche al Daredevil di Charlie Cox. Non basta una camicia infilata nei pantaloni e un po’ di faldoni sbattuti sul tavolo per avere conferme del suo ritorno. Fatevene una ragione: per Devil dovete ancora aspettare.