Date a Michael Bay abbastanza soldi e vi farà esplodere il mondo
Se abbandoniamo un secondo ogni velleità di critica cinematografica, per arrivare al nocciolo di quello che dovrebbe essere l’obbiettivo di un film come Transformers, potremmo dividere il giudizio in due verdetti: “mi sono divertito” e “mi sono annoiato”.
Può sembrare un discorso banale e riduttivo, ed in parte lo è (e vuole esserlo). Un blockbuster d’azione tutto effetti speciali, come l’ultimo nato dell’oramai lunghissima saga di Michael Bay, non può che puntare all’entertainment puro, tra esplosioni e schiaffoni metallici. Il problema di Transformers: L’ultimo cavaliere è esattamente qui: in definitiva, annoia.
Non perché non sia ben realizzato sotto il profilo dell’effettistica o relativamente a qualsiasi altra caratteristica “tecnica”. Il punto principale è che si tratta del quinto film uguale a se stesso che vediamo, nonostante i tentativi di introdurre una nuova storyline che non ci è chiaro se sia volutamente ridicola o se semplicemente lo risulti. Di conseguenza, dopo due ore di proiezione (sulle due e mezza complessive) il film comincia veramente a sembrare pesante, tirato per le lunghe oltre misura dopo aver già esaurito sia il poco che aveva da dire, sia gli schiaffi che poteva mostrare intrattenendo senza venire a noia.
Siamo sempre sulla Terra, e c’è ancora una guerra tra Decepticon e umani. Poi, l’intuizione che dovrebbe aprire il nuovo corso di Transformers: il pianeta Cybertron si sta avvicinando al Globo, perché per nutrirsi e tornare ai fasti di un tempo deve assorbire l’energia vitale della Terra. L’attacco è guidato da Quintessa, che per l’occasione è riuscita – tramite un meccanismo di controllo mentale – a portare dalla sua Optimus Prime, oltre ovviamente a Megatron e altri perfidi Decepticon già visti in precedenza. Dal lato buoni invece troviamo sempre Cade insieme agli inseparabili Transformers che conosciamo da quattro film, a cui si somma una ragazzina ed il suo buffo Transformer-Vespa.
La storia ruota tutta attorno all’attesa per l’impatto tra i due pianeti, mentre i Nostri scoprono una verità sul rapporto tra Transformers e umani che va indietro per centinaia di anni. Complessivamente quindi, l’idea per ripartire con il franchise è stata anche trovata, e si potrebbe definire soddisfacente, se non fosse che le origini dell’amicizia tra i robottoni alieni e i nostri antenati si rivela più ridicola che altro. Se siete tra quelli che amano un certo tipo di trash, probabilmente apprezzerete anche la scelta di Bay. Nonostante questo però non possiamo che trovare quantomeno discutibile la deriva quasi à la Dan Brown che ha la parte centrale del film, dove viene messa da parte l’azione incentrata sui Transformers per dare spazio a scene action più canoniche.
Questo della distribuzione dei pesi tra umani e robot è un problema che permea tutto il film. Mentre in passato i Transformers godevano del centro del palcoscenico (non per nulla il titolo è “Transformers”), in questo Ultimo Cavaliere i rapporti sembrano ribaltati, con una prepotente rimessa al centro dei comuni esseri umani. Ne perdono anche gli scontri, che sono inferiori per numero e coinvolgimento rispetto al passato. La super battaglia finale che vediamo nel terzo episodio è solo un ricordo, dal momento che questo capitolo è decisamente più sottotono anche da questo punto di vista. Pur se difficilmente vi troverete sul bordo della sedia a guardare estasiati gli enormi robot che si schiaffeggiano a schermo, di sicuro le coreografie rimangono ottimamente realizzate, così come gli inseguimenti in auto hanno un paio di momenti di alto livello, nonostante il resto sappia tutto di già visto.
Quello che, come sempre, è ineccepibile sono gli effetti speciali, difficilmente distinguibili dalla realtà. Enormi astronavi che si muovono in cielo, pianeti che collidono con altri pianeti, gigantesche flotte di navi, esplosioni su grandissima scala, riprese aeree inutilmente costose: tutto quello che riguarda il profilo estetico è certamente curatissimo e di primo livello, e su questo Bay difficilmente delude. Purtroppo manca la sostanza, manca un ritmo veramente sostenuto in un film che avrebbe bisogno di questo piuttosto che di cercare di costruire una storia utile a poter girare altri 95 film, ma noiosa, e mancano veri e lunghissimi scontri tra decine di robottoni che mettono a ferro e fuoco una città.
Tutto questo senza nulla togliere al valore degli attori e della sceneggiatura, ottimi i primi nell’interpretare dei personaggi ovviamente sopra le righe, e ottima la seconda che moltissime volte strizza l’occhio (come ci ha fatto notare Leo Ortolani, è solito Bay alle strizzatine d’occhio) alla cultura pop e ai cliché del cinema d’azione. Ottimi anche i nuovi Transformers vecchi -ma non antichi – introdotti, simpatici e ben caratterizzati.
Purtroppo però tutto questo non riesce a salvare un film a cui è veramente difficile tendere la mano.
Verdetto:
Transformers: L’ultimo Cavaliere purtroppo è un film che non riesce a decollare, e probabilmente non è neanche del tutto colpa sua dopo quattro capitoli troppo simili, tra loro e con quest’ultimo. Il risultato evidenzia la difficoltà di non annoiarsi lungo le due ore e mezzo di durata della pellicola, anche a causa di un ritmo troppo diluito ed un numero insufficiente di scontri tra Transformers. Rimane di primo livello l’impianto estetico e visivo, sia per gli effetti speciali e le scelte stilistiche che per le location. Buono anche il lavoro degli attori ed i nuovi Transformers introdotti in quest’ultimo film. Purtroppo non ci sentiamo di consigliarlo se non agli appassionati della serie, a cui questa non è ancora venuta a noia, o persino a chi non ha mai visto un film di Transformers. Per tutti gli altri, sapete già cosa troverete al cinema, perché in qualche modo lo avete già visto.