Troupe Zero è una simpatica commedia indipendente disponibile su Amazon Prime Video dal 17 gennaio
“Lo zero è il numero dell’infinito”. Così risponde la protagonista Christmas Flint quando le viene affibbiato il numero “zero” alla propria squadra di Birdie Scouts, gruppo di bambine outsider di una cittadina anch’essa ai margini della società.
Presentato al Sundance Film Festival lo scorso febbraio e finalmente giunto in Italia grazie alla piattaforma streaming di Amazon Prime Video, Troupe Zero, commedia indipendente diretto dalla coppia di registe Bert & Bertie, narra di un gruppo di giovani, il cui nome è quello del titolo del film, costituito esclusivamente da femmine (con l’aggiunta di un intruso maschietto), che cerca di partecipare a un concorso per giovani Scout nella speranza di vincerlo.
La sfida è agguerrita perché nessuno, o quasi, ha fiducia in loro. Dal momento in cui ogni componente del gruppo ha una sua caratteristica peculiare, c’è chi tra loro ha una personalità più aggressiva, chi è devoto all’arte della predicazione ma si vergogna a parlare alle persone, fino ad arrivare alla protagonista Christmas, interpretata da un’eccellente Mckenna Grace (Hill House), il cui sogno è quello di poter mandare un messaggio nello spazio nella speranza di riuscire a parlare con gli alieni. Il premio della competizione, attorno a cui ruota tutto il film, è infatti la possibilità di poter registrare un messaggio che verrà poi inviato nello spazio dalla NASA. Ad aiutare le nostre eroine in quest’impresa ci sarà il personaggio interpretato da Viola Davis, una cinica donna di mezz’età alla ricerca di uno scopo nella vita.Il messaggio per lo spazio è però solo un pretesto per parlare della situazione economico-sociale del piccolo sobborgo in cui è ambientata la vicenda, dove si grida quasi disperatamente al cielo la propria presenza in questo mondo. Il contesto entro cui si muove a vicenda, il sud più povero degli Stati Uniti, non è dei più spensierati.
I personaggi vivono e si muovono all’interno di baracche, roulotte abbandonate a loro stesse in piazzali immersi nella sporcizia sono il paesaggio con cui ci si deve confrontare. Si cerca di tirare avanti giorno per giorno senza alcuna certezza, e per tutta la comunità il concorso a cui partecipano le piccole Scout può sembrare secondario. Cambiando questa convinzione, prenderà forma un interessante discorso sulle nuove generazioni. Rappresentando una speranza per il futuro, i bambini verranno aiutati e incitati nel credere in se stessi, a differenza di quanto hanno vissuto da piccoli gli adulti di oggi. Una volontà quindi di spezzare un cerchio di disincanto e poter vedere, un giorno, un domani migliore.
Nonostante possano sembrare banali, i temi toccati dal film sono pertinenti al target di riferimento, all’interno di quello è alla fin dei conti un semplice ma efficace teen movie, scritto da Lucy Alibar, autrice del soggetto e co-sceneggiatrice dell’indie di successo Re della terra selvaggia (2012), candidato a quattro premi Oscar, che riprendeva già molti temi presenti anche in questo film.
La scrittura non spicca in termini di originalità, ma la visione dell’opera non annoia e ha il pregio di trasmettere ogni tanto un sorriso, mentre il lavoro dal punto di vista registico delle due cineaste è alquanto scialbo e poco degno di nota.
I punti di forza di Troupe Zero sono sicuramente la scrittura dei personaggi, caratterizzati quel tanto che basta per essere apprezzabili dal grande pubblico, e la morale di fondo, una tenera luce di speranza in grado di scaldare il cuore.La più nascosta traccia della trama di Troupe Zero è quella, non detta, tra la protagonista e la propria madre, nominata solamente nell’incipit del film. L’ossessione per lo spazio che spinge Christmas a creare il gruppo protagonista della pellicola risiede nella convinzione di poter parlare con con la madre defunta, rappresentata in questo dagli “alieni” del cosmo. Un altro modo di intendere la speranza, di una vita migliore al di fuori della povertà e una ragione per alzarsi dal letto il mattino e continuare a combattere.
In conclusione, Troupe Zero è anche una simpatica commedia per ragazzi che unisce un discorso economico sociale a una tenera competizione tra bambini ai margini della comunità. Un film che segue lo stile di altri prodotti indipendenti (uno su tutti Little Miss Sunshine), ma che trova invece la propria autonomia nei suoi sub plot fantascientifici a cui vale la pena di prestare attenzione.