Le Ear Force Recon 60P sono le cuffie definitive?
Tutti siamo abituati ad avere un paio di cuffie gaming “da battaglia”, con cui abbiamo passato innumerevoli ore di gioco, urlando, piangendo o anche solo apprezzando ore e ore di buona musica. Ma per un diabolico piano di qualche divinità celeste, prima o poi inevitabilmente qualsiasi oggetto è destinato a rompersi. Da qui l’annosa domanda: spendere poco per comprare un paio di cuffie decenti ma che magari si romperanno nuovamente nel giro di pochi mesi, o investire in un dispositivo di fascia alta super high tech e affidabile? La verità come al solito, sta nel mezzo; la Turtle Beach vuole conquistare questo mercato “di mezzo” con le sue nuove cuffie Ear Force Recon 60P. Vediamo quanto è dura questa battaglia.
Prime impressioni
La scatola esterna cela al suo interno uno spesso cartone che avvolge, ben legate, le suddette cuffie, accompagnate da un microfono inseribile tramite jack, un cavo extra USB per connetterle a PC, PS4 e Xbox Oneed un cavo RCA. A prima vista il look di queste Turtle Beach sembra plasticoso, ma ad uno sguardo più attento le rifiniture e la struttura risultano perlomeno accurate, e in grado di reggere al meglio qualche caduta accidentale. Il peso è senza dubbio uno dei punti forti, con solo 350 grammi risultano leggere e comode anche dopo molte ore di uso.
Il colore blu intenso usato per rifinire i dettagli come padiglioni, logo e imbottitura dell’archetto è decisamente accattivante e molto cool, mi ha subito catturato. I padiglioni auricolari possono ruotare per circa 90 gradi e adattarsi bene anche alle teste nerdiche più “importanti”. La pelle sintetica con cui sono foderati è morbida e si prendere cura delle vostre amorevoli orecchie, evitando di farle bollire dopo poco tempo e preservandole dal fastidioso effetto sudore che spesso si viene a creare dopo sessioni di gioco particolarmente intense. Caratteristica insolita è il fatto che in queste Recon 60P ogni cuffia singola ha il proprio cavo separato, che si unisce al suo gemello solo dopo circa 20 centimetri, come le più classiche cuffiette in earper intendersi.
Questione di connessioni
Volete usare queste Turtle Beach su PlayStation 4? Nessun problema, basta connetterle alla presa USB della console. Siete rimasti alla generazione precedente e volete usarle su PlayStation 3? La cosa allora si fa un tantino più lunga, dato che dovrete attaccare il cavo Splitter RCA in un adattatore USB e in seguito connettere il tutto alla porta AV della console. Fatevi un favore, comprate una PS4 e via. Se avete invece una Xbox One basta avere un connettore per cuffie stereo (ma solo per il joypad standard attenzione), e anche lì funziona tutto alla grande.
Su PC invece, la soluzione più pratica è quella di connettere le cuffie all’adattatore USB e inserire quest’ultimo nella presa USB del vostro computer, anche perché il semplice jack da 3,5 mm è abbastanza corto di suo e potrebbe dare qualche problemino sulle lunghe distanze. Il cavo USB taglia la testa al toro con il suo bel metro di lunghezza. Nessun problema da segnalare inoltre per il collegamento tramite jack su Smartphone e Tablet. Per quanto concerne l’isolamento acustico, diciamo che è una via a senso unico, nel senso che i padiglioni imbottiti fanno il loro sporco lavoro nell’isolarvi dai rumori del mondo esterno, ma allo stesso tempo e a volumi alti, quello che state ascoltando lo sentiranno anche tutti quelli che stanno intorno a voi. Ricordatevelo se state in metro e volete spararvi magari un album ScreamEmo Black Metal davanti a un nutrito gruppo di suore.
Qualità del Suono
Lo step cruciale per determinare se un Headset merita davvero il nostro denaro è senza dubbio la qualità del suono, e queste Recon 60P si sono comportate ottimamente su tutti i dispositivi da me testati. I due speaker stereo da 40mm generano toni alti e intermedi chiari e squillanti; lato gaming i suoni sono gestiti ottimamente, e sono riuscito facilmente a distinguere la direzione di spari, urla ed esplosioni nella mia mirabolante partita a Metal Gear Solid 5. Su PC inoltre si può anche attivare una ulteriore amplificazione dei bassi tra le opzioni. Bassi che risultano molto potenti, al punto tale che soprattutto nelle canzoni che ne fanno ampio uso, le mie orecchie hanno cominciato letteralmente a vibrare a ritmo di musica, ed è stata una sensazione fastidiosa; il problema si risolve ovviamente settando non al massimo il volume, ma rimane tuttavia una cosa sulla quale si deve lavorare. Buona la differenziazione acustica dei vari strumenti musicali e dei toni armonici, così come i timbri vocali che non hanno mai gracchiato nemmeno nelle note più alte.
Microfono
Il microfono come accennato prima si può staccare e piegare a seconda delle esigenze e all’estremità è dotato della classica spugna anti vento. La qualità della voce, a detta dei miei amici gamers, è ottima; nessuno di loro durante le nostre sessioni di gioco in voice chat ha mai lamentato cali di suono o singhiozzi vari, tranne nella partita di Heroes of the Storm in cui ho miseramente perso. Lì i singhiozzi erano veri purtroppo. Discorso leggermente diverso su Skype e simili: lì il microfono tende a catturare alcuni dei suoi ambientali circostanti, ma niente di grave comunque, tranne se vivete nel centro di Mumbai.