Ubisoft nei guai: accuse di molestie verso alcuni dirigenti
Si allarga lo scandalo delle molestie sessuali che ha sconvolto il mondo dei videogame negli ultimi giorni, coinvolgendo anche Ubisoft.
Dopo quando successo con Chris Avellone sembrava solo questione di tempo perché emergessero altri casi, cosa che è puntualmente successa trascinando nell’occhio del ciclone Ubisoft.
Tutto nasce dall’accusa di Kathryn Johnston, la quale sostiene di essere stata violentata da Andrien Gbinigie nel corso del PAX East 2014. Nel corso di un lungo post su Twitter la Johnston ha raccontato quanto accaduto, denunciando pubblicamente quanto fatto da Gbinigie, all’epoca community manager di Assassin’s Creed: Initiates.
My experience with sexual assault (TW: rape)
Read: https://t.co/AAOnZKoKa7
— Kate J. ????️???? #BlackLivesMatter (@KateNV_) June 22, 2020
Il Tweet della Johnston è stato successivamente ripreso anche da Hannah Rutherford, da sempre molto attiva sul web contro la violenza sulle donne. Da quando riporta la Rutherford anche altre dipendenti di Ubisoft avrebbero subito lo stesso trattamento, rivelando una realtà ben più estesa.
Ma il vero scandalo su questa vicenda è giunto da Jason Paradise, il quale sostiene che Ubisoft fosse a conoscenza di quanto accaduto, non facendo nulla per proteggere la propria dipendente. Ancor più pesanti le parole di Paradise se si pensa che successivante Gbinigie sarebbe stato promosso da Ubisoft, nonostante la Johnston avesse denunciato rapidamente alla compagnia gli eventi del 2014.
Ancora più pesanti le successive accuse di John Sylvester, il quale chiama in causa anche Stone Chin, Associate Director of Public Relations di Ubisoft.
Stone Chin and Alex Monney are sexual predators. I’m not going to name the victims because they shouldn’t have to be the ones to say it. And there are hundreds more just like them. If you don’t believe me please feel free to unfollow. I don’t care anymore.
— John (@OldManKaidan) June 22, 2020
“Stone Chin e Alex Monney sono predatori sessuali. Non nominerò le vittime perché dovrebbero essere loro a farsi avanti. E ce ne sono altre centinaia proprio come loro. Se non mi credete, sentitevi liberi di non seguirmi più. Non mi interessa più nulla”.
La vicenda si lega anche alle affermazioni di Jay Acevedo di Nutaku, il quale sosteneva di aver riportato a Ubisoft di accuse simili, suggerendo un’inchiesta. Proposta che era divenuta lettera morta per la mancata risposta della compagnia.
Mentre scriviamo Ubisoft sostiene di essere seriamente scossa da queste accuse e aver iniziato a muovere i primi passi per decidere la propria strategia. Non è chiaro a cosa si riferisca, ma se quanto affermato da Paradise, Acevedo e Sylvester fosse vero, la posizione della compagnia si farebbe molto delicata. Anche Gbinigie ha abozzato una difesa, tuttavia il suo messaggio con cui negava ogni accusa è attualmente scomparso da Medium per violazione dei termini della community.