Dopo un mesetto o due di stand by, la nostra rubrica nata in collaborazione con Bonelli Editore riprende finalmente il via, con un mese praticamente dedicato al buon Indagatore dell’Incubo, ed un quartetto di storie davvero apprezzabile. Eppure il protagonista del mese non è il buon Dylan (Old o meno che sia) ma piuttosto quel Lukas di Michele Medda che, dopo un inizio un po’ incerto, ha finalmente trovato un proprio spessore ed una propria dimensione narrativa chiudendo, con il 12° numero, la prima “stagione” di storie, pronto poi per ripartire il prossimo mese con un nuovo numero 1 e una nuova titolazione: Lukas Reborn. Ricordandovi che in questa rubrica NON si analizzano tutte le uscite Bonelli del mese, ma piuttosto solo una piccola selezione, vi auguriamo pertanto buona lettura!
Dylan Dog n. 342 – Il Cuore degli Uomini
Dopo aver rilanciato l’Indagatore di Craven Road con una serie di storie a dir poco fondamentali per il nuovo status quo della serie, Roberto Recchioni torna alla sceneggiatura di Dylan Dog con un racconto che, piuttosto che affrontare nuove tipologie di tematiche o presentare nuove situazioni per l’Indagatore dell’incubo, si concentra su quello che è un leit motiv della vita di DyD: le donne. Su disegni di una leggenda bonelliana: Piero dell’Agnol, in gran lustro dopo alcune recenti performance non propriamente apprezzabili, Il Cuore degli Uomini propone una storia in cui la tematica dell’amore non è trattata con assoluto buonismo, ma piuttosto come ponte per un approfondimento psicologico su Dylan e sulla sua necessità di relazionarsi amorosamente con gran parte delle donne con cui entra in contatto (più o meno tutte). Qual’è l’obiettivo ultimo di un rapporto di coppia? Come possono due persone contribuire alla reciproca felicità? Le domande a cui quest’albo cerca di rispondere sono molte e lo svolgimento della trama (cui non manca un po’ di sano gore) non è affatto lineare. Tra il palesarsi di una doppia personalità, incubi ricorrenti, e l’attraverso di momenti quasi onirici, lo stile graffiante e, spesso, volutamente “abbozzato” di Dell’Agnol, tinteggiato da matite, carboncini e china fa da sfondo ad una vicenda comunque apprezzabile, e forse tra le migliori dell’ultimo giro di boa di Dylan che, in questa sua versione del rilancio, spesso fatica ad abituare il lettore alla sua nuova dimensione.
Voto: 7,5
Maxi Dylan Dog n. 23 (Old Boy)
Dopo il rilancio effettuato da Recchioni per la testata regolare, la missione dell’ormai consacrato quadrimestrale dedicato a DyD assume delle caratteristiche tutte nuove, tanto da fregiarsi anche di una “nuova titolazione”. Quel “Old Boy” che capeggia sulla copertina e che, di fatto, divide il flusso temporale di DyD in due parti che, per ovvie ragione, quasi di sicuro non si incontreranno mai. Su Maxi Dylan Dog prende dunque vita il Dylan pre-rilancio, in cui non esiste alcun John Ghost, Bloch è ancora in quel di Scotland Yard e la vita dell’inquilino di Craven Road procede tra un classico incubo ed un altro. Il trittico di storie qui presentato è in tal senso doppiamente godibile. In prima istanza per chi ha mal digerito la nuova deriva della testa regolare, in secundis per tutti quelli che non disdegnano la compagnia di DyD, vista soprattutto la bontà del volumone. Le storie, come da tradizione, sono 3: Chiuso nellincubo; A volte non ritornano e Sciopero Generale. Tutte e tre molto diverse e cariche di alcuni tipici temi della lettura dylaniata, ma è forse la prima, Chiuso nell’incubo, che questo mese si mette meglio in mostra grazie a delle tematiche del tutto simili alla storia invece presentata sulla serie regolare (Il cuore degli uomini). Anche qui Dylan si imbatterà in un proprio alter-ego, una versione oscura di sé, eco distorto di una parte razionale che troppo spesso l’Indagatore mette da parte abbandonandosi all’istinto. Anche qui c’è un acceso onirismo, con momenti in cui la realtà è assolutamente sospesa e si abbandona, piuttosto alle divagazioni interiori del nostro eroe. Anche l’ultima storia è, invero, molto godibile e particolare, tanto da chiudersi con un climax meta-testuale che lascia nel lettore anche una certa meraviglia, soprattutto dopo un susseguirsi di eventi che (non solo all’apparenza) hanno ben poco da spartire.
Voto: 8
Lukas n. 12 – Mostri
Più o meno a metà della sua run editoriale, avevamo espresso un po’ di perplessità verso Lukas, la creatura nata dall’immaginazione di Michele Medda e protagonista di una delle nuove testate del rilancio bonelliano degli ultimi anni. Con questo numero 12 ogni dubbio viene dissipato e il mix di mistero, intrigo e “horror” che attornia la vicenda di Lukas ha finalmente trovato una sua definita identità nel capionario della sua casa editrice, tanto che gli ultimi numeri non solo sono stati un susseguirsi di azione, ma anche di narrazione, portando la storia del buon Lukas verso un finale certo e deciso che, in questo “Mostri” rivela molti altarini del passato del nostro anti-eroe, pur aprendo verso un futuro ancor più incerto e cupo. Quel che ne sarà del futuro di Lukas lo vedremo dal prossimo mese con Lukas Reborn, titolo che fu quanto mai azzeccato e calzante, visto soprattutto l’animo da “ridestato” del personaggio di Medda qui, come non mai, padrone del proprio destino. Intenzionato a chiudere i conti con Wilma Belsen, Lukas si imbatte con il wrestler Andy in un viaggio di vendetta che li vedrà protagonisti di una missione dalle tinte suicide. Come sempre quel che sembra non è quel che e tutta la vicenda si chiuderà con un paio di colpi di scena niente male e con la proposizione dell’idea che Lukas sia vittima ignara di un ciclo inarrestabile… come chiaramente evidenziato dall’ultima pagina. Ma Mostri risponde anche ad una domanda fondamentale: chi è davvero Lukas? La risposta suonerà quasi come un colpo allo stomaco seppure niente stempera il ritmo di quello che è certamente il miglior albo di questa prima “stagione”.
Voto: 8,5