Undercover 2: la seconda stagione dello show ci regala solo conferme
Qualche mese fa la bella notizia per i fan di questa serie belga rimasta colpevolmente nell’ombra: Undercover 2 si fa, e viene ancora una volta trasmesso da Netflix.
La storia dell’agente infiltrato Bob (Tom Waes), prosegue quindi, dopo essersi lasciato – forse – alle spalle la vicenda dello spaccio di droga legata al clan di Ferry Bouman (Frank Lammers), e stavolta si trova a risolvere il caso di un traffico clandestino di armi, dopo che l’ex collega Kim (Anna Drijver), ora giornalista investigativa, viene uccisa brutalmente (non è uno spoiler, state tranquilli).
Oltre a fare luce sulla vicenda quindi, Bob vuole vendicare la donna e finisce di nuovo sotto copertura, stavolta col nome di Steve, cercando ancora di entrare nelle grazie dei “nemici”, ovvero i due trafficanti d’armi, i fratelli Laurent e JP Berger (Wim Willaert e Sebastien Dewaele). Ma in tutto questo riemerge anche un nome pericoloso, che sembra non darsi pace nemmeno in prigione: Ferry Bouman.
Azione e vendetta
Molte dinamiche e nuovi interessanti personaggi ruotano dunque attorno alla vita di Bob, o meglio di Steve, che cerca al contempo di tenere al sicuro la propria famiglia, sia dalle nuove che dalle vecchie minacce e nascondere ai suoi capi vecchie e nuove magagne, “incidenti di percorso” e mezzi non del tutto legali utilizzati per arrivare alla risoluzione del caso.
Undercover 2 quindi parte decisamente col botto, più della prima stagione, che comunque non aveva avuto bisogno di molto tempo prima di garantire agli spettatori tanta azione e ritmo serrato.
Qui tutto sembra incentrato già dalle prime battute sul tema della vendetta, che ricorrerà come un leitmotiv nell’arco delle dieci puntate della stagione.
Innanzitutto la vendetta di Steve, che non può permettere che gli assassini di Kim la passino lascia, anche per via dell’affetto che indubbiamente ancora prova per la donna, ma l’agente infiltrato non è il solo a provare sentimenti di rancore e voglia di rivalsa su un nemico. Lo stesso JP Berger, come vedremo nel corso dello show, vorrà vendicarsi di un trafficante d’armi a cui ancora lo lega una questione più personale che “professionale”, e poi c’è sempre il solito Ferry, che minaccia di rovinare la vita di Steve e compromettere la sua carriera.
Se nella prima stagione le dinamiche da thriller e spionaggio ci aveva entusiasmato e catturato davanti al piccolo schermo, con Undercover 2 tutto questo non si perde, ma viene anzi rinvigorito da numerose sottotrame che – perdonate il paragone – ci ricordano molto Ozark per andamento, ritmo e successione degli eventi, con continui plot twist, a volte anche un po’ telefonati, ma comunque avvincenti e in grado di garantire quel binge watching a cui aneliamo sempre quando iniziamo una nuova serie TV.
Il bene e il male
Bene e male si mescolano e si intrecciano sempre più al punto che molto spesso non è così semplice discernere l’uno dall’altro, distinguere i buoni dai cattivi, in un gioco al massacro in cui ormai Steve e i suoi soci sono dentro con tutte le scarpe e ogni passo può essere quello sbagliato.
Rispetto alla prima stagione, in Undercover 2 le vicissitudini ci mostrano via via uno Steve sempre più stanco, meno lucido e non sempre in grado di districarsi perfettamente in quelle meccaniche che conosce come le sue tasche, ma che iniziano a giocargli brutti scherzi.
Anche perché stavolta i villain sono molto più scaltri dei precedenti. JP non è un credulone come Ferry, ma è più sveglio, perspicace e fiuta il pericolo a distanza, diventando sempre più sospettoso. È anche molto più burbero e freddo rispetto a Bouman, e anche il fratello Laurent, sebbene più buontempone non è così tenero e facile da gestire.
I nuovi innesti quindi funzionano perfettamente e ci regalano una storia credibile e avvincente, in cui si inseriscono anche nuove quote rosa, come Sharon (Sanne Samina Hanssen) ma soprattutto Nathalie (Ruth Becquart), che via via sarà un personaggio sempre più importante negli sviluppi delle vicende.
In definitiva Undercover 2 funziona almeno tanto quanto la prima stagione, grazie al solito ritmo incalzante, una storia nuovamente coinvolgente e una perfetta alchimia tra i personaggi, che fanno di questo show un thriller da vedere tutto d’un fiato e da consigliare agli amici.