La Ruota del Tempo è arrivata su Prime Video
La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) è un ciclo narrativo estremamente complesso. È la storia dell’attesa per il ritorno del Drago Rinato, venuta alla luce in un arco di tempo di oltre vent’anni che hanno visto pubblicare quattordici romanzi pensati e scritti da Robert Jordan, salvo gli ultimi tre che sono stati completati postumi da Brandon Sanderson.
Una delle più importanti saghe fantasy contemporanee particolarmente nota e apprezzata negli Stati Uniti, e il cui annuncio da parte di Amazon per lo sviluppo di un adattamento seriale da distribuire su Prime Video ha immediatamente creato un clima di fermento tra i fan. I primi tre episodi sono finalmente arrivati sulla piattaforma streaming (i restanti cinque verranno rilasciati con cadenza settimanale) e ci siamo fiondati subito a vederli.
Rosamund Pike guida l’intricato racconto della serie
Immediatamente il materiale con il quale andarsi a confrontare è molto. Si percepisce sin dal primo istante – infatti accompagnato da un breve voice over introduttivo – la mole di informazioni che stanno per essere rilasciate sopra lo spettatore. La scelta del lavoro creato e supervisionato dallo showrunner Rafe Judkins è quindi quella di affidarsi all’ancora e volto noto di Rosamund Pike per fare da Beatrice di questo intricato mondo, unico reale grande calibro attoriale alla quale è affidato il ruolo di Moiraine.
È una appartenente al circolo delle Aes Sedai, un potente e temuto ordine di donne in grado di utilizzare, o incanalare, la magia che governa gli equilibri di ogni cosa (la Luce). La sua missione, e quella del custode che l’accompagna (Daniel Henney), è tanto semplice quanto vitale: con la minaccia incombente del possibile ritorno dell’Oscuro, o Tenebroso, incarnazione ciclica di un male destinato a inquinare il mondo, Moiraine deve intercettare un gruppo di quattro giovani all’interno del quale potrebbe esserci il nuovo Drago Rinato.
Così ci ritroviamo in un villaggio remoto in prossimità dell’aspra regione dei Fiumi Gemelli, dove facciamo la conoscenza di questi ragazzi che saranno il cuore del party d’avventura per il resto della stagione: Rand al’Thor (Josha Stradowski), Egwene (Madeleine Madden), Perrin (Marcus Rutherford), Mat (Barney Harris) e poi anche Nynaeve (Zoë Robins).
Una buona dose di brutalità con carenze nei reparti tecnici
La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) si prende l’intero primo episodio per cercare di farci entrare in testa il più possibile volti e nozioni fondamentali, non calcando troppo la mano e riuscendo comunque a imprimere chiaramente alcuni concetti portanti come l’evidente essenzialità del ruolo della donna all’interno di questa narrazione.
Certo, se può sottolineare un primo piano più di una volta lo fa rendendo anche palese un difetto di cui sembrano essere vittime le storie fantasy che vivono oggi sullo schermo (come la prima stagione di The Witcher), fatte sempre di volti limpidi, puliti e spesso perfettamente curati. Un fattore che si riverbera anche nel reparto costumi che il più delle volte non mascherano mai il fatto di calzare su misura e di essere freschi di sartoria, quindi in totale contrasto con ogni minimo tentativo di contestualizzazione. Ne sono un lapalissiano esempio le cappe bianche della Cappe Bianche, che non potrebbero essere più bianche di così.
In un prodotto di genere questi non sono certo dettagli o elementi di secondo piano, ma La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) pare riuscirsi a comportare discretamente meglio durante le fasi di scontro che ci vengono proposte nel corso dei primi tre episodi. Lo sporco e il sudore si accumula con più efficacia addosso ai protagonisti, mescolato da una discreta brutalità messa in risalto anche da una gestione del trucco prostetico funzionale e che probabilmente emerge con più gusto delle controparti in cui interviene la CGI.
La serie assume infatti valore nei momenti in cui si muove tra paesaggi naturalistici e profondità di campo non ritoccate digitalmente, che quando vedono entrare in campo il virtuale accusano invece limiti di credibilità visiva. L’immaginario c’è (in un paio di sequenze in particolare, come quella dell’inquisitore o dei sogni), la resa non sempre.
Insomma, i volti protagonisti dobbiamo ancora imparare a conoscerli a dovere nonostante sul livello della caratterizzazione e dei rapporti di forza i presupposti sembrano esserci. Presto per esprimere giudizi sulla capacità di affezione che saranno o meno in grado di suscitare, mentre sul lato del racconto La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) tiene bene botta e riesce a non perdersi nelle numerose informazioni che deve veicolare in una fase preliminare come questa.
Certo, di picchi non ce ne sono e la serie mostra il fianco sul tasto dolente del comparto tecnico non particolarmente convincente, non dando mai la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto artistico in grado di elevarsi sopra la media. Quel che certo è che è ancora presto per lanciare sassi e vedere se la prova del tempo, e non la ruota, sarà clemente o meno.
La Ruota del Tempo (The Wheel of Time) è su Amazon Prime Video.