Ubisoft annuncia la produzione del gioco da tavolo dell’Orlog visto in Assassin’s Creed Valhalla
Se state giocando ad Assassin’s Creed Valhalla, avrete sicuramente incontrato sul vostro cammino l’Orlog. Giocare al fittizio gioco d’azzardo vichingo è una delle attività secondarie che sembrano aver incontrato il gusto di un gran numero di giocatori, tanto da giustificare la produzione di un’edizione fisica del gioco.
Ad annunciarlo è il sito Dicebreaker – portale dedicato agli appassionati di giochi da tavolo – secondo il quale Ubisoft avrebbe ordinato l’edizione fisica dell’Orlog, prevista per esser lanciata sul mercato nel corso del 2021.
Come riportato, Ubisoft non ha voluto rilasciare ulteriori dettagli in merito al gioco in sé – che sarà prodotto da PureArts – o a una possibile data di lancio dello stesso.
Per coloro che non avessero ancora avuto modo di provare l’ultimo capitolo della saga di Ubisoft, o che hanno deciso di non dedicare più di tanto tempo all’Orlog, parliamo ovviamente di un gioco inventato.
Le popolazioni vichinghe avevano giochi d’azzardo, di società e strategia (come il celebre tafl, citato anche nelle saghe appartenenti al mito norreno) ma il team di sviluppo scelse di crearne uno da zero e renderlo il più reale possibile.
Secondo quanto dichiarato da Benoit Richer, co-development game director di Valhalla, l’attuale versione dell’Orlog non corrisponde alle prime bozze ideate dal team. All’inizio si pensava a un gioco nel quale si dovessero collezionare vari tipi di dadi sparsi per il mondo e formare il proprio set con il quale sconfiggere gli avversari. Un po’ come il celebre gioco di Wizards of the Coast Magic: The Gathering, il Gioco di Carte Collezionabili Pokémon o, per rimanere in ambito videoludico, il Gwent di The Witcher.
Il team scelse, tuttavia, d’imboccare una strada diversa, nella quale “i poteri degli Dei influenzassero il gioco in qualche modo.” Si pensò, allora, a dei dadi particolari, le cui facce mostrassero il volto delle varie divinità appartenenti al pantheon Norreno e l’obiettivo sarebbe stato quello di “lanciare i dadi e cercare di ottenere quante più facce dello stesso dio per beneficiare del potere ad esso associato.”
Grazie anche all’aiuto dei team di Singapore e Chengdu – che giudicarono troppo macchinosa quella versione dell’Orlog – si passò a una versione che richiedesse l’utilizzo di un supporto cartaceo, idea che fu scartata e rielaborata, finché non si giunse all’attuale versione del gioco.
“La cultura nordica ruotava attorno all’ottenere gloria ed evitare il disonore” aggiunge Richer “e questo riguardava ogni aspetto della loro vite, dal combattimento, alla politica, passando per le discussioni e le competizioni sportive.” Canonicamente parlando, inoltre, Eivor è stato concepito come personaggio amante dei dadi, considerati un’ulteriore occasione per ottenere gloria su un differente campo di battaglia.