Volevo iniziare con una mia curiosità personale, ricordo che hai cominciato a fare le copertine per PlayStation Magazine (PSM) e io sono cresciuto con quella rivista, che ricordi hai di quell’esperienza? E più in generale qual è il tuo rapporto col videogioco?
Nel mio campo spesso ripensare ai primi tempi non porta alla luce ricordi proprio felicissimi, però devo dire che PSM è stampato nella mia memoria come un momento molto molto bello, ci siamo divertiti tantissimo. La redazione era completamente fuori di testa, più idee folli ti venivano e più c’era la possibilità che finissero nella rivista. In più sono un appassionato di videogame e visto che mi facevano fare le copertine dei miei videogiochi preferiti, come Metal Gear Solid, come potrei avere dei brutti ricordi? Si litigava ogni tanto perché Ualone (Gianluca Loggia) ogni anno mi chiedeva di fare le copertine su Pes o Fifa. Per ogni copertina sul calcio fatta spendevo una settimana delle due a disposizione per litigare con Ualo sul farla o meno, ma alla fine mi toccava sempre. Mi piacciono i giochi d’avventura, anche in solitaria come Uncharted, Tomb Raider, The Last of Us, ma anche gli sparatutto, come Call Of Duty o Left 4 Dead.
Stefano Vietti ci ha raccontato di diverse serate passate insieme a te a giocare con gli sparatutto.
Sì ma Vietti è una pippa nei videogame, scrivilo mi raccomando! (ride, ndr). Però è da lì che è nato Life Zero giocando a Call Of Duty e Rainbow Six.
Hai lavorato per Marvel e con Star Wars, Universi enormi e con una vastità immensa di fan, quali sono le differenze nel lavorare a questi due Universi?
Star Wars è comunque un prodotto Marvel per cui il metodo lavorativo è lo stesso. Diciamo che su Star Wars: Shattered Empire (L’Impero A Pezzi Edizione Panini) è stato più complicato perché, essendo il primo fumetto collocato dopo Il Ritorno Dello Jedi, era tutto nuovo. Dopo la “cancellazione” delle serie della Dark Horse, diventate Legends, ora sono i fumetti realizzati dalla Marvel quelli ufficiali e cronologicamente legati ai film, e naturalmente la Lucasfilm voleva avere un controllo molto stretto sul prodotto, non vuole ci siano errori storici nemmeno sui particolari come le uniformi o sui mezzi, per cui su Shattered Empire sono stati molto attenti su questi aspetti e le approvazioni sono state molto lunghe. È un po’ più complicato lavorare su Star Wars rispetto ai supereroi, in generale. Lavorare su Spider Man che è un personaggio nato sulla carta e fare la propria versione di Peter Parker è sicuramente più semplice che disegnare Han Solo. Han Solo è e deve essere Harrison Ford in tutte le pagine, non si scappa.
Dato che si sta parlando di Star Wars, cosa ne pensi del passaggio da Lucas a Disney? E proprio perché è uscito fuori l’argomento Han Solo, visto che deve uscire lo spin-off sulla sua vita, cosa ne pensi del cambio di attore che ci sarà, credi possa esserci un Han Solo che non sia Harrison Ford? Vedresti qualche attore in particolare nel suo ruolo?
Non sono uno di quelli che gridano allo scandalo per il passaggio alla Disney, anzi. La Disney ci riempirà di storie di Star Wars e io non posso che esserne felice visto che amo la saga. Sono cresciuto con la vecchia trilogia, non amo particolarmente i prequels e mi è piaicuto tantissimo Il Risveglio della Forza. Penso tutto il bene del mondo della Disney, non perché ci lavori, ma proprio perché son contento di vedere più cose possibili legate all’Universo Star Wars. Invece per quanto riguarda Han Solo, è dura, perché Harrison Ford è il mio attore preferito in assoluto e vederlo sostituito sarebbe un po’… strano, ecco.
Voglio farti la stessa domanda su Indiana Jones, è stato annunciato il quinto capitolo, in cui ci sarà comunque Harrison Ford.
Indiana Jones è il mio film preferito, non ce n’è per nessuno, e vedere Indiana Jones senza Ford… beh piuttosto preferirei che chiudessero la saga! Io sono contento della notizia che realizzeranno un nuovo film che è il quarto, ricordiamolo a tutti, è il quarto film di Indiana Jones. Ci sono stati i primi tre classici, favolosi, film e questo è il quarto annunciato [ride]. Scherzi a parte, sono contento dell’arrivo del quinto, sono solo spaventato un po’ dall’età di Ford, anche se su Guerre Stellari ci stava bene e non sembra perdere colpi.
Per quanto riguarda i cinecomics è un po’ lo stesso discorso che riguarda Star Wars -ossia più ce n’è meglio è- oppure preferisci una particolare scrematura?
Per i cinecomics la vedo un po’ alla maniera opposta, sono dell’idea che i comics vadano letti sulle pagine dei fumetti. I film secondo me cominciano a diventare un po’ troppi, la maggior parte dei quali non mi piace, per cui preferirei rallentassero un po’. Capisco che in questo momento è proprio impossibile, stanno andando troppo forte…
Oltre a essere troppi si ripetono, per esempio lo stesso Spider-Man è stato reboottato già, e lo sarà di nuovo.
Ecco per quanto riguarda Spider-Man io trovo che il secondo film di Sam Raimi sia il miglior cinecomics esistente e tutt’ora imbattuto per quanto mi riguarda. I due Amazing non mi sono piaciuti per niente. Adoro l’ultimo costume visto nel trailer di Captain America: Civil War, hanno fatto un lavoro splendido perché reincarna proprio il disegno di John Romita, ha proprio la stessa maschera. Poi io sono uno che ha sempre disegnato Spider-Man con gli occhi stretti che si muovono, e quando gli ho visto stringere gli occhi è stato bellissimo. Paradossalmente non vedo l’ora che esca il nuovo Capitan America proprio per vedere Spider-Man.
Puoi parlarci della serie che stai sviluppando sul rapporto tra Anakin e Obi-Wan?
È la prima mini serie del prequel ambientato nel nuovo canone di Star Wars. Si colloca fra Episodio Uno ed Episodio Due, Anakin Skywalker è un ragazzino, mentre Obi-Wan Kenobi è al massimo del suo potere come Jedi e della sua forza. I due precipitano su un pianeta sconosciuto totalmente inventato da me e Charles Soule, tutto quello che creeremo entrerà a far parte ufficialmente del nuovo canone di Star Wars. In alcune parti ci sono dei flashback in cui si sviluppa il rapporto fra Anakin Skywalker e l’Imperatore Palpatine.
Invece cosa mi dici sulle origini di Life Zero?
Life Zero come ho detto prima nasce durante una delle molte sessioni a Call Of Duty con Stefano Vietti , credo fosse il 2007-2008. Tempi in cui non c’erano di mezzo così tante storie di zombie. Io volevo fare una serie action e Stefano una storia sugli Zombie, così abbiamo unito le due cose ed è nato Life Zero. Lo sviluppo è stato bloccato spesso a causa dei miei impegni con la Marvel e di quelli di Stefano con la Bonelli. Un paio di anni fa Panini Comics si è interessata alla pubblicazione, ed eccoci qui.
Per l’appunto, dato che ora è il periodo d’oro degli zombie volevo sapere come nata l’idea di farne un fumetto zombie e in che modo è diverso dalla altre apocalissi zombie.
Ecco questa è una domanda a cui non posso rispondere [risate] perché la forza di Life Zero sarà a mini serie conclusa e quando uscirà il terzo numero speriamo di aver dato qualcosina di diverso rispetto agli altri.
Uscirà una raccolta che lo compatterà in un volume intero?
Mah, non lo so [ride], sì, bè, è probabile che più avanti esca IL volume.
Tornando ai cinecomics, non so se lo hai visto Lo Chiamavano Jeeg Robot?
No, non l’ho ancora visto.
Comunque è un film che ha fatto capire che i cinecomics li possono fare anche in Italia, ti piacerebbe se Life Zero diventasse un cinecomics?
Bè, sì, sarei un pazzo a dirti di no, ne sarei molto felice, mi piacerebbe molto. Non si sa mai. Adesso sicuramente Life Zero verrà pubblicato all’estero, l’abbiamo già venduto in diversi paesi e presto lo vedremo in altre lingue. Vedremo.
Ti diverti di più a lavorare in solitaria, con un sceneggiatore o all’interno di un team?
Io devo assolutamente lavorare da solo e isolato da tutti. Se lavoro su Star Wars ascolto a ripetizione le colonne sonore di Star Wars, se sto lavorando a Life Zero metto in loop le colonne sonore di tutti i film zombie. Insomma farei diventare pazzo chiunque, mi riempirebbero di botte tutto il giorno [ride]. Meglio rimanere un folle in solitaria, ma vivo.
Dopo Star Wars ti vedremo in un’altra testata Marvel?
Con la Marvel ho firmato un altro contratto di esclusiva. Oramai sono dieci anni che lavoro con loro e ho firmato per altri cinque. Non hanno fretta di bloccarmi sui progetti, tanto sono lì [ride]. Non mi avvisano su cosa lavorerò, arrivano all’ultima pagina di una serie o di una mini serie che sto facendo e poi mi dicono: “Ok, adesso fai questo, ti piace? Vuoi fare qualcos’altro?” Al momento sto disegnando le ultime pagine di Obi-Wan & Anakin e poi dovrei tornare al Marvel Universe, ma ancora non è sicuro.
Leggo che sei un fan di Fuga Da New York, anche del protagonista Jena Plissken “citato” anche in Metal Gear e tutto si collega anche al tuo videogioco preferito, visto che la Cosmo sta pubblicando una versione a fumetti ambientata tra il primo e il secondo film ti piacerebbe illustrarne la copertina se te lo chiedessero?
Probabilmente direi proprio di sì essendo uno dei miei eroi preferiti. Kurt Russell in generale mi fa impazzire, l’ho amato soprattutto in La Cosa. Life Zero poi ha origini proprio Carpenteriane, quindi…
Una domanda un po’ banale: qualche consiglio per qualcuno che vorrebbe diventare un fumettista? Visto che adesso il mercato sta andando verso il web comic, dal produttore direttamente al consumatore, pensi che sia una buona strada questo tipo di “direzione editoriale”, tipo il crowdfounding, o che sia meglio un altro tipo di gavetta per diventare famoso? Se si tratta di una strada giusta, visto che il mercato spinge in quella direzione, cosa consiglieresti in generale a un aspirante fumettista?
Il consiglio è sicuramente quello di leggere e comprare fumetti, e guardarli e riguardarli sempre. Io da ragazzino li ho smontati i fumetti, analizzandoli vignetta per vignetta per centinaia di volte. Ma anche guardare serie televisive , leggere romanzi, andare spesso al cinema, vedere un sacco di film è sicuramente il consiglio base, lo dico perchè so che molti non lo seguono. Ci sono persone che dicono “Voglio fare il fumettista” e non conoscono i fumetti, che è raccapricciante. Non si può dire di voler lavorare per la Marvel ed aver visto solo i film. Un altro consiglio che posso dare è sicuramente quello di disegnare tutti i giorni, perché solo con la costanza si può migliorare.
Come lo vedi il crowdfunding? Pensi che possa essere un buono strumento per farsi conoscere o pensi che ci voglia comunque una gavetta o un approccio più classico al mondo dell’editoria per essere pubblicati?
Credo che ancora il mercato dei fumetti sia ancora meritocratico , per cui anche col crowdfunding la risposta poi è sempre in mano al pubblico, che decide se avrai successo o meno. Però credo che comunque possa essere uno strumento utile, perché ti permette di fare quello che vuoi anche quando magari non trovi un editore che voglia pubblicare la tua opera. È una cosa che apre tante possibilità.
E’ bello che tu non abbia nessuno che ti dice cosa fare o cosa non fare però hai degli utenti che ti supportano e che devi prima o poi ripagare.
Sì esatto. Gli editori non sono figure in più, sono figure importanti, la figura dell’editor è importante. Pensare di farne totalmente a meno è un po’ sciocco perché sono utilissimi, però poi ognuno ha la sua strada ed il suo modo di lavorare, ci mancherebbe.