Chi ama i videogiochi ed è costantemente aggiornato sulle news che ruotano attorno al settore avrà imparato a temere il nome di Michael Pachter, il celebre analista che, in preda ad autentici deliri di onnipotenza, profetizza improbabili scenari per il futuro prossimo dell’industria del gaming.
Nintendo sembra essere uno dei bersagli preferiti delle “gufate” di Pachter: nella fattispecie, lo scorso gennaio ipotizzò il prematuro pensionamento del deludente Wii U in favore di una nuova fantomatica console casalinga, mentre è di poche settimane fa l’ancor più nefasta predizione secondo cui la casa di Mario sarebbe a un passo dall’abbandonare il settore hardware per dedicarsi alla sola produzione di software. Pur basandosi su freddi numeri, le profezie di Michael Pachter difficilmente trovano conferma nella realtà. Certo, Nintendo non sta attraversando il suo momento di forma migliore, ma viene da chiedersi se sia davvero il caso di dare il colosso nipponico per spacciato anzitempo. Per questo, Stay Nerd vi dà ben dieci motivi per cui Pachter (e non solo lui) potrebbe aver toppato un’altra volta.
10 CAMBIO DI MENTALITÀ
Sebbene Nintendo sia conosciuta come una delle società più tradizionaliste del panorama videoludico, negli ultimi tempi non sono mancati segnali incoraggianti circa un lento cambio di mentalità. La grande N si sta scrollando di dosso quell’alone di vecchiume rassegnandosi a pratiche moderne come l’abuso di DLC, season pass (vedere Mario Kart 8 e Hyrule Warriors), remake e porting in HD/3D (The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D e The Wind Waker HD) e concedendosi il lusso del fan service più sfrenato con titoli come Hyrule Warriors. L’impressione è che Nintendo sia più incline ad ascoltare i fan e i giocatori di vecchia data: ne è esempio lampante l’annuncio di Captain Toad: Treasure Tracker, avventura invocata a furor di popolo da chiunque abbia provato i deliziosi mini-livelli di Super Mario 3D World. L’apice di questo cambiamento in corso è rappresentato dal lancio di Pokémon Trading Card Game su App Store, evento impensabile fino a qualche anno fa.
9 LA STORIA
Il fatto che Nintendo abbia di recente raggiunto il ragguardevole obiettivo delle 125 candeline qualcosa vorrà pure dire. Nel punto precedente abbiamo definito Nintendo come una delle aziende più tradizionaliste del globo per via dell’imperterrita inclinazione a non tradire la propria identità societaria e a rimanere ferma sulle proprie idee e sulle proprie concezioni di gioco. Detto questo, poche società hanno saputo evolversi negli anni più di quanto abbia fatto Nintendo: basti pensare come, ai suoi albori, la casa nipponica fosse impegnata nella produzione di carte da gioco, passando poi per la gestione di una compagnia di taxi, una catena di love hotel, un’emittente televisiva e la produzione di elettrodomestici. La capacità di adattamento va di pari passi con quella di stravolgere il mondo dell’intrattenimento elettronico. Dalla croce direzionale alle rivoluzioni del motion control e del casual gaming, i 125 anni di successi e innovazioni stanno a testimoniare il fatto che Nintendo è davvero un osso duro, difficile da affossare.
8 LE COLLABORAZIONI
L’outsourcing è una prassi diffusa per molte aziende moderne, ma che Nintendo decidesse di affidare alcuni dei propri brand più celebri a società esterne era qualcosa di difficilmente pronosticabile. Di collaborazioni ne abbiamo viste tante (pensiamo ai vari Mario Golf e Mario Tennis sviluppati da Camelot o, ancora prima, i Donkey Kong Country di Rare), ma si è sempre parlato di software house gravitanti in orbita Nintendo. Se Retro Studios o Next Level confermano tale trend, gli ultimi anni ci hanno regalato il lavoro di team di sviluppo totalmente esterni alla casa di Mario, chiamati a cooperare inaspettatamente con quest’ultima. Tutto inizia con Metroid: Other M e un Team Ninja alle prese con un’autentica icona quale Samus Aran. Tale tendenza è andata in crescendo negli ultimi mesi, raggiungendo la sua massima espressione con Hyrule Warriors a firma di Omega Force. Non vanno dimenticati però titoli come Fatal Frame: The Black Haired Shrine Maiden, Bayonetta 2 e Devil’s Third, realizzati in esclusiva per Wii U sempre da sviluppatori esterni. Più partner significa più giochi, e questo non può che essere un bene, soprattutto in un momento storico in cui l’apporto delle terzi parti è sempre più debole e i titoli multipiattaforma su console Nintendo scarseggiano.
7 AMIIBO
Ok, non saranno una novità assoluta ma gli Amiibo potrebbero rivelarsi una potenziale bomba sul mercato. Sommando il successo degli Skylanders di Activision e di Disney Infinity all’appeal dei personaggi Nintendo il risultato potrebbe essere esaltante. I tanti, potenziali utilizzi delle statuette aprono a soluzioni di gameplay pressoché illimitate. Con Wii U e New 3DS l’interazione dovrebbe essere semplice, immediata e intuitiva. In più, diciamocelo, gli Amiibo sono davvero belli da vedere e collezionare. La speranza è che Nintendo non mandi tutto in malora abusando del business e sfornando statuette come non ci fosse un domani.
6 GLI HANDHELD
Se la storia del mercato casalingo ha proposto duelli epici tra Nintendo e le sue rivali (dai quali non sempre la grande N è uscita vincitrice), nel mercato dei sistemi portatili non c’è avversario che tenga. Nintendo si è da sempre imposta come regina indiscussa nella produzione di handheld e neppure l’avanzare di smartphone e tablet ha scalfito significativamente il dominio del colosso giapponese. I casual gamer saranno stati accolti e catturati dai vari Ruzzle e Candy Crush Saga, ma se si vuole giocare sul serio è a Nintendo 3DS che bisogna inevitabilmente puntare. Il lancio ormai prossimo dei due New Nintendo 3DS, ennesimi upgrade della quasi omonima console del 2011, sembra confermare l’ottimo stato di salute in cui versano i sistemi portatili Nintendo.
5 I GIOCHI IN ARRIVO
Il primo anno di Wii U non è stato esattamente ricco di uscite. Lo stesso era accaduto per Nintendo 3DS. Mentre il portatile ha già beneficiato di una netta inversione di marcia, il sistema casalingo sta godendo solo ora di un’iniezione di titoli di prim’ordine. In entrambi i casi, il futuro è radioso, con un Super Smash Bros. in rampa di lancio (e che ha già macinato cifre record al lancio giapponese) seguito a ruota da quel Bayonetta 2 strappato alla concorrenza in grado di accaparrarsi un 10 tondo tondo sulla rivista Edge. E ancora: Pokémon Zaffiro Alpha e Rubino Omega, Captain Toad: Treasure Tracker, Monster Hunter 4 Ultimate, Splatoon, Yoshi’s Woolly World, Mario Maker e, non ultimo, Xenoblade Chronicles X. Ah, poi ci sarebbe un certo The Legend of Zelda per Wii U…
4 POKÉMON
Nei momenti di maggiore difficoltà sono sempre stati i Pokémon a salvare Nintendo. Basti pensare a cosa sarebbe potuto succedere ai tempi della sfida PSX/Nintendo 64 se la grande N non avesse potuto contare sui suoi mostriciattoli che imperversavano su Game Boy e Game Boy Color. Dal 1996 a oggi il successo della serie non è per nulla scemato e, con due nuovi episodi all’orizzonte (Zaffiro Alpha e Rubino Omega non sono esattamente “nuovi”, ma sono pur sempre remake di due dei titoli più apprezzati dai fan), Nintendo potrà con ogni probabilità bearsi dell’ennesimo best seller.
3 MIYAMOTO
Uno dei maggiori punti di forza di Nintendo è l’aver potuto contare su quello che, forse, è il più grande game designer di tutti i tempi. Negli ultimi anni, però, sua maestà Shigeru Miyamoto si è dedicato a un lavoro di supervisione e cesellatura di prodotti creati da altri, piuttosto che a dare forma ai lampi di genio frutto della propria mente. Da quanto appreso nel corso dell’ultimo E3 sembra però che il papà di Mario e Link sia rimontato in sella e stia dirigendo in prima persona i lavori su alcuni titoli inediti. È presto per stabilire se Project Guard e Project Giant Robot confluiranno in titoli fatti e finiti. Ciò che è sicuro è che un nuovo Star Fox è attualmente in lavorazione e che sarà lo stesso Miyamoto a occuparsi della prossima avventura di Fox McCloud. Ciò dovrebbe bastare a garantire per la qualità del titolo finale. C’è poco da fare: Miyamoto ce l’ha solo Nintendo.
2 LE ESCLUSIVE
Mario, Zelda, Metroid, Pokémon, Kirby, Fire Emblem, Animal Crossing e chi più ne ha più ne metta: se vuoi giocare ai giochi Nintendo devi avere le console Nintendo. Non ci sono santi che tengano. Di conseguenza, le vendite di hardware da parte della grande N potranno anche rivelarsi negative, ma difficilmente saranno disastrose. Per quanto gli ultimi sforzi di Sony e Microsoft sembrano orientati alla creazione di icone e di prodotti originali, la potenza delle esclusive Nintendo è difficilmente eguagliabile nel breve termine.
1 I NINTENDARI
È questa la vera forza di Nintendo: l’aver creato nel corso degli anni uno zoccolo duro di sostenitori che comprerebbe persino un simulatore di uncinetto purché a lavorare a maglia ci sia Mario o Donkey Kong, gente che in camera preferirebbe appendere il poster di Peach o Zelda piuttosto che di Megan Fox, che possiede tutti i restyling di qualsiasi console che Nintendo abbia pubblicato dal 1889 a oggi e tutti i videogiochi marchiati Nintendo rigorosamente in duplice copia, perché con una ci giochi e l’altra la conservi immacolata come appena uscita di negozio. È la generazione degli attuali trenta-quarantenni, cresciuti a pane e cartucce, su cui Nintendo potrà contare nei secoli dei secoli. Finché ci saranno nintendari, la casa di Mario avrà la sua ancora di salvezza. Il canonico Official Nintendo Seal of Quality, d’altronde, non è messo lì a caso.