Ci sono sassolini che non devono rimanere nelle scarpe
Ci sono due modi per avere sempre gli occhi puntati addosso: essere i primi della classe oppure essere sull’orlo del baratro. In entrambi i casi la situazione non è molto piacevole. Se si è in testa alla classifica, chi mangia la polvere non ha altro desiderio che vederci cadere rovinosamente, possibilmente facendoci un sacco di male e rimettendoci qualche dente. Essere invece sull’orlo del baratro istiga i più bassi e deplorevoli istinti, quel piacere macabro e sfuggente di vedere qualcuno che sta peggio di noi arrabbattarsi per risollevarsi, la gioia trovata solo nella disgrazia altrui. E’ così: è una dura realtà dei fatti che in un modo o nell’altro ci siamo ritrovati a vivere. Che fosse a scuola, al lavoro, o più candidamente giocando online, siamo stati artefici e protagonisti dell’una o dell’altra situazione.
Perché tutto questo giro di parole? Perché stiamo per fare due chiacchiere su una delle software house più imponenti e storicamente più importanti del pianeta, Nintendo. Quello che vediamo adesso è un’azienda polivalente che cerca di portare avanti un discorso tematico personale, scontrandosi con i tempi che cambiano, con degli avversari temibili e spietati e con un pubblico che non ci pensa due volte a impugnare armi (verbali) e partire all’attacco. La giungla comunicativa e social che è diventato il mondo multimediale di oggi sta cambiando paurosamente il modo di vivere i videogame, e per questo dovrebbe cambiare di pari passo il modo di concepire i videogiochi. E forse per questo la nostra mica Nintendo ha bisogno di essere un po’ punzecchiata.
Giorni di un futuro passato
Iniziamo da una cosa di cui non sappiamo nulla: l’NX. Nato, o meglio, annunciato in contemporanea a una partnership con l’azienda per servizi mobile DeNA, questa nuova diavoleria avvolta dal mistero dovrebbe essere un nuovo hardware ‘rivoluzionario e sorprendente’. E tutto questo è perfettamente nelle corde di Nintendo. Spara una bomba di cui non sappiamo ancora gli effetti e immediatamente ci ritroviamo a fare congetture. Ora, la prima cosa che salta agli occhi è il contesto in cui l’NX abbia fatto il suo debutto: DeNA + Nintendo + NX. Dato che DeNA si dovrà occupare di far sbarcare i personaggi Nintendo nei nostri smartphone (come se già non spendessimo abbastanza soldi in cazzate…) in giochi interamente dedicati a loro, potrebbe anche essere che NX sarà un hardware di supporto a questi giochi. Si paventa anche che possa essere davvero una nuova console, del tutto inedita, che si affiancherà a quelle appena uscite, come se non ce ne fossero già abbastanza, tra 3DS, New 3DS e le versioni XL, Wii U e Wii ancora in circolazione… Speriamo solo che questo annuncio sia davvero prematuro e che passino degli anni prima di avere altro hardware tra i piedi.
Un’altra cosa che ci ha sorpresi non poco è stata l’affermazione del nostro miglior amico Satoru Iwata, in cui afferma che ‘espandere hardware già esistente è un po’ stupido’. Spero lo abbia detto guardando il Wii Mote con il Motion Plus, il 3DS accanto alla versione XL, il Wii U con l’adattatore per i Joypad GameCube, così giusto per rendersi conto di quello che stava affermando. Indubbiamente siamo curiosi e non vediamo l’ora che si apra il sipario su questa nuova fantomatica console Nintendo, ma ciò non toglie che avremmo tranquillamente evitato questo tipo di chiose che hanno il sapore dolceamaro delle prese per il culo…
Quindi, rimestando questo primo sassolino, sappiamo che presto avremo un pool di giochi targati Nintendo, creati appositamente per i nostri cellulari, perfetti per scaricare le batterie in meno di due ore e per farci spendere tanti soldini. La Nintendo si prepara a espandere il suo universo videoludico in altre direzioni, coinvolgendo ogni piattaforma di enternainment e creandone una nuova per l’occasione. Prepariamoci a vedere la grande N praticamente ovunque, anche se, forse, è un po’ difficile vedere in questa mossa una vera rivoluzione. Abbiamo visto in questi giorni come il PlayStation Mobile service sia naufragato dopo tre anni di attività, evidentemente inservibile alla causa economica di Sony. Forse davvero la Nintendo ha un asso nella manica, e forse la sua entrata in scena in questo momento sta solo a significare che ha capito per bene come sfruttare fino in fondo le possibilità offerte dal mondo degli smartphone.
MiiVerse DiiVerso
Ci siamo presi un po’ di spazio per ammettere che praticamente non sappiamo nulla di quello che Nintendo ha in serbo per noi. Passiamo ora invece a qualcosa di più tangibile. Il MiiVerse. Con Wii U, a Kyoto hanno introdotto la loro idea di community di videogiochi, un luogo in cui chiacchierare e discutere dei propri giochi, dove postare immagini e chiedere consigli, arricchita dall’impostazione scanzonata e colorata in perfetto Nintendo Style. La trovata (non nuova) di poter creare dei post ‘disegnati’ grazie al touch screen del gamepad ha dato vita a una serie di artwork apocrifi e talvolta davvero geniali, che alla fine sono il baluardo dell’unicità del MiiVerse. Accanto a questa descrizione colorata e sorridente esiste purtroppo un rovescio della medaglia che trasforma il MiiVerse in qualcosa di dannatamente inadatto al compito che deve svolgere. Il concept è meraviglioso, ma la realizzazione è gravata da una serie scelte restrittive e povere che ormai non trovano giustificazione a distanza di anni dal lancio della console.
Nintendo, ascoltami un momento: hai fior di personale che sa come scrivere software, hai milioni di utenti (tra cui io, nel mio piccolo) che ti indicano con feedback e suggerimenti, in che direzione muovere i tuoi servizi e ancora non hai capito davvero cosa devi farne del MiiVerse? Ok, ci è piaciuto tanto all’inizio. E lo abbiamo anche usato ridendoci sopra, lanciando i nostri anatemi contro Mario per quei maledetti livelli finali di 3D World, ci siamo anche fatti una passeggiata per vedere i record e i trofei tra gente che giocava a Bayonetta e per finire ci siamo anche trasferiti sul 3DS, quando è stato possibile. Ma davvero, il margine di miglioramento, secondo te, è finito qui? Non vedi davvero l’enorme potenzialità di un tale servizio? Non vuoi potenziare il comparto online delle tue console?
Comincia in qualche modo a settorializzare le stanze presenti nel MiiVerse. Ok, siamo d’accordo con i gruppi relativi a un gioco, ma l’afflusso continuo e costante di materiale da cinque o sei nazioni contemporaneamente rende la pagina in questione solo disordinata e caotica. Inserisci un filtro per le lingue magari impostabile dall’utente, così evito post in tedesco che non capirei. Discrimina tra stanze in cui si chiacchiera a caso su un gioco, e altre in cui si cerca aiuto o si pubblicano record. Implementa le funzioni di autopubblicazioni sul MiiVerse anche per i giochi terze parti, non solo per i software proprietari.
Non è così complicato rendere il MiiVerse a misura di utente, senza che sia MiiVerse a travolgere il videogiocatore. Forse è complicato, sicuramente lo è, ma non ci interessa, sei stata tu, Nintendo, a metterlo in piedi, e con una bicicletta del genere c’è veramente tanto da pedalare.
Chat Vocale
Veniamo ora a una delle caratteristiche che più mi fanno inquietare: l’assenza di una chat all’interno del sistema che funzioni in background ogni volta che ho un amico in linea. Sarebbe già un enorme vantaggio se i giochi la implementassero come feature, almeno quelli che forniscono gran parte del divertimento nelle partite online, come l’imminente Splatoon. Dài! Non ci sarà neanche lì la possibilità di parlare con i compagni di squadra! Avanti! Ma che modi sono! E’ uno sparatutto, dove bisogna coordinarsi, lanciarsi messaggi di all’erta o solamente mettersi a cazzeggiare mentre si spara colore su tutto il quadro. Fa parte dell’aspetto puramente conviviale dei videogame online e sono caratteristiche presenti già su console vecchie di due generazioni…
Esempi di giochi che gioverebbero di questo upgrade? Beh, per rimanere in casa N, Mario Kart, Super Smash Bros, solo per citare due pezzi da novanta. Capisco la reticenza a voler far parlare la gente in gioco, perché l’eventualità di beccare bimbiminkia o cretini in generale è molto alto, ma è un rischio da correre perché per fortuna è possibile dare ai giocatori la possibilità di reagire a chi si comporta in maniera molesta. Se poi vogliamo essere ancora più puntigliosi, allora davvero ci vorrebbe una chat in background, di quelle che continuano a funzionare anche se due utenti stanno giocando a cose diverse. Certo questa è una feature estremamente avanzata (per modo di dire) e magari non siamo ancora pronta per queste cose, ma vi prego, Iwata e amici di SushiLand, pensate a queste parole. Anche perché, dannazione, avete corredato il fottutissimo pad con un microfono! Non me lo fate usare solo per la chat interna al MiiVerse, vi prego! Estendete i miei orizzonti, please!
Amiibo sincero
Ora mi piacerebbe sollevare un problema di cui avevo parlato in parte nella recensione di Mario Party: gli Amiibo e i dati conservati al loro interno. Le belle statuine Nintendo stanno riscuotendo un ottimo successo sul piano commerciale, cavalcando l’onda dei pupazzeti di Skylander e Disney Infinity. A questo aggiungiamo che sono un ottimo regalo a basso prezzo ma ad alto impatto, visto il valore iconico di alcune action figure e possiamo facilmente capire perché si svuotino gli scaffali e aumentino le richieste.
L’Amiibo però ha un’altra importante funzione, oltre a quella puramente estetica e collezionistica. E’ infatti un’infrastruttura videoludica a tutti gli effetti, dalle molteplici potenzialità dettate esclusivamente dal teatro di gioco in cui andiamo a calarlo. In pratica l’Amiibo non ha alcuna funzione particolare a prima vista, ma sta a chi decide di sfruttarli scegliere il loro posto nel gioco, come delle cellule staminali videoludiche che possono diventare qualsiasi cosa se immerse nel giusto ambiente (visto che va di moda…).
Questo farà nascere un importante problema che è bene riconoscere prontamente e soprattutto arginare. Gli Amiibo possono salvare nel loro piccolo chip i dati di un solo gioco alla volta. Per salvarne di altri bisogna prima formattare tutto. Allora capite come sia drammatico dover scegliere se perdere ore e ore di gioco Amiibo per andare ad esplorare una feature di un altro gioco che magari neanche ci piacerà, esattamente come è successo a me con Mario Party. E’ urgente davvero che venga preparata e pubblicata una applicazione per la gestione dei dati Amiibo. E’ mandatorio, cara Nintendo. Il tempo passa e sempre più giochi sicuramente salteranno sul treno Amiibo e questo metterà noi videogiocatori in seria difficoltà, visto quanto ci teniamo ai nostri salvataggi…
Amore in crisi
Chiudiamo qui, poche altre righe perché sicuramente qualcuno si sta domandando (o forse no…): perché tutto questo astio? Cosa ha scatenato questo livore e queste critiche? Il motivo è paradossale: queste sono parole dette da un giocatore che ama Nintendo, la ama davvero perché gli ha fornito la prima console della sua vita. Perché Mario, Link, Falcon, Samus sono stati quasi degli amici e non voglio che tutto vada a puttane. Non mi piace l’idea che anche con Nintendo tutto finisca in una grama e opaca indifferenza, l’unico modo che ho per descrivere la mia reazione alle console Microsoft, per esempio, che dopo un bell’idillio mi hanno deluso fino a sparire dal mio panorama emotivo quasi del tutto. O non voglio che di tutta la storia videoludica che ho vissuto con i pad della grande N in mano resti solo un discreto entusiasmo per una possibile esclusiva di terz’ordine, come ormai è per il mondo Sony. Perché finora ho avvertito il guizzo tipico della Nintendo Difference, laddove tutte le altre case presentavano un parco titoli dove la grande differenza stava tutto nel framerate e nella risoluzione; e tutto questo non può finire così, in un colpo di spugna.
Sarò un nostalgico, ma mi pareva doveroso spendere un po’ di parole di dubbio valore su una situazione che sta stagnando e rischia di trasformarsi in una palude di sabbie mobili da cui sarà pressoché impossibile uscirne…