Ecco cosa pensiamo di Destiny dopo averci giocato per tre giorni
Con Destiny, parlando dal punto di vista editoriale, è successa una cosa piuttosto insolita, se siete accaniti lettori, sapete benissimo che una recensione, di norma, viene pubblicata poco prima la messa in vendita o, a seconda degli embarghi, il giorno stesso in cui il titolo viene rilasciato. I server di Destiny sono stati accesi direttamente il 9 settembre allo scoccare della mezzanotte, per cui nemmeno i redattori più blasonati di questo universo hanno avuto la possibilità di provare il gioco con cura prima della sua uscita. Il fatto è questo, allo stato attuale nessuna testata ha pubblicato una recensione completa ed esaustiva su questo gioco, ciò nonostante sono stati scritti fiume di parole, sia dagli addetti del settore, sia da utenti che hanno provato il gioco. Da bravi nerd, il 9 settembre ci siamo accaparrati la nostra copia, e oggi pur non rilasciando una vera e propria recensione, abbiamo deciso di dire la nostra sul gioco; le nostre impressioni dirette, il resoconto autentico da giocatori per altri giocatori. Del resto è così che dovrebbe essere un articolo: autentico.
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La Torre
Purché non viviate ai confini più remoti della galassia, sarete sicuramente stati invasi dal baraonda mediatico che ha avvolto e che tutt’ora avvolge Destiny nel corso di questi ultimi mesi, per cui saprete sicuramente di cosa stiamo parlando, se proprio non avete la più pallida idea di che cos’è questo Destiny tanto discusso, e avete paura di confonderlo con quel profumo di marca che vi piace, ci pensiamo noi a dirvi tutto. Destiny, senza lodi reverenziali, è un’ambizioso sparatutto online in cui si è cercato di ibridare meccaniche da giochi di ruolo a quelle tipiche degli shooter. Calmi, non è complicato. Destiny è un first person shooter, e fin qui ci siamo: si spara, si corre e tutta quella roba lì; soltanto che lo si fa sempre e comunque e obbligatoriamente online, insieme ad altri giocatori il tutto in un contesto dove il nostro alter ego è tenuto a crescere ed evolvere in base alle nostre prestazioni. Per cui si alterneranno fasi di gioco in cui non si fa altro se non sparare, ad altre invece in cui si “dialoga” e ci si potenzia. Destiny ci mostra la sua natura palesemente ispirata agli MMO nella Cittadella, un luogo che si presenta come un’enorme lobby nella quale, dopo un passaggio della camera dalla prima alla terza persona, avremo modo di interagire (in maniera piuttosto limitata a dire il vero) con altri giocatori e con i negozianti. Le meccaniche sono piuttosto semplici e prevedono la possibilità di aggirarsi tra gli spazi della Cittadella più o meno liberamente collezionando informazioni o acquistando equipaggiamento con i crediti ottenuti in battaglia. Le attività possibili non si esauriscono ovviamente al semplice commercio, ma è possibile anche consultare l’apposita board per ottenere e attivare le taglie: queste non sono altro che degli obiettivi specifici che il giocatore deve completare durante le sue scorribande armate per ottenere tutta una serie di ricompense. Ci troviamo di fronte ad un altro di quegli elementi che avvicinano sempre di più Destiny ad un gioco di ruolo online, lasciando trasparire dei piani di espansione e moltiplicazione che Bungie sta probabilmente coltivando in segreto. La Torre è una sorta di base operativa, ed il punto reale di partenza della nostra avventura. Come molti, moltissimi MMO, c’è una trama di fondo che in qualche modo ci contestualizza tutto ciò che facciamo. Destiny è ambientato nel futuro: l’umanità ha colonizzato molti pianeti ed è entrato in contatto con razze aliene, espandendo a dismisura la propria conoscenza e tecnologia. Il filmato iniziale ci racconta brevemente i fatti prima del nostro arrivo, grazie ad una misteriosa figura (un’enorme sfera) chiamata Il Viaggiatore, l’umanità ha prosperato in pace per anni, le cose si sono guastate quando l’Oscurità (originalità a profusione), acerrima nemica del Viaggiatore ha iniziato a mandare tutto a puttane. Se l’incipit vi è sembrato parecchio risicato, il continuo non è migliore. La trama, come detto, è solo un pretesto, superando le missioni della storia principale abbiamo avuto l’impressione di seguire semplicemente il corso degli eventi, di non essere realmente partecipi di nulla e soprattutto una spiacevole sensazione di pressapochismo che pervade l’intera sceneggiatura. È come se non fossimo mai veramente protagonisti del gioco, ma ci ritrovassimo lì per caso, quasi come se salvare l’umanità fosse una cosa da nulla, del tipo fai questo, distruggi il cattivo, salva il mondo e non scordarti del latte che se no domani niente colazione. Una cosa così. La nostra è una critica forte ce ne rendiamo conto, eppure in questo quadro generale riusciamo ad essere positivi, al di là delle obiettive mancanze, bisogna tenere presente e stamparselo in testa che Destiny non è Metro 2033, non è Bioshock e non è nemmeno Halo, è un dannatissimo MMO, e non c’è da aspettarsi l’oscar della recitazione videoludica da questo prodotto. Abbiamo letto recensioni di utente imbestialiti a riguardo ma a conti fatti la delusione va comparata sempre con le aspettative.
Una galassia in costruzione
Ai più Destiny sarà sembrato uno strano miscuglio tra Halo, Mass Effect e Borderlands, ma in realtà non è nemmeno così. La cosa che più ci ha sorpreso positivamente in questi giorni è la capacità che ha avuto Bungie di rendere diverso e “nuovo” un titolo che di fatto presenta pochissime innovazioni. Destiny ha una sua identità, questa strana mescolanza di generi confluisce in un impianto ludico solidissimo che pur prestando il fianco a parecchi difetti, risulta essere piacevolissimo da giocare. Il fulcro del gioco è ovviamente la sua componente shooter. Su questo aspetto magari scenderemo più nei dettagli in fase di recensione, trattandosi di un first person shooter non c’è molto su cui discutere a dire il vero. Qualsiasi considerazione ci pare un po’ scontata e vuota, è un genere che non si innova realmente (e che forse non ha nemmeno bisogno di farlo) da almeno cinque anni, per cui nulla di quanto visto in Destiny ci è sembrato al di fuori dei canoni. In ogni caso Bungie rimane maestra nella progettazione degli sparatutto, Destiny è un fsp incredibilmente solido e divertente. Sarà per il contesto di gioco, per il feeling delle armi e per le situazioni in cui il gioco ti mette, ma “sparare” in Destiny è sempre esaltate, non annoia mai nonostante la ripetitività. Proprio perché ci siamo incollati allo schermo in questi tre giorni di gioco siamo quasi arrivati al termine della storyline principale, le missioni sono divise per ora in tre categorie: storia, assalto e pattuglia.
Sulla storia ci siamo già espressi, volevamo solo precisare che anche sotto il profilo ludico, l’avventura principale non è eccelsa. Sia chiaro, ci divertiamo un mondo a giocare, eppure abbiamo avuto l’impressione di aver assaporato solo un minimo delle potenzialità del gioco e che molte missioni, purtroppo, sono troppo simili tra di loro, proprio perché ci troviamo in universo ancora da espandere e migliorare. Pattuglia si tratta di brevi sidequest, gli obiettivi a dire il vero non sono troppo ispirati, probabilmente sarà la modalità più critica eppure a noi è piaciuta, l’abbiamo trovata perfetto per il ritmo di gioco e la velocità. L’altro giorno, ad esempio, non avevamo molto tempo per giocare online, eppure in Pattuglia siamo riusciti a completare diversi obiettivi in poco tempo. Assalto è sicuramente la modalità più riuscita, si tratta di una coop dura e cruda per massimo tre giocatori. Si superano sfide molto più difficili del normale, si affrontano boss parecchio ostici, e si assapora realmente ciò che il gioco ha da offrire. Il senso di cooperazione è più evidente in Assalto, anche con perfetti sconosciuti, è piacevole affrontare queste sfide. Giocando in modalità Assalto, siamo stati veramente felici di aver acquistato Destiny, non che il resto non ci sia piaciuto, ma Assalto è su di un altro livello di divertimento. E non è finita qui. Da martedì 16 settembre inizieranno i Raid, ancora non abbiamo informazioni precise, se non qualche piccolo dettaglio che ci è bastato per farci salire la scimmia ancora di più. I Raid per chi non fosse pratico di giochi online, sono della particolari “stanze” di gioco, in cui i team di gioco affrontano ordate di nemici, boss e quant’altro e alla fine saranno ricompensati con un succoso premio (sul web è ampiamente utilizzato il termine inglese loot). Praticamente gli sviluppatori con Assalto hanno dato un leggero antipasto di ciò che saranno i Raid.
Costruzione e amore per il proprio personaggio.
Che la componente first person shooter sia la base del gioco poco ci piove, eppure alla fine si ama Destiny per il proprio personaggio. Avviato il gioco ci viene chiesto di scegliere una razza tra le tre disponibili, e una classa (sempre tre). Tra impostazioni estetiche, sesso e accessori vari, c’è una discreta varietà di scelta. Il nostro Guardiano parte dal livello 1, attualmente ci sono due level cap, al 20 per ciò che riguarda l’esperienza normale e fino e 30 per un altro tipo di livellamento. Abbandonando i numeri, ciò che rende speciale – un po’ come tutti i giochi del genere – è il fattore “desiderio“. Quando crei il tuo personaggio, non vuoi far altro che farlo diventare più forte. Se poi in giro noti altri giocatori con equipaggiamenti superpotenti e bellissimi, immediatamente pensi: devo averli anche io. In questo Destiny è parecchio generoso: ci mette subito nelle mani molte armi, i livelli aumentano velocemente e il nostro personaggio assume sempre più le sembianze di una vera e propria macchina da guerra. È vero, ottenere esperienza può sembrare ripetitivo, se ci pensate non si fa altro che sparare, uccidere, prendere oggetto, equipaggiarlo, saliere di livello e così, in un loop infinito. Con una base ruolistica così forte, c’era da aspettarselo da Destiny. Che poi non si tratta solo di accorgimenti estetici. Aumentare le proprie statistiche ci da accesso a nuove abilità, a diversi tipi di granate e mosse speciali chiamate super cariche. Quando il nostro alter ego sarà in grado di utilizzare gran parte delle sue capacità, acquisterete una confidenza di gioco diversa, e vi sembrerà quasi di agire in maniera completamente differente. È proprio l’evoluzione del personaggio che, appunto, rende Destiny realmente avvincente. Una cosa che abbiamo apprezzato molto di tutto l’environment legata ai punti esperienza è la diversificazione degli stessi; in pratica, al di là, della semplice carneficina si potrà ottenere esperienza anche portando a termine dei particolari obiettivi, chiamati Taglie. Si tratta di veri e propri achievement, come uccidere 100 nemici di seguito, vincere una battaglia multiplayer facendo tot punti e così via. Nulla di straordinario fin qui, se non per il fatto che, le taglie si dividono in due categorie, una legata al single player e l’altra al multiplayer. Completando le taglie specifiche per le categorie si potrà aumentare di grado, e quindi avere accesso ad equipaggiamenti bonus e oggetti speciali. Il titolo Bungie sotto questo punto di vista, almeno per ora, non delude affatto.
Questo sarà il nostro quarto giorno di gioco, ci rendiamo conto che in questo articolo non siamo stati esaustivi: mancano le considerazioni sul multiplayer competitivo, sulla grafica, sull’applicazione per smartphone, sul tanto criticato sistema di comunicazione; insomma manca parecchia roba questo perché il titolo è così vasto che a parlarne adesso, si finirebbe per dare informazioni incomplete e figlie di un testing approssimativo, e questo non è proprio nel nostro stile. Detto questo, siamo stati piacevolmente sorpresi da Destiny, continueremo a giocarci e tra qualche giorno, dopo aver testato tutto a fondo, daremo un parere definitivo.