Final Fantasy, chi ti ha reso così?
Ci eravamo lasciati così, con un nostalgico Insert Disc 2. Innanzitutto grazie ai lettori appassionati di Final Fantasy che hanno commentato e condiviso l’articolo. È bello vedere che in mezzo ad una ormai disarmante mancanza di cultura videoludica, ci siano ancora giocatori che vivono opere come questa con coscienza e spirito critico, segno di una passione che va ben oltre il semplice “passare le ore davanti alla console“. Per chi invece si trovasse su questa pagina senza sapere di cosa si stia parlando, questa è la Prima Parte (potete leggere QUI la terza parte) dell’articolo in cui analizzo i motivi che hanno portato Final Fantasy ad essere ciò che è ora. Nonostante ne sia consigliata la lettura, provo a riassumere brevemente quanto scritto in precedenza. La serie è, a detta di molti, in pessime condizioni, dal XIII capitolo in poi, quasi tutti i fan stentano a trovare quella maestria che da sempre ha contraddistinto Final Fantasy. Personalmente ritengo che l’evento scatenate di questo impoverimento qualitativo sia stato il film The Spirits Whitin, costato a Square più di 100 milioni di dollari e che ha praticamente mandato in bancarotta la società.
Ciò detto, nonostante il crack finanziario non debba obbligatoriamente ripercuotersi sul processo creativo, c’è da considerare che da lì in poi, le strategie commerciali (e quindi produttive) dell’azienda siano in qualche modo cambiate. Unitamente al numero di dipendenti inferiori (visti i parecchi licenziamenti) pare più che probabile che a seguito del film più di un meccanismo creativo sia mutato all’interno di Square-Enix. Le prime avvisaglie di questa nuova filosofia si sono viste con Final Fantasy XII, benché il titolo non fosse poi così cattivo (a me è piaciuto nonostante i personaggi tutt’altro che memorabili) portava con sé degli elementi di game design che sono serviti da “test” per i futuri cambiamenti. Ovviamente questo non basta a giustificare la differenza qualitativa tra i passati episodi e i più recenti, indi per cui sapere Quando le cose siano cambiate non mi soddisfa, c’è da chiedersi piuttosto CHI sia cambiato all’interno della società…
Phoenix Down su Sakaguchi
Nel processo realizzativo di media come films e videogames, partecipano attivamente un numero piuttosto alto di persone. Ormai videogiochi Tripla A, sono prodotti da un numero enorme di persone. Basta scorrere i titoli di coda di qualsiasi videogames, per rendersi conto di quante menti hanno partorito l’opera appena conclusasi. Non ci vuole un genio per capire che l’abilità del singolo sviluppatore inevitabilmente si riflette sulla qualità del gioco. Sto forse dicendo che da qualche anno a questa parte, Square ha assunto degli imbecilli? Assolutamente no. Anche perché da un punto di vista tecnico gli ultimi Final Fantasy sono, come sempre, ottimi. Anche se così non fosse, è impossibile, salvo avere i CV di tutti gli impiegati Square-Enix, trovare un gruppo di impiegati colpevoli. No, i problemi di Final Fantasy nascono in un altro modo. Ciò che ha generato malcontento da parte dei fan è l’intera filosofia realizzativa. C’è qualcosa di marcio all’intero del processo decisionale Square-Enix. Un po’ come quando una squadra di calcio inizia a giocare male… il più delle volte è colpa dell’allenatore. Probabilmente è successo la stessa cosa con Final Fantasy. Nel 2004 Hironobu Sakaguchi lascia Square per fondare una propria software house: Mistwalker.
Sakaguchi si dimise autonomamente dal suo ruolo di vicepresidente. Forse si sarà sentito in colpa per il tracollo del film, forse unirsi con la rivale Enix era per lui inammissibile. Fatto sta che ancora oggi non si hanno informazioni più dettagliate sulla sua decisione. Quasi tutti i fan della serie (almeno quelli più attenti) considerano questo evento di primaria importanza. Sakaguchi non solo era Vice Presidente della Square, ma è letteralmente il “papà” di Final Fantasy, se oggi sono qui a scrivere quest’articolo è quasi solo grazie a lui. Ricollegandomi al discorso fatto prima, chiunque si possa considerare fan della serie, non può che sentirsi “orfano” da quando Sakaguchi ha lasciato l’azienda. Ciò che mi chiedo oggi è… sarà veramente così? Può un solo uomo, indipendentemente dal suo genio creativo, essere l’unico responsabile, l’unica mente brillante dietro opere come queste? Basta guardasi in giro e pensare a ideatori del calibro di Kojima, Miyazaki, Mikami, Shafer… la lista è lunghissima. Ci sono giochi che portano con sé la firma di grandi artisti, e senza di loro molto probabilmente questi giochi non sarebbero considerati capolavori. Con Final Fantasy purtroppo non è così semplice. Andrò parzialmente contro corrente, ma non è solo per la mancanza di Sakaguchi che Final Fantasy è ridotto così. Partiamo da una verità incontestabile: Sakaguchi ha diretto e ideato personalmente tutti i capitoli della serie fino al V. Questo ovviamente non sta a significare che per i capitoli successivi al V sia stato con le mani in mano. Per alcuni capitoli è stato lui a fornire il Concept Originale, per altri si è limitato a supervisionare il tutto. Con questo non voglio dire che Sakaguchi abbia meno meriti di quelli che gli spettano anzi, è solo che se dobbiamo rispondere alla domanda “Chi è cambiato?” il suo nome non deve essere l’unico della lista. Vi faccio una domanda: sapete chi ha inventato il famoso (e ormai rimpianto) ATB? Non è merito di Sakaguchi, ma di Hiroyuki Ito, infatti, è anche grazie a lui se la serie ha avuto così tanto successo. Ito non si è limitato a creare l’ATB ma è stato responsabile del sistema di combattimento di molti capitoli. Quando giocate ad un qualsiasi Final Fantasy, e siete soddisfatti dai combattimenti beh, ricordatevi di lui. Stesso discorso vale per Yoshinori Kitase, responsabile e producer di molti capitoli; uno dei pochi membri storici che fa ancora parte del team di produzione. Insomma di nomi importanti ce sono, pensiamo anche a quel genio di Nobuo Uematsu. Cosa sarebbe Final Fantasy, senza le sue musiche?
Compositore storico della serie e padre di alcune delle colonne sonore più belle di sempre, e non mi riferisco solo a Final Fantasy ma all‘intero medium videoludico. Per riassumere, a seguito del film molti “Big” in casa Square hanno deciso di andare via per dedicarsi ad altri progetti, altri hanno deciso di rimanere assumendo un ruolo completamente diverso. Tornando al parallelismo calcistico, è chiaro che quando cambi allenatore, formazione e assetto tattico, la tua Squadra risulta essere completamente diversa… tant’è che non è difficile leggere pareri del genere: “Final Fantasy è ancora un bellissimo gioco di ruolo, solo non chiamatelo più Final Fantasy“. Scommetto che anche tra di voi c’è qualcuno che identifica il suo pensiero in questa singola frase.
Insert Disc 3
Quanto scritto mi duole ammetterlo ma potrà apparirà sicuramente più didascalico e meno ricco di contenuti interessanti rispetto il precedente articolo, infatti ci sono meno informazioni tecniche; più che altro ho dovuto (in maniera forse un po’ noiosa) elencare quelli che sono stati gli uomini chiave all’interno della serie e cosa ha significato la loro dipartita. In molti sapranno sicuramente quanto è stato importante Sakaguchi, la presenza del papà di Final Fantasy all’interno del team di sviluppo (o quantomeno come supervisore) ha sempre garantito un certo livello qualitativo, insegnando (e pretendendo) un certo savoir faire ai suoi collaboratori. Ciò detto non anche le figure di Ito, Kitase e di Uematsu sono state fondamentali. Chi li ha sostituiti? Attualmente a dirigere Final Fantasy XV c’è Tetsuya Nomura, già direttore di Kingdom Hearts, diretto ovviamente sotto la supervisione di Sakaguchi, a cui dobbiamo l’intero concept originale. Per chi non avesse mai sentito parlare di Nomura, sappiate che si tratta si uno dei disegnatori storici, che ha creato i personaggi del XIII capitolo e che, ovviamente, si è servito del supporto di Yoshitaka Amano, responsabile della creazione della maggior parte dei personaggi dei primi capitoli. Nomura in ogni caso ha assunto in questi ultimi anni un ruolo chiave, non solo ha disegnato tutti i personaggi di Final Fantasy XIII, mentre l‘intera direzione del progetto è stata affidata a Motomu Toriyama. Ora non sta a noi criticare le decisioni di Square-Enix, non sappiamo perché si sia scelto proprio Nomura per il XV capitolo, (molto probabilmente per la sua somiglianza con Kingdom Hearts) fatto sta che, nonostante gli anni passati nell’azienda, molto probabilmente non è ancora all’altezza (almeno per ciò che concerne la direzione) di un lavoro così importante come la creazione di un Final Fantasy. Sia chiaro, non voglio additarlo come unico colpevole, tuttavia nell’ottica di voler essere “completi” in questa analisi, Nomura è sicuramente un elemento da tenere in considerazione. Per oggi è tutto, la terza è disponibile al seguente link. Chiuderò l’articolo con una sorta di collage di tutte le motivazioni, in più proprio alla luce di quanto scritto farò una breve analisi su “Dove sta andando la serie” e cosa ci si deve aspettare dal prossimo capitolo.