Entrato dentro la villa di Assassin’s Creed a Lucca, mi sono fiondato immediatamente nella stanza dei videogiochi. La stanza era colma, ma erano TUTTI a giocare e guardare Assassin’s Creed: Unity. Quella vista confermò le dicerie raccolte su internet secondo cui Rogue se lo calcolino in pochi. E mi sembrava strano, dato che per la prima volta si impersona finalmente un templare (o una specie).
Prima di andare direttamente all’hands on, vi chiedo di avere un attimo di pazienza: devo introdurre una vicenda accaduta PRIMA che io giocassi.
Mi ero messo in fila e davanti a me c’erano cinque o sei ragazzi. Al momento stava giocando un bambino piccolo, dubito avesse avuto più di sette-otto anni. Questo bambino stava giocando la demo di Rogue, come detto, ed era bloccato in acqua. Non riusciva a salire sul molo lì accanto e anche il tasto “Sali” che compariva sulla scialuppa lì vicino non permetteva di salire dato che non rimaneva illuminato per più di una frazione di secondo, impedendo di uscire dall’acqua.
Shay, il protagonista, d’un tratto DECOLLO’ dall’acqua mantenendo l’animazione di nuoto statica, muovicchiando braccia e piedi per galleggiare nell’aria. Dopo un secondo di what the fuck generale da parte di noi spettatori, Shay volò rapidamente sulla superficie del fiume e attraversate le montagne uscì dalla mappa. Mentre ancora cercavamo di computare che cazzo fosse appena successo, il gioco crashò con tanto di scritte in sovrimpressione. In quel momento tutti quelli che l’avevano visto cominciarono a ridere come cretini.
Vai assassino volante, segui i tuoi sogni. Il cielo è la tua ostrica e nessuno può dirti più che cosa puoi o non puoi fare.
Vedere qualcosa del genere ad una presentazione, undici giorni prima dell’uscita del gioco, è una di quelle cose che ti fa inspirare a fondo e poi dire “va beh”. Il lato positivo è che se ne sono andati tutti dopo la crashata, così ho preso le redini. La parte della demo da me provata si apre con uno scontro marittimo tra la mia nave e un gruppetto di altre. Non avendo mai toccato un controller Xbox ci misi un attimo per capire come guidare, ma dopo qualche minuto sono riuscito ad abbattere tutte le navi. In quel contesto i comandi sono discretamente chiari, gestendo bene uno scontro tra navi che è quasi una danza di tattica guerresca.
Il combattimento navale, selling point di AC: Black Flag, è sempre quello, migliorato ma fedele alla formula originale. Dato che Shay deve affrontare degli assassini, si ritrova a subire tutto quello che facevamo noi ai poveri templari nei giochi precedenti. Perciò gli assassini possono speronarvi e venire a fare a botte sul vostro ponte. Tristemente questa situazione non si è presentata nella demo giocata, anche perché non è stato dato un contesto alla battaglia navale, perciò non sapevo se vi fossero assassini o no. In sostanza riguardo le barchette sono rimasto soddisfatto. Non colpito, perché non ci sono VERE novità, ma nemmeno deluso.
Nonostante i ragazzi prepubescenti che dicevano dietro di me “questo non sa giocare”, sono riuscito ad analizzare vari aspetti del gioco in sé, facendo cose che potrebbero sembrare inutili. Sono sceso e risalito in modo casuale da pontili, vele e dalla nave stessa per controllare la risposta dell’ormai consolidato arrampicamento automatico che segna il parkour della serie AC. Niente da segnalare, in quel contesto, se non un leggero miglioramento nel riconoscimento delle superfici arrampicabili e nella transizione da una all’altra. Il gioco sembrava deciso a non rifar volare via Shay e lasciarmi giocare in pace.
Sceso definitivamente dalla barca, ho provato ad arrampicarmi qua e la sui tetti delle casette del villaggio costiero, cercando di evitare le guardie e saltando da un tetto all’altro. Un salto scazzato completamente mi portò però direttamente in mezzo a una pattuglia, permettendomi così di controllare il combattimento. Probabilmente la difficoltà era calibrata verso il basso essendo una versione di prova, ma i nemici erano così sempliciotti da permettermi di subire danni e leggere le istruzioni dei tasti in alto allo stesso tempo.
Graficamente il gioco è bello e non penso si possa chiedere altro dalla cara vecchia PS3/Xbox 360 prima di mandarla in pensione. È un gioco old gen, fatto per ricavare facili guadagni anche da chi non ha ancora comprato le console next gen per giocare Unity, non c’è bisogno di nascondere la cosa, lo sappiamo tutti e non lo sto dicendo come insulto ma come constatazione. Se il gioco è fatto bene, non c’è nessun problema in questo.
Il gioco è fatto bene? In sostanza AC: Rogue è una versione rifinita e aggiornata di Black Flag. Non è un seguito, non è DLC. Non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è. No ok, seriamente. Se la vecchia logica delle espansioni esistesse ancora, potremmo semplicemente dire che Rogue è un’espansione Stand Alone del blocco AC 4, anche perché rincontriamo persino personaggi già conosciuti in Black Flag. Potremmo definirlo il Frozen Throne del Warcraft 3 che è AC: Black Flag. Le meccaniche e la logica base dietro ai due giochi sono le stesse, cambiano la storia e varie novità che sono semplicemente aggiunte a concetti che ci sono già, come nuove armi o altro.
Nel poco tempo a mia disposizione non sono riuscito a vedere nulla di ciò che caratterizza maggiormente Rogue, ovvero la sua storia. Dopo essere riuscito a fare la mia uccisione furtiva (dopo aver eliminato fisicamente tutti i testimoni nella colluttazione nominata prima), la signorina mi ha chiesto di lasciare il controller.
Il mio onesto parere è che fino a che non si sarà riusciti a giudicare la storia, non si saprà veramente se vale la pena comprare il gioco per uccidere assassini (e civili mi dicono) gironzolando fino al freddo nord e nella vecchia New York. Non siamo ai livelli di GESU’ PRENDI IL VOLANTE come per Unity, che ha dalla sua la potenza delle console nuove per potersi permettere di fare promesse più grosse.