Meglio vincere da eroi o essere ricordati per sempre come i cattivi della storia?
uando nel 1972 uscì il primo capitolo de Il Padrino, tutto il pubblico venne stregato dall’interpretazione di Marlon Brando, tanto che si manifestò un vero e proprio innamoramento di massa nei confronti della terribile figura di Don Vito Corleone. Nel 2008, con Il cavaliere oscuro di Nolan, fu più Heath Ledger nei panni del Joker a conquistarsi l’immortale adorazione delle folle che il povero Bruce Wayne. Tutti abbiamo impresso l’occhio di Sauron nelle nostre menti; ognuno di noi, vedendo la saga di Harry Potter, è rimasto affascinato da Bellatrix Lastrange e dagli altri Mangiamorte. Anne Wilkes del Misery di Stephen King ci coinvolge; il Dracula di Bram Stoker è diventato icona e adorazione per tutti gli amanti della letteratura gotica, mentre il povero Van Helsing si è ridotto a qualche riadattamento cinematografico scadente, lasciando dietro di sé una scia che sbiadisce in fretta.
Il total black non passa mai di moda
I “cattivi”, i personaggi privi di moralità, coinvolgono l’interesse dello spettatore da più di un secolo ed oggigiorno il mondo del cinema e della letteratura ha ampiamente abbracciato le sorprendenti preferenze del pubblico, sfornando opere su opere in cui l’eroe della storia non è altro che un personaggio di contorno; uno sfondo bianco su cui risalta una maestosa figura color nero pece. Forse la più ostinata a resistere a questa dinamica è proprio la Disney, la quale per decenni ha cercato di proporci principi e principesse valorose, fatine giustiziere e animaletti del bosco canticchianti.
Eppure, mia cara Disney, hai fallito anche tu (o hai vinto, considerando gli incassi): La carica dei 101 è diventata un cult perché tutti ci siamo ritrovati a canticchiare distrattamente Crudelia DeMon, Crudelia De Mon, farebbe paura persino a un leon; Il re leone è magnifico proprio perché a pilotare la vicenda c’è un villain shakespeariano che fa tremare i polsi al suo Sarò re!; Malefica è diventata con il tempo la strega cattiva più elegante del mondo cartoonesco e Maga Magò la più divertente. Insomma, cari e care eroi ed eroine della Disney, l’avrete anche fatta franca nel vostro universo, ma qui sulla Terra sono gli antagonisti della favola ad aggiudicarsi la gloria eterna.
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I’m in love with a Monster
La verità è che a noi, nel 2022, gli eroi guidati dai buoni sentimenti un po’ ci hanno annoiato. I buoni, gira che ti rigira, sono tutti uguali: vogliono salvare il mondo, ripristinare la pace, dimostrare il loro coraggio. Tutte cose che, nel nostro piccolo quotidiano, raramente tendiamo a porci come obbiettivi di vita. Più comprensibile l’ira della Regina Cattiva, che si vede spodestare da Biancaneve come più bella del reame; più umano l’odio di Jafar, che per anni si ingrazia il Sultano, in una lenta e attenta scalata al potere, per poi vedersi rompere le uova nel paniere da un ladruncolo con l’addominale scolpito. I cattivi della Disney hanno tutti un piano nelle loro menti che puntualmente viene rovinato dall’eroe di turno; la loro è una vendetta che siamo pronti a capire fino in fondo, con cui è quasi facile empatizzare. D’altronde, sotto sotto, il mondo sarà sempre un po’ più simile al cattivo, che al buono.
Villains. Il lato oscuro delle fiabe, raccolta di racconti edita Watson, uscita il 21 maggio 2022, si aggancia proprio a questo ragionamento. Il volume mette insieme 18 racconti che vogliono sconvolgere e riscrivere le fiabe più popolari di sempre, tutte narrate dal punto di vista del cattivo e accompagnate da curatissime illustrazioni. Dalla Regina Cattiva di Biancaneve all’Orco di Jack e il Fagiolo Magico, dalla Malefica di La bella addormentata nel bosco alla Strega del Mago di Oz, 18 autori e autrici diversi danno ai malvagi personaggi delle fiabe la loro voce, la loro rivincita, mostrandoci quali ragioni li hanno spinti ad andare contro la bella principessa e cercando di convincerci che forse tutto questo torto non ce l’avevano.
Ogni racconto si presenta con uno stile e un registro completamente diversi; a cambiare sono le epoche storiche, i luoghi, le atmosfere. Alcuni sono geniali, altri sono meno potenti, ma tutti riescono ad intrattenere, divertire e trasmettere un messaggio fondamentale: una storia non la si conosce veramente finché non si sono ascoltate entrambe le parti. Ogni racconto ha come protagonista un villain che viene finalmente “umanizzato”, con sentimenti e ragioni che, all’interno del classico Disney o del libro di favole, non ci erano stati mostrati. Donne e uomini, orchi e mostri sono in fondo creature dalla personalità sfaccettata: mentre raramente nei “buoni” vediamo altri colori oltre al bianco, nei “cattivi” riusciamo a scorgere tante cose diverse (vendetta, desiderio, paura, frustrazione, coraggio, sacrificio).
Si può amare il mondo quando è il mondo ad essere contro di te?
All’inizio di ogni cartone animato, film o libro con un antagonista classico, quest’ultimo ci viene immediatamente presentato sotto una luce negativa. Tutti lo disprezzano, lo evitano, lo allontanano: che il perfido piano che metterà in difficoltà il protagonista non sia altro che un modo per difendersi da questa ghettizzazione? Ai buoni il futuro sorride sempre: tutti adorano l’eroe, tutti lo rispettano. Questo rende loro la vita molto più facile. Che senso avrebbe tentare di stravolgere l’ordine delle cose? Il cattivo ha bisogno di sovvertire il sistema, perché è il sistema stesso che lo schiaccia. Voi, negli stessi panni, non reagireste allo stesso modo? (magari in maniera meno estrema).
Andando al cinema per assecondare il lato più fanciullesco di me, che ancora mi spinge a vedere ogni prodotto animato progettato da Disney e company, ho notato, negli ultimi anni, una progressiva eliminazione del cattivo dalla trama della storia. Encanto, Oceania, Soul, Inside Out, Luca non posseggono un’antagonista degno di nota, realmente pericoloso. Oggi pare che le case di produzione tendano sempre più a spostare l’elemento grigio all’interno del protagonista stesso della storia. I dissidi e i pericoli non provengono più dall’esterno, ma sono interni al nucleo “bianco” della storia, un bianco destinato a macchiarsi sempre più spesso.
Sparisce la netta divisione tra male e bene, compare la necessità di mostrare le debolezze dell’eroe. Sicuramente il messaggio trasmesso ha un’intrinseca positività, per lo meno sul piano pedagogico, eppure a risentirne, forse, è proprio il fascino delle pellicole. Non ci sono più gesta incredibili, patricidi da svelare, regni da salvare, guerre da affrontare a colpi di spada ed incantesimi: tutto ha assunto un aspetto molto più soft. Possiamo dire addio ai grandi traumi che la Disney ci ha propinato da bambini. Oggi un infante se li scorda i pianti per Mufasa e i tremori per la malvagia Matrigna di Cenerentola. Forse abbiamo eliminato troppo? Forse sentiamo la mancanza di quell’iconico Male, il quale poi ci ripaga rendendo tanto grandioso il Bene?
Cattivi, ma non troppo
Un modo che la Disney ha escogitato per strappare a noi nostalgici qualche lacrimuccia sono i live action incentrati proprio su queste figure. Da Maleficent a Cruella, sono in lavorazione tantissimi altri titoli che riprendono i cattivi delle favole e danno loro un volto nuovo. Peccato che ci sia un grosso problema di fondo: nei live action i cattivi… non sono più cattivi! Anzi, addirittura si ritrovano a lottare contro un’antagonista ancora più malvagio. Deludente la Malefica che instaura un rapporto madre-figlia con Aurora e ancor più deludente la Cruella che alla domanda “hai davvero fatto quei vestiti con la pelliccia di dalmata?” risponde di no! I reboot dei cattivi si sono trasformati in occasioni per raccontare storie diverse, riproponendo tuttavia la stessa dinamica in cui colui che dovrebbe incarnare il male diventa un bene un po’ più maleducato.
Capisco che il target a cui sono rivolti questi film sono i bambini. Ma io da bambina l’ho vista Crudelia De Mon dare a fuoco e fiamme la città per una pelliccia di dalmata! L’ho vista Malefica tramortire una fanciulla con il fuso di un arcolaio! I tempi cambiano e cambiano anche i prodotti che il sistema ci offre sotto gli occhi: i cattivi sono ancora delle celebrità, basta che non siano troppo cattivi.
Per scoprire quale sarebbe stata una possibile biografia di Ursula, Jafar, Malefica o la strega dell’Est vi consiglio vivamente di dare una possibilità a Villains. Il lato oscuro delle fiabe, che con un pizzico di originalità riesce a dare nuova vita a personaggi e vicende trite e ritrite. Con sarcasmo, umorismo e un pizzico di grottesco, vi ritroverete stupiti di voi stessi mentre, leggendo, la vostra mente comincerà a fare il tifo per il mostro e a riempire di imprecazioni la bella principessa.