Dopo la serie, ritorna su Netflix Violet Evergarden con il film Gaiden
Nonostante il bruttissimo incendio che ha colpito gli studi della Kyoto Animation, lo staff è riuscito a completare il primo film spin-off di Violet Evergarden. Non un seguito della serie, già presente su Netflix dal 2018, quanto semmai una side-story: Gaiden – Eternity and the Auto Memory Doll (questo il sottotitolo) è dedicato a nuovi personaggi con cui la protagonista entrerà in contatto e che, forse, potremmo intravedere anche nel prossimo film, quello che invece concluderà definitivamente la storia di Violet Evergarden.
Violet Evergarden, Servizio di Auto Memory Doll
Per guardare il film Violet Evergarden: Gaiden – Eternity and the Auto Memory Doll (conosciuto anche come Gaiden) è, a nostro parere, necessario aver visto la serie, pur non essendoci particolari riferimenti agli eventi accaduti. Questo perché il mondo di Violet Evergarden, in Gaiden come nella serie, ha una sua struttura sociale e politica che si può evincere in maniera più chiara solo guardando i tredici episodi precedenti.
Come nella serie Netflix, anche in questo film Violet si recherà da chi ha richiesto il suo servizio di Auto Memory Doll o “bambola di scrittura automatica”: presso gli uffici postali della capitale Leiden, infatti, sono disponibili abili dattilografe che sanno scrivere lettere di ogni tipo per chi le richiede. Queste ragazze non solo sono in grado di scrivere a macchina velocemente, ma anche di instillare nelle missive i sentimenti che i mittenti non saprebbero esprimere a parole loro. Il lavoro di una Doll, dunque, consiste fondamentalmente nell’essere empatica e al contempo diplomatica, per conciliare il desiderio di chi scrive con le aspettative di chi riceve, venendo spesso chiamate anche da luoghi lontani dalla città.
Violet, però, non sarà da subito una perfetta Doll: all’inizio della serie la conosciamo come sopravvissuta alla guerra di quattro anni che ha sconvolto gli stati del Nord e del Sud del continente di Telesis. In particolare, Violet venne utilizzata come arma di distruzione, poiché dotata di grandi capacità belliche nonostante la tenera età, incrementate dalla sua totale assenza di emozioni che ne facevano una macchina per uccidere. Una volta catturata dall’esercito di Leiden, viene presa in custodia dal maggiore Gilbert Bougainvillea, l’unico che non la tratterà come uno strumento, dimostrandole gentilezza e, soprattutto, amore. Quest’ultimo è un concetto estraneo alla ragazzina, che non comprenderà i sentimenti del suo superiore quando questi farà la sua confessione durante gli ultimi istanti dell’azione militare che segnerà la fine del conflitto.
Così, una volta ricondotta a Leiden, Violet Evergarden (cognome che riceve dopo esser stata adottata dalla famiglia Evergarden), viene assunta nella Società Postale CH, aperta dall’ex tenente colonnello Claudia Hodgins, il quale aveva promesso a Gilbert di aiutare Violet a rifarsi una vita dopo la guerra. La ragazza, perciò, seguirà un corso per imparare a diventare una Auto Memory Doll e capire, grazie a questo lavoro a contatto con le persone, il significato delle parole “ti amo”.
“Le parole possono avere più interpretazioni. Le parole che dici ad alta voce non sono tutto”: l’uso delle lettere per superare i limiti del tempo e avvicinare le persone
Violet, fino al suo arrivo alla società postale, ha ricevuto esclusivamente ordini o richieste che lei prendeva come tali. Le uniche parole che le sono familiari, quindi, sono comandi che non lasciano alcuna libera interpretazione né libero arbitrio. Per questo le viene così difficile, all’inizio, scrivere lettere che non siano simili a dei rapporti militari, asciutte nel linguaggio e nei contenuti. Nell’arco dei primi sette episodi seguiremo la sua crescita come Doll ma soprattutto come ragazza che si approccia finalmente alla vita, con tutti gli sbalzi emotivi che ne conseguono.
Tuttavia, oltre a imparare a manifestare le proprie emozioni e comprendere quelle altrui, fa qualcosa di molto più importante: insegna ai suoi clienti e a chi le sta attorno la sincerità. La sua prima cliente è il primo caso eclatante che ci mostra come saranno la maggior parte delle persone che usufruiscono delle Doll: come spiega Cattleya, la Doll numero uno dell’ufficio, il non detto assume molto più valore delle parole dette ad alta voce (un concetto molto giapponese!), poiché non sempre le persone vogliono dire esplicitamente la verità o ammettere qualcosa. La difficoltà del capire l’implicito rimane anche negli episodi successivi e in tutti i personaggi per cui lavorerà la protagonista, compresa la sua nuova cliente Isabella, e talvolta Violet sembrerà quasi mettersi in disparte per diventare anche lei, come noi, un’osservatrice del comportamento umano.
I temi della serie vengono ripresi in parte anche nel film e sono soprattutto legati al periodo della guerra: un lungo conflitto, lo sappiamo bene, lascia profondi traumi nei soldati, che tornati a casa devono riadattarsi ad una vita civile che non gli è appartenuta per molto tempo. Chi ce la fa, come Hodgins, prova a reinventarsi e a cercare conforto nel circondarsi di persone in grado di capire i sentimenti altrui.
Eppure, anche in tempo di relativa pace, gli strascichi della guerra condizionano le vite private delle persone, tanto da spingerle a riflettere e valorizzare i rapporti con le persone care, che siano innamorati (come nel caso della Principessa Charlotte e il suo promesso sposo) o familiari (il legame fraterno tra Luculia e Steven, quello tra genitori e figli o anche quello non consanguineo di Isabella e Taylor, le due nuove conoscenze di Violet nel film). E noi non potremo far altro che piangere o, perlomeno, cercare di trattenere le lacrime come spesso dovrà fare Violet, per quanto le esperienze di ognuno di loro potranno toccarci nel profondo.
Nonostante tutto, sarà difficile, in effetti, capire gli stati d’animo di Violet, che pure porta sulle proprie spalle il peso delle sue azioni, non facili da accettare ora che ne sarà emotivamente consapevole. Tale consapevolezza si intreccerà man mano con la ricerca di sé che la ragazza compirà mentre mette per iscritto i sentimenti altrui. Il culmine di tale realizzazione saranno proprio le lettere che anche Violet, prima o poi, riceverà: queste saranno il mezzo fondamentale per permettere anche a lei, come ai suoi clienti, di superare il proprio passato e sentirsi più vicina alle persone che l’hanno accolta.
Violet Evergarden: una serie e un film delicati nella realizzazione come nei contenuti
Se lo sviluppo del personaggio di Violet Evergarden può essere percepito come un po’ lento, vista la concentrazione posta sui numerosi clienti da cui si recherà, la serie e il film Gaiden godono dello splendido lavoro fatto dagli animatori della KyoAni. Animazioni così fluide ed eleganti non sono così scontate come si potrebbe credere e ogni personaggio viene rispettato nella sua interezza, senza alcuna disattenzione per le sue caratteristiche, nemmeno quando rimangono in secondo piano: in effetti, più o meno tutti indossano sempre gli stessi abiti, tranne Violet in alcune occasioni, dove però non viene mai dimenticata la preziosa spilla smeraldo che le regalò Gilbert.
Un altro elemento importantissimo e di grande qualità sono gli sfondi, dai colori vividi e curati nel dettaglio, soprattutto per le loro composizioni. Inoltre, una peculiarità dell’anime (e della light novel da cui è stato adattato) è che i nomi dei personaggi richiamano praticamente tutti nomi di fiori o piante. Questo però ha un suo perché grazie all’ambientazione che richiama l’epoca vittoriana, durante la quale veniva data grande importanza ai fiori e ai loro significati.
Non è raro, perciò, che vengano inquadrati i fiori circostanti durante un dialogo o un momento di tensione, sottolineando un particolare aspetto della scena in corso: tra gli altri vi sono camelie bianche, gigli, iris, rose e, ovviamente, violette. Queste ultime, guarda caso, hanno tra i vari significati proprio quello di sincerità e, a rimarcare il concetto, la sigla d’apertura dell’anime si intitola Sincerely.
Tutto questo si può ritrovare anche nel film Gaiden, che a questo punto non si può evitare di guardare se si vuole dare un’occhiata in più al mondo (im)perfetto di Violet Evergarden. Isabella e Taylor, due sorelle separate da motivi più grandi di loro, si affideranno a Violet per ritrovarsi e allo stesso tempo imparare ad accettare la loro nuova vita, così come ha fatto lei nel corso della serie. A maggior ragione, dunque, varrà la pena di guardare un po’ in disparte, come Violet, lo sviluppo delle varie storie, lasciandosi influenzare positivamente nella sua scrittura dalle emozioni che connettono le persone.