Disponibile su Amazon Prime Video dal 5 novembre, Il visionario mondo di Louis Wain (The electrical life of Louis Wain) è un biopic su un artista inglese molto particolare
Il racconto di vite straordinarie, da prospettive private, di artisti e uomini illustri non è una novità, e si accompagna bene a un certo cinema che vuole essere d’autore. Il visionario mondo di Louis Wain (The electrical life of Louis Wain) di Will Sharpe, presentato a Toronto e distribuito direttamente in streaming su Amazon Prime Video, non fa eccezione. Diversi sono gli assi nella manica di quest’opera interessante, a partire dal suo protagonista, l’illustratore e scienziato inglese Louis Wain. Vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, in un periodo di grandi rivoluzioni tecnologiche e sociali, Wain è un nome poco noto al grande pubblico, la cui vita – però – merita di essere conosciuta. A dare corpo e voce a questo sfortunato artista, uno degli attori più talentuosi della sua generazione: Benedict Cumberbatch, noto ai più come Sherlock o il Dr. Strange del Marvel Cinematic Universe.
Il visionario mondo di Louis Vain: dalla romance al processo creativo
La vicenda personale di Wain prende piede quando, morto il padre, da giovane è chiamato ad assumersi la responsabilità della sua numerosa famiglia. Louis era l’unico figlio maschio e in quanto tale automaticamente il nuovo capofamiglia: un ruolo che mal si sposa alla sua natura eclettica e visionaria (appunto) e ai suoi interessi anticonvenzionali. Proprio per uno spirito libero che non sopportava le convenzioni, Vain non esita a innamorarsi – e a sposare – l’istitutrice delle sorelle, Emily Richardson (Claire Foy). La loro unione scandalosa permetterà ai due di vivere anni sereni e felici, prima che Emily venga portata via da un cancro al seno. Proprio nei giorni del lutto, come in un passaggio di testimone affettivo, emerge il gatto Peter – che diventerà centrale nella produzione artistica di Louis Wain.
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Diviso da un’insaziabile e quasi infantile ossessione per l’elettricità e una spontanea propensione per il disegno, Louis Wain costruisce la sua fortuna proprio grazie ai gatti. Questi felini – che fino al quel momento erano rari come animali da compagnia – diventano il soggetto principale dei disegni di Wain, lanciando una vera e propria mania. Si può dire, anzi, che quel gusto britannico per il kitsch gattaro nasca proprio con Wain e con i suoi leziosi gatti antropomorfi. Come si colloca in tutto questo l’elettricità? Apparentemente è un vaneggio di fondo, ma il suo ruolo concettuale troverà una bella spiegazione nel finale del film.
Il profeta del cambiamento
Da diversi punti di vista possiamo definire Louis Wain un pioniere di un certo modo contemporaneo di vedere le cose. La sua passione per i gatti, in un periodo storico in cui questa non era affatto scontata, viene qua spiegata come un’identificazione con l’emarginato. Una chiave di lettura sorprendente, se pensiamo a quanto sia comune da diversi decenni dividere la propria casa con questo animale, e prendersene cura. Eppure, Wain ha normalizzato un modo di intendere il rapporto con l’animale domestico che prima non c’era. Si tratta del rispetto reciproco verso una natura schiva e riservata, la cui bellezza è buffa e regale allo stesso tempo. I suoi disegni, apparsi su numerosi quotidiani e periodici del tempo, hanno lanciato una moda e da questa moda non si è più tornati indietro.
Quello che Il visionario mondo di Louis Wain mostra benissimo, però, è che questa passione non nasce da un’esistenza semplice. L’elemento peculiare di Wain, che lo rende tanto vicino alla condizione di outsider, è proprio il malessere mentale. Si manifesta in maniera evidente nella sorella Marie (Hayley Squires), ma cresce anche nel protagonista stesso i cui tratti autistici – prima – e schizofrenici – poi – sono raccontati senza fronzoli. Non c’è neanche la mitizzazione di genio e sregolatezza, ma un ritratto malinconico di un uomo sofferente, la cui arte ha deliziato molti ma non è riuscito a salvarlo del tutto. Ricorda un po’, con le mille differenze del caso, la vicenda del nostro Antonio Ligabue, così ben narrata da Giorgio Diritti in Volevo Nascondermi. Al di là di un paragone un po’ semplicistico, anche la prospettiva di Wain è modificata dall’avanzare della sua dispercezione, e anche lui ha scelto di rifugiarsi nel più anarchico e liberatorio regno animale.
Il visionario mondo di Louis Wain, da un punto di vista formale
Sceneggiatore, attore e regista, Will Sharpe si destreggia qui con il classico biopic in costume. Tuttavia, la trama e la natura del personaggio richiedono anche alcuni guizzi formali, che il regista gestisce con alti e bassi. Le sue scelte, chiaramente indirizzate dal desiderio di immedesimarsi nella visione delirante di Wain, possono lasciare un po’ interdetti, ma risultano tutto sommato comprensibili. Anzi, un’estetica del genere si sarebbe prestata a una regia ancora più coraggiosa. Forse è proprio in questo restare nel mezzo che Il visionario mondi di Louis Wain si presenta come un prodotto tiepido, artisticamente parlando.
Il cast, come accennato, è di prim’ordine. Oltre al protagonista Cumberbatch e alla sua coprotagonista Foy (la bravissima interprete delle prime due stagioni di The Crown), la voce narrante è – nella versione originale – di Olivia Colman. Si aggiungono, poi, il solidissimo attore inglese Toby Jones, l’istrionico e ormai onnipresente Taika Waititi e anche la “Loki” Sophia Di Martino (in un cammeo di supporto al marito-regista del film). Da un punto di vista interpretativo, e per tutto quello che riguarda costumi, ambientazioni e atmosfere, non c’è nulla da eccepire – come ci si aspetta dall’importante produzione che sta dietro al film. Un occhio un po’ selettivo, però, non potrà fare a meno di notare alcune banalità registiche. Dissolvenze, rallenty, giochi fotografici che si suppone debbano avere una forte valenza espressiva, ma che in realtà penalizzano quello che resta – nonostante loro – un bel film. Siamo tuttavia lontani dall’ambizione della sala; le piattaforme hanno aggiornato il termine “televisivo” riferito ad alcune opere “minori”. E la nostalgia del cinema in grande (non nelle dimensioni o nel budget, ma nel pensiero) è sempre più profonda.
Il visionario mondo di Louis Vain – The Electrical life of Louis Wain è su Amazon Prime Video dal 5 novembre 2021.