La VR in aiuto delle mucche: possono i bovini trarre beneficio dalla realtà virtuale? Apparentemente sì: vediamo insieme di cosa si tratta
Il business della realtà virtuale è scoppiato qualche anno fa e coinvolge prevalentemente i videogiochi, con Oculus, PlayStation VR, e perfino Nintendo anche se con un timido tentativo, che lottano per accaparrarsi la fetta di mercato più grande: eppure l’aveste detto che a beneficiare della VR sarebbero state anche… le mucche?
Non si tratta di fantascienza, ma di un esperimento di alcune fattorie in Russia, che stanno utilizzando dei visori VR appositamente modificati per essere indossati dalle mucche, per vedere se, proiettando al loro interno delle immagini a loro gradite, come ad esempio vasti pascoli assolati e panorami meno deprimenti di una grigia fattoria moscovita, potesse migliorarne l’umore e, conseguentemente, la produzione di latte.
Sorprendentemente i risultati sono stati positivi, perlomeno su un livello molto basico. Il primo test ha ridotto l’ansia e lo stress delle mucche, migliorandone l’umore generale. Non è certo che la cosa influenzerà poi la qualità o il volume del latte prodotto, ma visti i buoni risultati ci sono piani per uno studio più approfondito.
Naturalmente lo studio ha fatto alzare qualche sopracciglio, e ha dato vita a diverse domande: perché non lasciare le mucche semplicemente in campi aperti più spesso, ad esempio? E poi, come si fa con la batteria? C’è il rischio di causare stress alle mucche una volta tolto il visore e tornate alla dura realtà?
Tutte domande a cui i nuovi studi potrebbero dare risposta, rendendo così la VR uno strumento utile per le fattorie che non possono permettersi per motivi geografici o economici, gli spazi sconfinati che le vacche meriterebbero.
Non aspettatevi però una versione bovina di Beat Saber… anche se a questo punto, non ci stupiremmo più di niente.