L’universo fantasy di Warhammer era forse quello che serviva ai ragazzi di Fatshark, per acquistare quel po’ di visibilità in più di cui necessita una giovane azienda che è stata già capace di sfornare titoli apprezzati nel settore videoludico. Warhammer: End Times – Vermintide riprende una formula già proposta in Left 4 Dead ma capace di differenziarsi dal titolo Valve sotto molti aspetti. Ci troviamo a Ubersreik, la città in cui si svolgerà interamente il gioco, invasa improvvisamente da un esercito di ratti antropomorfi chiamati Skaven il cui unico obiettivo è quello di distruggere qualsiasi cosa trovino sulla loro strada. Il caso ha voluto che 5 eroi, chi per un motivo, chi per un altro, si siano trovati in città nel momento della cruenta e spietata invasione, dunque sarà affidato a loro il compito di disinfestare la città e proteggere il mondo intero. I personaggi che vi accompagneranno nelle 13 missioni del gioco sono Siennala strega della luce, il nano Bardin, Victor il cacciatore di streghe, l’elfakerillian e Markus il soldato imperiale. Per chi si stesse chiedendo cosa ci facciano insieme un cacciatore di streghe e una strega vi togliamo subito ogni dubbio: Victor è semplicemente il carceriere di Sienna. Una volta scelto il vostro eroe preferito vi troverete nella locanda che funge un po’ da sala d’attesa, dove potrete decidere la missione da intraprendere, dare uno sguardo all’inventario o creare qualche oggettino interessante alla forgia. Ma proseguiamo per gradi.
Hai la mia spada, hai il mio arco… e la mia ascia!
Cinque eroi, una città infestata e tanto, tanto caos. In Warhammer: End Times –Vermintide sarete catapultati subito sul campo di battaglia insieme ad altri 3 giocatori (un eroe resterà inevitabilmente fuori dal party), in una delle missioni che saranno sbloccate in maniera sequenziale completando quelle disponibili al tavolo della locanda. La scelta del personaggio influenzerà il ruolo impiegato nel party: ad esempio scegliendo il nano o il soldato imperiale finirete per combattere in prima linea a difesa del cacciatore di streghe, più agile ma con un bonus salute ridotto e distogliendo l’attenzione dei toponi dalla maga e l’elfa che sono specializzati negli attacchi a distanza anche disponendo di equipaggiamento corpo a corpo. Il nano Bardin e il soldato imperiale Markus sono gli unici a poter imbracciare spada e scudo oltre alle pesanti armi a due mani affiancate rispettivamente dalla balestra e dal fucile. Victor il cacciatore di streghe si interpone nel mezzo tra un tank e un ranged offrendo un discreto bonus danni sia con le armi da mischia, nella fattispecie spade a una o a due mani, sia brandendo la molteplicità di pistole che potrete ottenere nel prosieguo del gioco. Pienamente degna della sua stirpe, l’elfa Kerillian fa davvero tanto male con l’arco ma non si tira indietro alla proposta di sfoderare i suoi pugnali e buttarsi nella mischia. Tutti e 4 i campioni elencati hanno a disposizione un numero limitato di munizioni per le armi a distanza, che potranno essere recuperate negli scenari, tranne lei, la strega Sienna che dalle retrovie infligge costantemente danni ad area infiammando il campo di battaglia con il suo bastone (che se non controllato bene potrebbe produrre delle autolesioni), capace comunque di affettare i ratti con la spada. L’equilibrio tra gli eroi è riuscito in pieno, inoltre passare da un personaggio all’altro non desta alcuna preoccupazione, merito di un gameplay intuitivo, semplice e per niente macchinoso. Ognuno dei nostri 5 amici dispone di un inventario che contiene al massimo 3 elementi oltre alle 2 armi: un medikit, una pozione che aumenta per un tempo limitato le stat dell’eroe e una bomba.
Maledetti ratti
Trovarsi tra le strade della città di Ubersreik, in verdi foreste o in cripte sotterranee non fa alcuna differenza perché verrete costantemente caricati da dozzine e dozzine di ratti. Le pause riflessive sono davvero poche colmate da qualche scambio di battute tra i personaggi ma poi arriva lui, quel maledetto corno da guerra. Se prima abbiamo parlato di un gameplay semplice, questo non è assolutamente un incentivo a gettarsi a capofitto e in solitaria contro l’esercito di Skaven. Noteremo presto che alcune situazioni richiedono un pizzico di strategia e organizzazione soprattutto quando i nemici non sono i semplici ratti normodotati ma, ad esempio i “Rattorchi” che rappresentano l’unità tank dell’orda avversaria, in grado di caricare i membri del team e infliggere danni ad area tramite onde d’urto. Questo tipo di avversario va abbattuto in fretta perché capace di provocare ingenti danni, discorso analogo vale per i ratti armati di mitragliatrice Gatling. E’ bene avere sempre una visione completa del campo di battaglia e degli alleati a causa dei ratti accalappiatori, e di quelli d’assalto: i primi rapiscono un membro del party portandolo verso gruppi di nemici vicini, i secondi caricano un eroe che rimane inerte e destinato ad essere colpito fino alla morte. In entrambi i casi, condizione necessaria per la sopravvivenza è quella di essere salvati da un compagno. L’I.A. nemica non ha molto da offrire in un gioco adrenalinico e caotico come Vermintide: l’unico obiettivo dei toponi è quello di uccidere e, sotto questo punto di vista, possiamo dire che spesso e volentieri l’I.A. avversaria è davvero spietata. L’interazione con l’ambiente circostante non offre grandi possibilità a parte le immancabili situazioni in cui si deve resistere alle ondate di nemici in attesa del verificarsi di un determinato evento, portare dei barili esplosivi su una barca o sacchi di farina in un carro, facile a dirsi se non fosse tutto rovinato dalle continue piogge di Skaven.
Ad un passo dalla vetta
I giocatori che hanno amato Left 4 Dead, non avranno difficoltà ad apprezzare il nuovo lavoro di Fatshark, a maggior ragione se appassionati dell’universo di Warhammer. Le partite sono divertenti soprattutto se giocate insieme agli amici e, affettare gli Skaven è estremamente soddisfacente, se solo l’azione fosse accompagnata da un comparto sonoro più presente, il livello di adrenalina schizzerebbe alle stelle. Il sistema di matching si comporta egregiamente, veloce e funzionale, lo Spawn un po’ di meno. Ci è capitato a volte di essere matchati a partita in corso, fino a qui nulla di male se non fossimo comparsi in zone della mappa totalmente infestate dai nemici. Buono invece il sistema di looting, composto dai classici dadi da tirare a fine partita, ma le probabilità di portarsi a casa un bel bottino dipendono non solo dalla fortuna ma dal punteggio ottenuto in partita e da eventuali oggetti speciali raccolti durante il tragitto che impiegheranno inevitabilmente uno degli slot disponibili per medikit e pozioni. Questo aspetto potrebbe portare alcuni dei membri del vostro team ad una sorta di individualismo atto a scavalcare tutti nella classifica finale, che in molti casi, porta al fallimento della missione. Il comparto grafico non è esaltante ma i giochi di ombre e gli effetti visivi sono estremamente curati ma afflitti da qualche raro calo di framerate. La presenza dell’universo di Warhammer nel contesto di gioco ha permesso di inserire anche un minimo di trama riferita agli eventi che si svolgono in The End Times. Per farsi strada attraverso le 13 missioni e soprattutto a difficoltà elevata (che determineranno loot più consistenti) farebbe comodo un buon equipaggiamento, ma purtroppo gli elementi da GdR offerti dal gioco sono molto contenuti. L’armatura è molto scarna, i cui soli elementi selezionabili sono l’elmo e i trinket, con poche possibilità di personalizzazione del personaggio e una forgia che consente di creare nuovi pezzi fondendo tra loro alcuni oggetti. Dal punti di vista tecnico l’unica critica riguarda alcuni bug, che Fatshark ha promesso di correggere con le prossime patch, riguardanti le compenetrazioni, quindi non stupitevi se a volte doveste essere colpiti dai nemici attraverso le mura.