L’operazione DC sul prequel di uno dei fumetti più importanti di Alan Moore, Before Watchmen, trasuda sensualità e ne mostra anche i lati più problematici
Chi deciderà di accostarsi a quell’opera ambiziosa che è Before Watchmen, non resterà deluso. Per andare incontro a un mostro sacro, come il fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons, la DC ha messo su una squadra di superautori che hanno sapientemente trattato la difficile materia prima: l’universo di Watchmen, dalla composizione così strutturata, dal tono che va dal massimamente sublime al più basso e sporco. Un universo in cui ogni personaggio racchiude una personalità affascinante, complessa, stratificata e in cui – più che in ogni altro fumetto – le categorie di “buono” e “cattivo” hanno poco senso. Quasi sempre. Moore ha indubbiamente messo su carta uno dei capolavori della Nona Arte, e Before Watchmen riesce ad ampliarlo rispettando la supremazia dell’opera centrale, senza entrare in contraddizione, o in competizione.
Tra i tanti aspetti di questo prequel, quello che unisce il tutto, a volte in maniera torbida, altre in modo violento, altre ancora – per fortuna – teneramente, è la sessualità. Questi eroi di un’età passata (siamo tra la Seconda Guerra Mondiale e gli anni Ottanta) vivono esperienze erotiche intense, a cui legano in qualche modo la loro identità. Come è nella storia dell’uomo, del resto, l’eros guida i grandi cambiamenti culturali, muovendosi nel privato prima che nel pubblico. Queste due velocità, ma anche un cambiamento generazionale è evidente per tutti i personaggi di Before Watchmen (con un paio di eccezioni) e ne costituiscono spesso la linea narrativa più drammatica.
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Before Watchmen: In & Out
In Before Watchmen, Darwyn Cooke espande e racconta la storia dei Minutemen. Questo team di Supereroi degli anni Cinquanta nasce con un dichiarato scopo commerciale, unendo varie personalità pittoresche impegnate nella lotta contro il crimine. Una sorta di The Boys, per intenderci, ma con meno poteri. Cooke rimesta nel torbido di una storia segreta, mostrando poco a poco quanta poca nobiltà c’era dietro le gesta degli eroi americani. Inoltre il loro temperamento violento (è qui che muove i primi passi il terribile Comico), li rende più soggetti da tenere a bada che guardiani della società.
Nel racconto del “segreto”, Cooke si concentra anche sull’orientamento sessuale di tre componenti del gruppo. Da un lato abbiamo Silohouette, che convive con la sua compagna, dall’altro la relazione clandestina tra il Giustiziere Incappucciato e Capitan Metropolis. Il loro rapporto è sottinteso dai compagni di squadra, finché non è reso evidente e pone gli eroi davanti a un dilemma morale. Se sono chiamati a difendere i valori dell’America, come si possono porre rispetto a un comportamento scandaloso? Cooke mostra dunque l’impotenza di tre grandi eroi di fronte a una società meschina, violenta e bigotta con chi devia dalla morale comune. In maniera differente, chi più chi meno, pagheranno per il loro orientamento. Che sia con l’emarginazione, che sia con la morte, i Minutemen rendono evidente che nonostante le plurime dimostrazioni del loro valore umano, “gli altri” tendono a escludere chi percepisce come “diverso”. Erano gli anni Cinquanta, la situazione era ben più drammatica, ma Cooke ha la sensibilità di tornare su un problema non ancora del tutto superato.
La pornografia della supereroina
Sempre nel bel prequel dedicato ai Minuteman, scritto e disegnato da Cooke, tra eroi ed eroine si evidenzia un’altra differenza. Mentre i colleghi maschi – soprattutto la mascotte Dollar Bill, ma anche gli altri – sono chiamati a tagliare nastri e a stringere mani importanti, le eroine arrotondano la paga attraverso foto erotiche. “Per i ragazzi al fronte“, Silk Spectre e Silhouette sono spinte a posare in pose ammiccanti, sexy, in maniera più o meno esplicita. La loro presenza in un team di supereroi è assimilata, nell’estetica, a quelle delle pin up che con le loro forme dovevano far sentire a casa i soldati lontani. D’altra parte, non è successo lo stesso ad attrici e artiste con ben altri talenti?
Silk Spectre (la prima, la madre di quella che conosciamo in Watchmen), è perfettamente inquadrata in questo schema, laddove Silhouette lo sopporta a malapena. E, non – sia chiaro – per il suo orientamento sessuale, ma per la serietà con cui prende la propria missione. La differenza tra le due si riflette anche nei costumi. Se Silhouette precorre le più moderne Jessica Jones e la nuovissima Black Widow cinematografica, Silk Spectre è l’estremizzazione del look di ogni eroina, di ogni tempo. Il suo è un costume volutamente sensuale, volutamente provocante, volutamente pensato per un male gaze. Volutamente, sottolineo. Silk Spectre è consapevole del fatto che il resto del mondo la sottovaluta, e detesta la sua collega proprio per questo giudizio sottile che si esplicita in ogni loro interazione. Tuttavia, tra le due ci sarà una struggente riconciliazione postuma, alla faccia di ogni competitività da stereotipo anti-femminista.
La liberazione sessuale (e i suoi nemici) in Before Wachmen
L’evoluzione sessuale nella cultura americana non ha avuto e continua a non avere vita facile. Ripercorrendo le fasi storiche del costume statunitense, la storia di Amanda Conner dedicata alla seconda Silk Spectre parla della liberazione degli anni Settanta. Una liberazione che per la giovane Laurel si traduce nel fuggire dall’educazione repressiva materna e nel cercare esperienze nuove a San Francisco. Tra sesso, musica e droga, Laurel vivrà la sua personale primavera, un periodo di spensieratezza, positività e amore che non ritroverà – purtroppo – mai più. Tuttavia, la sua felicità non avrà lunga durata, dato che l’occhio vigile della madre – sintesi ultima della moralità dominante – la priverà di ogni conquista e di ogni respiro.
Analogo, ma con esiti più estremi, il personaggio della Dama del Crepuscolo, nella storia dedicata a Nite Owl scritta da J. Michael Straczynski e disegnata da Andy e Joe Kubert. Raccontando i primi passi del secondo Nite Owl, gli autori introducono questa anti-eroina fuori da ogni regola. La Dama è una maitresse che decide di spendersi, con la sua apparenza oltraggiosa, per fermare una serie di omicidi che coinvolgono ragazze del suo ambiente. Diventerà un’alleata dell’impacciato Nite Owl, e la sua amante, compensando la figura del suo mentore la cui trasparenza inizia a vacillare. Sarà lei, che per la società ricopre uno dei ranghi morali più bassi concepibili, che si affiancherà a uno degli eroi più integri e coerenti della storia del fumetto (insieme a quel matto di Rorschach). E questa non è affatto una contraddizione, a dirla tutta. La sessualità e la sensualità della Dama sono espressioni purissime di libertà e autodeterminazione, rivendicate come superpoteri. Tuttavia, i nostri personaggi si muovono in un contesto molto reale e il loro finale si schianterà ancora una volta sui limiti della società moralista.
Negare il corpo, annichilire il sesso
In Before Watchmen la sessualità è un tema anche quando è volutamente negata ed estromessa. Per i due vertici di genio e ambizione che sono il Dr. Manhattan e Ozymandias la sua presenza è nella sublimazione assoluta di ogni impulso umano, e inevitabilmente spunta e scombina le carte. Saranno la perdita di una donna amata a innescare il comportamento da vigilante di Ozymandias e il desiderio di avvicinarsi a Laurel a infrangere l’imparzialità del Dr. Manhattan. Ma anche qui, la sensualità è inespressa, sottovalutata, implicitamente disprezzata. I piani di questi due personaggi vanno in ben altre direzioni. Del resto, la lettura freudiana del più grande genio della storia dell’arte, Leonardo Da Vinci, contestualizza tanta eccezionalità proprio nella sublimazione di un impulso sessuale inespresso. Piace pensare che la stessa energia del poliedrico artista vinciano sia alla base dell’infinito potere dei due “eroi”. Due eroi sublimi che in Before Watchmen sono stati raccontati da Straczynski e Adam Hughes (Dr. Manhattan) e Len Wein e Jae Lee (Ozymandias).
Ma non solo, nella storia già citata dedicata a Nite Owl, la follia del villain porta ad ammassare corpi di donne, come combustibile di una pira purificatrice da immolare per espiare il peccato. E, ancora, il serial killer nella storia su Rorschach (scritta da Brian Azzarello e disegnata da Lee Bermejo) incide addirittura messaggi sui corpi delle vittime, riducendoli a meri oggetti. In questa negazione della personalità del corpo, nella sua più completa oggettivazione, risiede la più profonda negazione della sessualità come atto reciproco, di condivisione. Non per niente questa violenza è associata ai personaggi peggiori, i più riprovevoli, perversi e condannati di questo universo. Tra cui anche il Comico, col suo tentato stupro ai danni di Silk Spectre e il suo rapido declino verso il nulla sociale, morale, esistenziale. Che trasuda nella tremenda battuta di chiusura della terza storia dedicata al personaggio, Play with fire. Andate a vedere: un brevissimo ritratto dello squallore del cattivo.