Widerun: in sella col nostro visore VR
Il tema della Realtà Virtuale non smette mai di essere attuale. Ormai sembra non possa passare nemmeno un giorno senza che qualcuno da qualche parte nel mondo, non annunci qualche spettacolare invenzione a tema realtà virtuale. Tra videogames, e periferiche avveneristiche, ciò che forse mancava all’appello era un progetto dedicato al ciclismo. Con Widerun, l’italianissimo team di sviluppo, promette una completa esperienza ciclistica, comodamente nel nostro salotto di casa. Calma, il progetto non cerca minimamente di allontanarvi dall’area aperta, anzi è da considerare come un’aggiunta alla normale esperienza in bici. L’idea è quindi quella di permettere a chiunque di eseguire un allenamento indoor, quando ad esempio le condizioni metereologiche non permettono altrimenti oppure a chi, per un motivo o per un altro, vive in una zona senza qualsivoglia percorso ciclabile.
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Widerun ha subito diverse modifiche in corso d’opera: inizialmente era previsto come semplice un rullo d’allenamento, nel quale il compito di creare il percorso prestabilito era completamente ad appannaggio del Visore. I ragazzi di Widerun poi hanno ben pensato di estendere il concetto stesso di allenamento in qualcosa di più corposo. Non più percorsi prestabiliti, ma bensì aree completamente esplorabili, in cui grazie alla trazione della ruota posteriore, è possibile simulare pendenze o le diverse aderenze dei terreni. Insomma l’idea è quella di creare un’esperienza ciclistica a 360°.
Il kit si compone essenzialmente di due componenti: il primo è un sistema di “bloccaggio” della ruota posteriore (applicabile ovviamente a qualsiasi tipo di bici) e che di fatto ne regola la resistenza. Il sistema interfacciandosi con il Visore a Realtà virtuale, come detto poc’anzi cerca di simulare l’aderenza al terreno e il relativo atrito generato dal contatto della ruota con l’asfalto. In parole povere: se all’interno del vostro percorso virtuale vi trovate su di una salita, il sistema creerà una resistenza sulla ruota posteriore obbligandovi così a dover pedalare con una maggiore intensità. L’altro componente invece è adibito all’angolo di sterzata. Durante un’allenamento indoor, per ovvie ragioni, non c’è bisogno di sterzare… ma cosa succede all’interno di un tracciato virtuale? Effettivamente se il percorso in questione non è un semplice rettilineo e, come detto sopra, abbiamo la possibilità di esplorare liberamente le aree, sterzare diventa d’obbligo. Va da se che, sterzando sulla bici, in condizioni normale, il vostro Oculus Rift (o qualunque altro visore) non sarebbe in grado di percepire questo input motorio. A sopperire questa mancanza ci pensa il dispositivo creato dai ragazzi di Widerun: predisposto per un angolo di sterzata di circa 30°, il dispositivo riesce ad interfacciarsi con il nostro visore, permettendoci così di muoverci “liberamente” all’interno della realtà virtuale. Le possibilità in tal senso sono infinite: non si tratta di far un semplice giro nella pista ciclabile intorno ad un anonimo parco, ma ad esempio di vivere in prima persona una gara del Tour de France oppure c’è la possibilità di immergersi in percorsi alternativi e fuori di testa, come un circuito ad ostacoli ricreato con il motore grafico di Minecraft. In tal senso le possibilità si sprecano e Widerun si arricchisce di una “componente ludica” che trascende lo stesso allenamento fisico. Di fatto il sistema è accompagnato da applicazioni a tema in grado di misurare velocità e km percorsi, più tutta una serie di obiettivi da sbloccare e tenere a mente. Un po’ come avviene con altre applicazioni sportivi capaci, attraverso il “gioco”, di motivarci e spronarci ulteriormente.
L’idea tutta italiana alla base di Widerun ci ha colpito positivamente, la campagna Kickstarter è praticamente conclusa, ma il team non è riuscito raggiungere la quota prefissata. Crediamo comunque che questo primo scoglio non fermerà i ragazzi di Widerun.