Dopo essersi mostrato con un breve trailer sul palco della Gamescom di Colonia del 2014, Wild, primo titolo dello studio Wild Sheep, fondato da Michel Ancel, creatore di Rayman e Beyond: Good and Evil, è tornato alla ribalta durante la Paris Games Week dello scorso Ottobre, suscitando molta curiosità.
E se non bastasse la presenza di Ancel a garanzia del progetto, nel corso della rassegna parigina, Wild ha decisamente destato l’attenzione del pubblico grazie ad un video di gameplay molto interessante, che tuttavia sembra aver appena sollevato il velo sotto cui si nasconde un titolo che promette, già da ora, una sconfinata vastità non solo per quanto riguarda l’ambientazione, ma anche per ciò che concerne le scelte da prendere nella crescita e nello sviluppo del personaggio. Wild, infatti, si pone come un action-RPG in terza persona ambientato in un mondo, completamente aperto ed esplorabile, che si potrebbe definire “preistorico”, dominato dalla natura e dagli animali, ma soprattutto, dagli sciamani. Questi, infatti, sono potenti personaggi in grado di controllare la natura, prendendo possesso degli animali stessi e piegandoli alla propria volontà, per farne preziosi alleati nella lotta per la sopravvivenza.
Il mondo di gioco, infatti, sarà popolato non solo dallo sciamano in questione e dai componenti della sua tribù (di cui lo stesso dovrà prendersi cura), ma anche da tribù ed altri sciamani, ostili tanto quanto la natura selvaggia.
Analizzando il video di gameplay mostrato nel corso della conferenza e commentato dallo stesso Ancel, si possono apprezzare al meglio alcune delle dinamiche principali del titolo.
La demo si apre con una situazione problematica: una donna del clan è stata morsa da un serpente, e tocca quindi allo sciamano risolvere la situazione.
Questo, sceso dall’albero su cui si trova la donna, si incammina verso il limite di una collina verdeggiante oltre cui si apre un panorama che si perde a vista d’occhio tra la nebbia che avvolge le montagne in lontananza. Per salvare la donna della tribù, lo sciamano deve raggiungere un luogo sacro alla divinità dei serpenti e, attraverso uno di essi, evocarla per acquisire i poteri necessari a guarire la ragazza, creando un antidoto al veleno dei rettili. Il santuario è però molto lontano, all’orizzonte, e non facilmente raggiungibile.
E’ a questo punto che lo sciamano fa intervenire la natura in suo soccorso. Grazie alle abilità acquisite, infatti, entrando in uno stato di trance, lo sciamano prende possesso di un’aquila. Questa, sorvolando la vallata, grazie alla sua vista particolarmente acuta, riesce ad individuare dei serpenti e, con una spettacolare picchiata, catturarne uno, ritornando poi dallo sciamano per seguirlo, con il rettile nel becco.
Uscito dal corpo del volatile, lo sciamano chiama dunque in suo aiuto un secondo animale già sotto il suo controllo: un grosso orso, che, nell’economia della missione, fungerà da cavalcatura, ma non solo. Arrivati, dopo un lungo viaggio tra boschi, colline e corsi d’acqua, nei pressi del santuario, lo sciamano ed i suoi animali trovano infatti una sorpresa alquanto sgradita.
L’accesso al luogo sacro alla divinità dei serpenti è bloccato da una tribù di cannibali presi dai loro inquietanti riti. Attaccare a testa bassa non è una soluzione praticabile, vista la preponderante superiorità numerica del clan nemico. Ed ecco allora che la natura torna in soccorso dello sciamano. Prendendo possesso di un coniglio che si aggira lì intorno, infatti, lo sciamano riesce ad infiltrarsi facilmente tra i cannibali e studiare una strategia efficace. Il caso (o la presenza di carcasse nelle vicinanze) vuole che, appollaiato sugli alberi intorno alla zona occupata dai poco raccomandabili cannibali, ci sia uno stormo di corvi che potrebbe funzionare da perfetto diversivo. Lasciato il corpo del coniglio, dunque, lo sciamano prende il controllo di uno dei corvi e, ordinando agli altri uccelli di fare lo stesso, si lancia sui cannibali, rovinandogli la festa e distraendoli, permettendo così, allo stesso sciamano, in groppa al suo orso, di fare irruzione tra i nemici e metterli definitivamente in fuga. Scampato il pericolo cannibali, lo sciamano può dunque, in tutta tranquillità, avvicinarsi al santuario, liberare il serpente ed evocare la divinità dei rettili, che si palese sotto forma di una gigantesca e sensuale donna ricoperta di scaglie, e che concede finalmente allo sciamano i poteri di cui ha bisogno per salvare la ragazza della sua tribù e, finalmente, completare la sua missione.
Per quanto si è potuto vedere, dunque, Wild è un gioco che promette un’assoluta libertà d’azione, lasciando scegliere al videogiocatore come affrontare le situazioni che di volta in volta questo si trova a vivere. A partire dagli animali da controllare o di cui prendere possesso, passando alle strategie da attuare per risolvere i problemi più vari, per finire alle scelte stesse che influenzeranno queste scelte, e che, evidentemente, costituiranno le meccaniche più puramente “ruolistiche” del titolo: scegliendo a quali divinità rivolgersi, infatti, cambieranno evidentemente i poteri relativi alle specie animali che sarà possibile controllare, e di conseguenza, anche le soluzioni che sarà possibile adottare.
Difficile dire altro o azzardare previsioni su pregi e difetti a proposito di un titolo di cui si sa ancora così poco. Ma il potere di dominare la natura, in modo così libero, è un elemento che, finora, difficilmente si è visto realizzato a certi livelli. E, se Wild dovesse mantenere le promesse, potrebbe rivelarsi una prima volta davvero intrigante. Almeno quanto la divinità dei serpenti.