Secondo appuntamento extra con il distopico mondo di Wolfenstein II.
Dopo Le avventure del pistolero Joe, Machinegames ci propone una seconda avventura indipendente, ma inserita sempre nello stesso terribile scenario fanta-politico. Questa volta infatti vestiremmo i panni di Jessica Valiant, un ex agente speciale che nel corso della sua carriera ha svolto moltissime missioni insieme al collega e compagno di vita Jack, almeno fino al momento in cui i Nazisti non hanno deciso di ucciderlo, lasciando distrutta Jessica che, abbandonato il suo ruolo di “Agente Morte Silenziosa” (date le sue doti di assassina furtiva), si ritira a vita privata in Brasile.
Un giorno però, la sua quotidianità viene interrotta da una missiva della Resistenza. La lettera lascia a Jessica le coordinate dei tre nazisti che hanno catturato, torturato e infine ucciso Jack. L’assassina quindi, spinta da una sete di giustizia e vendetta incredibile, torna nell’America controllata dai nazisti, pronta ad eliminare i suoi obiettivi. Questo prologo viene raccontato dal gioco tramite una breve sequenza di immagini semi dinamiche e doppiate. Nonostante lo stile piacevole dei disegni, visto quanto il gioco originale faceva per rendere immersive e coinvolgenti anche le cutscene che portavano avanti la storia, queste risultano poca roba, soprattutto se si considera che creano uno stacco incredibile tra giocato e narrazione. Quest’ultima è poi tenuta veramente in secondo piano e relegata semplicemente al ruolo di spiegare in maniera didascalica antefatto, epilogo e qualche breve momento di introspezione tra una missione e l’altra. Il contesto insomma, non è ne originalissimo ne super curato, (se non nei soliti brillanti monologhi), e sembra un po’ pretestuoso. Dispiace perché invece Jessica Valiant avrebbe ottime potenzialità per essere un buon personaggio, con la sua sagacia, determinazione, e quel senso di ironia sferzante a noi familiare, che la rendono un po’ un Blazcovicz al femminile.
Peccato che un’ora e mezza di gioco, massimo 2 se ve la prendete veramente comoda, siano poche per approfondire un qualsiasi tipo di spunto o di personaggio, a prescindere dall’occasione. È chiaro infatti come questi DLC siano studiati più che altro per isolare alcune delle tante derive di gameplay appartenenti al titolo originale, per costruirci intorno qualche situazione nuova, e così aumentare la vita del titolo, senza però portare nessun reale contributo al setting narrativo originale. In questo caso, si è puntato tutto sulle meccaniche Stealth, che in The New Colossus potevano essere una buona opzione alternativa nell’approcciarsi ai nemici, mentre qui diventa una necessità.
La cosa funziona? Si abbastanza, a patto di scendere a compromessi con i limiti di un titolo non pensato per questo specifico metodo di gioco. Machinegames infatti prova a mettere delle pezze dove serve per far assomigliare il più possibile Wolfenstein 2 ad uno stealth game. Innanzitutto, cambiando le caratteristiche del personaggio, molto più silenzioso di Blazko anche senza accucciarsi, e capace di sviluppare velocemente tramite il solito skill tree, abilità prettamente furtive come l’abilità nel lancio dei coltelli. Per quel che riguarda la “feccia nazista” che pattuglia i luoghi di nostro interesse, beh lì non è cambiato molto da quando irrompevamo in maniera esplosiva ad armi spianate con Blazcovicz. Ci troviamo sempre di fronte a uomini “d’azione”, efficaci e credibili solo nel confronto diretto. Le routine comportamentali dei soldati infatti sono piuttosto basiche, non c’è poi molto da studiare sul loro comportamento, né risulta molto difficile fregarli alle spalle (già non lo era prima, figuriamoci adesso).
Più che altro, a volte si ha la sensazione che si proceda in maniera lineare a furia di trial and error, laddove non sempre è facile decifrare posizione e sguardo del nemico con precisione, e le opzioni di aggiramento strategico sono sempre poche. Ma quanto meno, c’è lo stimolo a provaci, anche perché in un confronto diretto, le cose si fanno veramente serie per la nostra Agente Morte Silenziosa.
Jessica infatti è in particolare svantaggio durante gli scontri a fuoco, la sua energia vitale scende piuttosto velocemente e inoltre non dispone di granate o bocche di fuoco particolarmente adatte alla mischia. Sebbene quindi sia possibile l’approccio aggressivo, è più che mai sconsigliato in questo DLC. In compenso disponiamo fin da subito di un’abilità avanzata, ovvero quella di poter strisciare dentro aperture molto strette. Il level design delle tre brevi mappe del gioco, che comprendono gli uffici del generale, degli studi televisivi e una base lunare, cerca quindi di puntare più che altro su questa possibilità per vivacizzare e soprattutto diversificare l’azione. Soprattutto nel primo livello, dovremo esplorare alcuni piani di questo edificio governativo in cui troveremo moltissime porte chiuse (praticamente tutte), ma sempre dotate di una piccola grata sul fondo da cui passare. Questo ci permette di muoverci nell’area con una certa libertà, e di fuggire dai nemici in caso di avvistamento senza dover ricorrere a disperate e lunghissime fughe di fortuna, visto e considerato che a differenza nostra, ogni corridoio e stanza è pattugliata da gruppi di militari che agiscono con una routine artificiale “a tenuta stagna” e che -in pratica- non esce quasi mai dal proprio “recinto”. Di fatto i soldati non aprono le porte, mentre voi, come detto, potrete comunque superarle in maniera alternativa. Un espediente funzionale ma poco verosimile, che comunque va a plasmarsi con soluzioni un po’ più plausibili nei due livelli successivi, sfruttando cornicioni, tunnel di ventilazione ed altri pertugi. Le aree di gioco, riprendono comunque location già visitate con Blasko e solo minimamente modificate. Chi ha giocato quindi l’avventura principale riuscirà grossomodo sempre ad intuire in fretta la planimetria del livello.
I livelli come detto sopra, sono estremamente brevi e non offrono molti diversivi se non il collezionamento di upgrade per le armi, documenti che approfondiscono le vicissitudini dei nostri tre obiettivi, ricamate sempre sulla solita fantasiosa propaganda anti americana, e lingotti d’oro che sbloccano qualche illustrazione. Si tratta comunque sempre di andare dritti verso l’obiettivo, ucciderlo, e cercare la via di fuga più vicina, senza particolare climax finali. E questo è quanto.
Verdetto
I Diari dell’Agente Morte Silenziosa non è un brutto DLC, ma vive più che altro di rendita grazie alle solide fondamenta del magnifico The New Colossus, e non fa altro che offrirci l’opportunità di ammazzare qualche altro soldato nazista, semmai non ci fossimo già stancati. Per dare un senso a tutto ciò, questo DLC cerca di declinare tutto il gameplay in chiave stealth, non riuscendo però a donare a questo approccio la stessa verve e divertimento che invece caratterizza la matrice più “distruttiva” di Wolfenstein II. Anche con Jessica infatti quando ci vediamo scoperti e imbracciamo a due mani dei potenti fucili a pompa, ci si diverte molto di più. L’unica differenza è che il gioco cerca giustamente di evitare questi impulsi, e di facilitare l’azione nell’ombra (anche grazie ad una sorta di bullet-time che si attiva quando ci vedono e ci lascia qualche istante per riparare al danno). Il risultato è comunque discreto, ma rimane difficile entusiasmarsi considerando che nonostante il prezzo basso del contenuto (circa 10 euro), l’esperienza è davvero TROPPO breve. Ogni livello dura mezzora, non di più, e sono solo tre. Capite bene quindi che non c’è grosso margine di approfondimento, né in termini di game design né tanto meno narrativo. Consigliato solo ai più irriducibili fan del titolo. Gli altri non si perdono poi molto anche se sorvolano.