La vita quotidiana, intima, sociale ed erotica delle giovani donne
Woman è un progetto editoriale indipendente ed espositivo di cento illustrazioni tratti da disegni dal vero e scatti fotografici personali di Christian Nirvana Damato.
“Il tema centrale è la donna della mia generazione, di cui ho raccolto, per tre anni, tutti i frangenti di vita, entrando a gamba tesa nella loro vita quotidiana, intima, sociale, erotica e sessuale”.
Christian Nirvana Damato nasce a Foggia il nel 1994. Ha lavorato come illustratore per romanzi, copertine, grafica pubblicitaria e videoclip. È attivo nel campo dell’editoria indipendente e nell’arte contemporanea, dove porta avanti ricerche su tematiche relative alla memoria autobiografica e alla sessualità.
La prima cosa che si può notare nella carrellata di illustrazioni è la forte espressività dei soggetti, dei loro gesti e del disegno come impulso passionale e le sagome femminili come pretesto. Prende spazio la diversificazione del tratto con delle linee molto evocative.
Come hai concepito l’opera e qual è stato il tuo modus operandi?
Se mi chiedi perché ho deciso di creare Woman, ti dirò che ci sono mille motivi e nessuno in particolare, mille circostanze e nessuna in particolare, mille esperienze variopinte e nessuna in particolare, diversi traumi, tutti particolari. Quasi quattro anni fa, mi trasferii a Bari per iniziare la triennale di grafica d’arte. Ero un ragazzo molto libertino, una scheggia impazzita. Ho sempre subito il fascino delle cosiddette “Femme Fatale”. Mi piaceva corteggiare ed essere corteggiato, amavo leggere testi di filosofia e psicologia; il mio primo amore era conteso tra l’arte e le donne; così, quasi in modo naturale, iniziai a disegnare dal vero tutte le donne che in qualche modo s’intrecciavano con la mia vita. Da qui nacque la mia ricerca artistica sull’erotismo e la sessualità. Successivamente questa ricerca andò allargandosi nel momento in cui ebbi modo di vivere anche la quotidianità, con amiche coinquiline e convivenze varie, finendo per invaghirmi di ogni cosa, di ogni momento, di ogni azione, iniziando a raffigurare la donna in modo ossessivo; così è nata l’idea di Woman.
Illustrazione e Graphic Novel
E dal punto di vista tecnico invece? Perché non hai scelto la forma narrativa della Graphic Novel?
Vengo dai festival di autoproduzioni e dall’ambiente dell’editoria indipendente. Woman è stato il primo progetto editoriale a lungo termine, portato a termine quest’anno diventando di fatto il mio primo libro autoprodotto. Detto questo, il fatto di non aver optato per una Graphic Novel, ha senz’altro il suo perché. L’immagine, di base, è silenziosa. Le parole, così come la musica o altri fattori, modificano e veicolano il significato dell’immagine. Io ho voluto mostrare le “Woman” nella loro essenza visiva, spuria da altri fattori; dev’essere lo spettatore a integrare questi fattori, e questo può avvenire in maniera unica e variabile da persona a persona. In questo caso non si ottiene una visione unilaterale e univoca delle illustrazioni e dei loro significati, ma diventa equivoca e mutabile in base alle circostanze in cui si guarda.
Stile e contenuti di Christian Nirvana Damato
Occorre precisare che l’opera “Woman” si inserisce in un contesto più ampio di ricerca che si fonde con l’altra faccia della medaglia creativa di Damato e cioè quella dell’arte contemporanea. In essa l’artista porta avanti una ricerca sulla memoria autobiografica in relazione alle neuroscienze, alla filosofia, all’autoanalisi e al cyberspazio, spaziando dalla pittura alle nuove tecnologie.
Ma, restando sul libro, possiamo notare che in alcuni disegni rispetto ad altri spicca un allontanamento, consapevole, dalla corretta rappresentazione anatomica dei corpi come a suggerire che la gioventù non è una virtù esclusivamente edonistica. In più si è catturati dalla velocità del gesto artistico; linee strette, sottili, lunghe, spigolose, a volte sinuose e il più delle volte invecchianti.
Perché hai optato per la scelta grafica del bianco e nero? Forse per dare ai disegni un tono essenziale?
Sono sempre stato estremamente ammaliato dal fascino del bianco e nero. Per me il bianco e nero è sinonimo di eleganza e di mistero, credo che questo aiuti molto ad esprimere la poetica di Woman. Allo stesso modo, il bianco e nero riflette la mia visione un po’ pessimistica della vita, che tiene conto però delle sue innumerevoli sfumature, riflesse nelle trame dei miei disegni. Per me l’ottimismo esiste nella misura in cui non ci si arrende alle avversità che si pongono davanti a noi ogni giorno.
Woman, il corpo lirico per Damato
In Woman Christian Nirvana Damato segue una composizione di soggetti femminili che assumono pose angolose ed in alcuni casi orientaleggianti. Il corpo come sostanza materica che restituisce all’autore, e di conseguenza in chi guarda il disegno, un pensiero lirico. Anche nelle scene più esplicite e voyeuristiche non c’è maniacalità nello sguardo d’artista, tutto ciò che deve essere raccontato è preciso perché strappato dall’oblio. Nirvana sembra compiere uno sforzo autoriale per sbarazzarsi del proprio ego più viscerale; verrebbe da dire che con Damato non si diventa guardoni ma coreografi dell’anima.
Qualcuno ha speso del tempo per ascoltare la propria coscienza sviluppando strumenti che potessero identificare nella vita e nella sua rappresentazione una sorta di mondo trasversale e nascosto che solo la riservatezza di un artista amante può toccare. Ciò che possiamo ancora notare nei disegni di Damato Nirvana è che la posa giusta e fotogenica il più delle volte non serve, non è necessario il giusto indumento o la piena disponibilità interpretativa del soggetto.
Molte donne ritratte non sembrano nemmeno guardarci, o ancora peggio considerarci! Non si rivelano mai completamente con il consumatore occasionale dell’opera ma riescono a mostrare la loro piena padronanza qualsiasi sia il loro stato emotivo rappresentato.
Anche se i sentimenti dell’artista sono irrequieti e frenetici nel tratto, ci si rilassa guardando queste immagini. E si torna a pensare che forse qualcosa si può ancora tentare e forse non tutto è perduto. La donna dona speranza, desiderio, amabile stabilità e conforto.
Woman, o l'”arte degenerata” di Damato
Non sono le scene di nudo, volutamente sensuali, a conferire bellezza alle ragazze rappresentate, ma la loro piena compostezza. Veniamo accompagnati dalla corrispondenza continua tra segno ed emozione; i corpi continuano ad offrirti un’opportunità nonostante i loro profili si facciano spigolosi e “tragici”. Damato sembra consegnarci, in questa successione di trame sociali che si fanno illustrazione artistica, una già avvenuta -e avvenente- trasformazione del disegno artistico – forti i richiami alle linee vibranti di Egon Schiele, e per la crudezza della rappresentazione troviamo delle similitudini con le illustrazioni di Otto Dix, Eric Heckel e George Grosz, denominati dal nazismo “Artisti degenerati” – ricordandoci che la (posa) plastica non è l’unica linea espressiva.
Qual è la tua idea di “posa”?
Possono delle linee che s’infrangono così vivacemente sulla carta rappresentare il delirio di una generazione paranoide senza scadere in una sorta di “noiosa bellezza”? Oggi il brutto, quello vero, si nasconde; chi cerca di mostrarsi al naturale lo fa perché oggi funziona lo statuto “verità=bellezza”, ma esso nel campo estetico crea una verità completamente manipolata e assoggettata al fine ultimo, che resta invariabilmente quello dell’apparire. Oggi, quando il vero brutto esce fuori (per sbaglio), viene estetizzato. Il bello si vede ovunque ed è dappertutto, ripetuto e reiterato in tutte le sue forme possibili, abituandoci a farne esperienza, normalizzandolo.
La stessa donna, oggi, è vittima della propria estetizzazione messa in atto da se stessa e dagli altri attraverso i media e i social. Nell’arte stessa avviene una standardizzazione della raffigurazione della donna che diventa un mero oggetto decorativo, “un bel corpo da esibire”. Woman ha voluto spingersi oltre, non cercando la “noiosa bellezza”, ma la bellezza in movimento, la bellezza ironica, divertente, sensuale, cruda e imbarazzante. Come hai detto tu, in diversi casi le donne sembrano non guardarmi nemmeno. La naturalezza e l’imprevisto sono state una parte fondamentale in questo lavoro, portandomi ad asserire il fatto che non è la bellezza non si trova sempre e solo nella verità ma anche nell’errore e in ciò che si definisce “posa inadeguata”.
Antonio Nenna