Dalle pellicole ambientate sul ring, sino ai lottatori che si sono prestati al mondo della recitazione. Come la WWE è uscita dalle etichette
Wrestling e Hollywood sono da sempre collegati. Lo scorso 7 agosto ha fatto il suo esordio nelle sale cinematografiche di tutta Italia Hobbs & Shaw, uno spin-off di Fast and Furious che costruisce la propria vicenda esclusivamente intorno ai personaggi interpretati da Dwayne Johnson e Jason Statham.
I lettori con qualche annetto in più sulle spalle ricordano l’enorme attore di origini samoane anche con il suo ring name The Rock: a cavallo tra gli anni Novanta e i primi Duemila Johnson è stato infatti il volto della WWF/WWE, la più nota federazione nel mondo dello sports entertainment. L’ex Brahma Bull non è l’unico a essere passato dal ring alla macchina da presa. Sin dagli anni Ottanta, l’età dell’oro forse irripetibile del wrestling a stelle e strisce, personaggi iconici come Hulk Hogan e “Superstar” Billy Graham hanno prestato il proprio volto al cinema, con risultati non sempre entusiasmanti.
Se nei primi tempi i lottatori si accontentavano di interpretare se stessi, con il tempo alcuni hanno cercato gloria in pellicole e parti più complesse, rimanendo comunque sempre all’interno di un numero limitato di generi. Dwayne Johnson e Dave Bautista rappresentano una minoranza che è riuscita a sfondare, ma altri wrestler molto amati non sono stati capaci di compiere il salto di qualità. L’ultimo in ordine di tempo a provarci è Roman Reigns, attuale uomo di punta della federazione di Stanford e membro della Anoa’i Family come Johnson, con cui recita proprio in Hobbs & Shaw.
Wrestling e Hollywood: il collegamento è la gimmick
Perché molti wrestler tentano la carriera da attori, spesso persino spinti dalla stessa WWE (World Wrestling Entertainment)? Il bel tempo in cui tutti credevano che le vicende che accadevano sul ring e nel backstage tra i lottatori fossero reali è finito nei primi anni Novanta. Oggi sappiamo che tutto ciò che vediamo è programmato: esito degli incontri, argomenti discussi durante i dialoghi, movimenti dei personaggi. Questo meccanismo di finzione che cerca di sembrare il più realistico possibile è chiamato in gergo kayfabe e deriva dall’inglese fake, falso.
All’interno della kayfabe ognuno dei lottatori è chiamato a interpretare la propria gimmick, ovvero il ruolo a lui assegnato dalla federazione in cui milita. Scelte a tavolino dai booker, le gimmick sono composte da tre fattori:
- Personalità e comportamento sul ring nei confronti degli avversari e dell’arbitro.
- Ring attire, ovvero vestiti indossati, make up ed eventuali elementi aggiuntivi come maschere o attrezzi caratteristici.
- Slogan e promo, ossia il timbro e il lessico usato per esprimersi nei dialoghi.
La scelta di una gimmick adeguata può essere decisiva per la carriera di un lottatore, perché determina l’interesse o l’indifferenza del pubblico nei suoi confronti, indipendentemente dalle sue doti atletiche e dal suo modo di tenere il ring.
Face, Heel e Tweener
I personaggi interpretati dai wrestler a seconda della gimmick assegnata possono essere ricondotti, semplificando al massimo, a tre tipologie differenti:
- Face (o babyface): il buono, che lotta rispettando le regole ed è leale con arbitro, compagni e perfino avversari. John Cena ha portato avanti personaggi face per tutto il corso della propria carriera.
- Heel: il cattivo, che non si fa problemi a infrangere le regole e a usare sotterfugi per vincere. La sua missione è tormentare il face rivale con ogni mezzo e per questo è odiato dal pubblico. Triple H è stato un heel per la maggior parte della carriera, diventando famoso per i giochi mentali di cui era capace.
- Tweener (o cool heel): il suo comportamento è imprevedibile e oscilla continuamente tra face e heel. Pochi lottatori sono riusciti a svolgere questo ruolo con carisma e capacità. Il miglior esempio è l’indimenticabile Eddie Guerrero.
I wrestler sono già attori
I lottatori professionisti hanno molti punti in comune con gli attori di Hollywood, primo tra tutti la necessità di memorizzare movimenti e battute a memoria. La storia del wrestling americano è piena di personaggi che hanno costruito la propria fortuna con il microfono in mano prima ancora che con la propria mossa finale. I promo, ovvero i lunghi monologhi usati per intervallare gli incontri e infuocare le faide principali, sono infatti scritti dai booker. Ai wrestler tocca recitarli a memoria e farli sembrare credibili, esattamente come succede agli attori di Hollywood.
I migliori interpreti cinematografici sono capaci di risultare adatti per i ruoli più disparati, passando con disinvoltura dal dramma alla commedia, dall’azione al sentimentale. I lottatori sono spesso sottoposti dallo stesso tipo di cambiamento di ruolo, passando da face a heel o viceversa nel giro di una singola puntata dello show settimanale. Se il pubblico perde l’interesse per una gimmick un wrestler può essere costretto addirittura a interpretarne una completamente nuova.
Wrestling e Hollywood: i principali film che uniscono i due mondi
Il binomio wrestling-cinema è quasi esclusivamente appannaggio del mondo a stelle e strisce. Tra lottatori famosi che interpretano se stessi e budget non sempre all’altezza di una produzione quantomeno decente, i film che mettono in scena lo sport-spettacolo più noto si dividono principalmente tra tre generi: la commedia, l’horror e il drammatico/sportivo.
Commedia
Nelle commedie che tentano di metterlo in scena il wrestling è soprattutto un mezzo per un fine e raramente rappresenta il piatto principale del prodotto audiovisivo. L’attenzione dei registi si focalizza di più sui rapporti tra i personaggi e sul tentativo di far sorridere lo spettatore.
Un perfetto esempio di questa tendenza è Racket Girls (1951), in cui un gangster di bassa lega lavora come impresario di wrestling femminile per coprire i suoi veri affari nel racket e nella prostituzione. La polizia e il boss locale tentano di incastrarlo, ma riceve l’insperato aiuto delle lottatrici Peaches Page, Rita Martinez e Clara Mortensen, le quali interpretano se stesse. Un tipo straordinario (1978) è invece una storia d’amore: una ragazza si innamora di un coetaneo dotato di un grande ego e si trasferisce con lui a New York City per aiutarlo a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo. Dopo molti tentativi falliti il ragazzo si afferma nel wrestling interpretando un personaggio simile a Gorgeous George, lottatore americano attivo negli anni Quaranta e Cinquanta. Body Slam (1987) vede un promoter musicale caduto in disgrazia che tenta di riciclarsi nell’organizzazione di incontri di wrestling.
Nella pellicola figurano, tutti nella parte di se stessi, wrestler famosissimi dell’epoca come “Rowdy” Roddy Piper, Captain Lou Albano, Ric Flair e l’italiano Bruno Sammartino. In Pronti alla rissa (2000) recitano invece lottatori allora militanti nella federazione rivale della WWF/WWE, la defunta WCW: Diamond Dallas Page, Goldberg, Sting e “Macho Man” Randy Savage. In Super Nacho (2006) Jack Black mette in scena la storia vera del cuoco di un orfanotrofio messicano che diventa un luchador mascherato per riuscire a comprare un pullman per i bambini.
Horror
La stazza imponente dei lottatori e la loro predisposizione per le interpretazioni eccessive hanno portato il cinema a servirsene nel campo dell’horror, con risultati che a volte sfiorano il demenziale. I wrestler di sesso femminile fanno da apripista in Doctor of doom (1963), pellicola in cui uno scienziato pazzo le rapisce e impianta nel loro corpo il cervello di una scimmia assassina. La trama di Wrestlemaniac (2006) è più lineare: un regista di film a luci rosse decide di ambientare il suo prossimo lavoro in una città fantasma messicana. La troupe viene massacrata da un leggendario luchador pazzo, El Mascarado, interpretato dall’altrettanto leggendario Rey Mysterio. In una rassegna sul genere horror non può mancare un film sugli zombie, e infatti nel 2014 esce Pro Wrestlers vs Zombies. La trama è interamente racchiusa nel titolo e si sviluppa attraverso le gesta di “Rowdy” Roddy Piper, Matt Hardy, Shane Douglas e Kurt Angle.
Drammatico/sportivo
Questo è il genere più interessante all’interno del quale analizzare il collegamento tra wrestling e Hollywood, poiché mette in primo piano lo sport-spettacolo con tutte le sue contraddizioni, rischi e compromessi. In Bestione Superstar (1974) emerge con forza la necessità del wrestling, allora in crisi di popolarità, di legittimarsi come disciplina agonistica “vera”. La pellicola nega completamente l’esistenza della kayfabe e riporta nei titoli di coda i nomi di diversi lottatori morti sul ring.
Nel cast figurano Ric Flair, Dusty Rhodes, “Superstar” Billy Graham e Dick Murdoch, oltre a un giovanissimo promoter di nome Vince McMahon, futuro fondatore dell’impero WWF/WWE. Senza esclusione di colpi (1989) vede invece Hulk Hogan nel ruolo del protagonista Rip Thomas, che affronta il possente Zeus nell’incontro clou del film. Il lungometraggio è ricordato soprattutto per aver originato uno sconfinamento tra wrestling e Hollywood: nelle settimane successive Zeus divenne infatti un personaggio dello show settimanale della WWF, deciso a vendicarsi della sconfitta subita al cinema.
La rivalità con Hogan durò un anno intero, toccando gli eventi pay per view di Summerslam, Survivor Series e No Holds Barred. The Wrestler (2008) è forse il più famoso film sul wrestling ed è valso il Leone d’Oro a Venezia al regista Darren Aronofsky. Mickey Rourke è Randy “The Ram” Robinson, un lottatore passato dalle esibizioni davanti a migliaia di persone a quelle nelle palestre dei licei. Vive solo per il ring, è separato e sua figlia lo odia. Un infarto lo spinge a smettere di lottare e a provare a rimettere insieme la propria vita, senza riuscirci. La droga, l’alcol e la nostalgia del quadrato lo riportano sulla terza corda contro l’Ayatollah, il nemico di sempre, per prendersi un ultimo momento di gloria. La tragedia di The Wrestler mette a nudo i rischi a cui si sottopongono i lottatori ogni volta che salgono sul ring, nonché il peso di un lavoro che porta a trascurare tutto il resto.
Bonus track: il documentario
Realizzare un documentario su una disciplina che cerca di rendere la finzione realistica è un compito spinoso e pieno di insidie. Ci ha provato Barry Blaustein nel 1999 con Beyond the mat, letteralmente oltre il tappeto. La pellicola tenta di intrecciare la vita di alcuni lottatori famosissimi con le difficoltà che incontrano tutti i giorni fuori dal ring. Per misurare le conseguenze dello sport-spettacolo nella quotidianità il regista si affida a tre atleti, ciascuno in una fase diversa della propria carriera.
Mick Foley è all’apice della popolarità, ottenuta principalmente accettando di sottoporsi a seri rischi. Sullo schermo scorrono stralci della sua vita con le figlie piccole intervallati da momenti molto crudi, come le sediate ricevute sul cranio. Dopo la leggendaria caduta dalla cima della gabbia nell’hell in a cell match a King of the Ring 1998 contro Undertaker Foley è rimasto addirittura privo di sensi per alcuni minuti, per poi risvegliarsi e tornare a lottare.
Terry Funk, ormai anziano, continua a lottare nonostante la necessità di un intervento al ginocchio. Jake “The Snake” Roberts, amatissimo negli anni Ottanta, si è invece ridotto a esibizioni fuori norma in federazioni minori davanti a poche decine di spettatori. Dipendente da alcol e crack, il wrestler si dimostra incapace di costruirsi una vita fuori dal ring, problema che attanaglia un gran numero di colleghi.
Beyond the mat rappresenta un caso editoriale particolare: all’uscita nelle sale e in home video la stessa WWF (World Wrestling Federation) rifiutò di fargli pubblicità. Vince McMahon in persona ritenne infatti che il documentario restituisse un’immagine troppo negativa della sua compagnia.
Wrestling e Hollywood: gli attori che hanno compiuto il salto
Se nei paragrafi precedenti abbiamo analizzato pellicole in cui i wrestler non fanno nulla di più che interpretare se stessi, ora passiamo a coloro che sono riusciti davvero a compiere il salto nel grande cinema, unendo wrestling e Hollywood. Si tratta di una strettissima minoranza di atleti che hanno almeno due caratteristiche in comune:
- Nel corso della loro carriera di lottatori hanno incontrato il favore del pubblico, diventandone dei veri e propri beniamini.
- Il loro battesimo nel mondo della celluloide è avvenuto grazie alla WWE Films, la casa di produzione cinematografica interna alla federazione di Stanford.
I più noti e importanti wrestler diventati attori di successo sono Dwayne Johnson, Dave Bautista e John Cena.
Dwayne Johnson
Nel corso della sua carriera sul ring Dwayne “The Rock” Johnson aveva già dato prova di notevoli doti attoriali. Il maniacale lavoro sulla gimmick ha reso leggendari i suoi slogan e credibili i suoi lunghi promo, capaci talvolta di far passare in secondo piano tutto il resto dello show. Dei lottatori sbarcati nel cinema Johnson è sicuramente il più affermato, ormai a proprio agio in generi diversi e amato da tutte le fasce di pubblico. La sua carriera davanti alla macchina da presa inizia nel 2001 sotto l’egida della WWE Films con La Mummia-Il ritorno, ma il primo ruolo da protagonista arriva con il celebre Il Re Scorpione un anno più tardi. Il Tesoro dell’Amazzonia e A testa alta consolidano la competenza action del Brahma Bull, che nei titoli di coda viene accreditato con il suo ring name.
Dal 2005 altre case di produzione mettono gli occhi su Johnson e gli affidano parti in film più votati alla commedia. In Be Cool lavora con stelle del calibro di John Travolta e Uma Thurman e poi figura nel cast dei film Disney Cambio di gioco e Corsa a Witch Mountain. Il ruolo che lo consacra definitivamente è però quello del poliziotto Luke Hobbs, che appare per la prima volta in Fast and Furious 5 (2011) e diventa sempre più importante nei seguenti lungometraggi della saga, sino a ottenere uno spin-off dedicato con il recente Hobbs & Shaw.
Oggi Dwayne Johnson è un attore affermato e ricercato, che si fa accreditare con il proprio nome di battesimo ed è titolare della stella numero 2624 sulla Hollywood Walk of Fame. I suoi ultimi film sono principalmente disaster movie come San Andreas (2015), Rampage-Furia Animale e Skyscraper (2018), oppure reboot di successo come Jumanji – Benvenuti nella giungla e Baywatch (2017).
Dave Bautista
La carriera attoriale di Dave Bautista, sul ring semplicemente Batista, è per certi versi più sorprendente di quella di Dwayne Johnson. Se The Rock aveva già messo in mostra le proprie doti interpretative in WWE, “The Animal” non ha mai brillato per eloquenza al microfono o lavoro sul proprio personaggio. Ancora oggi, infatti, il suo portfolio di attore mostra in larghissima parte ruoli action, meglio se con non troppe battute da recitare.
Bautista inizia con la WWE Films nel 2010, quando gira Wrong side of town in coppia con il collega Rob Van Dam. Dopo apparizioni fugaci in Il Re Scorpione 3 e L’uomo con i pugni di ferro (2012), la grande occasione arriva con l’ingresso nel Marvel Cinematic Universe grazie a Guardiani della Galassia (2014). Drax il distruttore è un personaggio che sembra fatto apposta per Dave: fisico statuario, poche parole, molti fatti e qualche sfumatura comedy. Nei panni dell’extraterrestre verde Bautista recita anche in Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019).
Oggi la carriera dell’ex Animale è definitivamente decollata, grazie anche a parti importanti in altri franchise celebri come la saga dell’Agente 007 (Spectre, 2015) e Blade Runner 2049 (2017). Nel 2019 recita poi al fianco di Jodie Foster in Hotel Artemis e a quello di Sylvester Stallone in Escape Plan 3-L’ultima sfida.
John Cena
John Cena è probabilmente il wrestler più celebre degli ultimi vent’anni soprattutto qui in Italia, poiché fu il volto della WWE nel periodo di massima popolarità dello sport-spettacolo nella nostra penisola. Forte nei promo soprattutto con addosso la catena e la canotta da rapper del “Doctor of Thuganomics”, Cena si è poi spostato verso una gimmick più family friendly, quella del marine. Molti film che lo vedono protagonista sfruttano proprio la sua vicinanza al mondo militare.
La carriera del John Cena attore inizia nel 2006 con Presa mortale, una produzione WWE Films così come i successivi 12 Round (2009) e Legendary (2010). Altre case produttrici lo scritturano invece per commedie di scarso successo come Un disastro di ragazza e Le sorelle perfette (2015). Costellata di film non proprio di primissimo piano, l’epopea cinematografica di Cena potrebbe comunque tornare in ascesa: è del 2018 la sua partecipazione al franchise dei Transformers con Bumblebee e molto più recente l’annuncio che lo vede nel cast del nono capitolo di Fast and Furious.
Gli altri
La storia del wrestling è piena di lottatori che hanno provato il grande salto verso il cinema, interpretando ruoli che andassero al di là del proprio personaggio sul ring. Il successo non è sempre garantito, anche a fronte dell’amore del pubblico. “Macho Man” Randy Savage, per esempio, figura nel primo Spider-Man di Sam Raimi (2002), ma la sua apparizione è così fugace che si stenta a riconoscerlo. Persino “Stone Cold” Steve Austin, capace di segnare un’era del wrestling indelebilmente, non è andato oltre parti secondarie in film comunque importanti come I mercenari-The expendables (2010). Nel genere horror hanno invece trovato casa, anche se per breve tempo, Kane e “Rowdy” Roddy Piper: il primo nella saga di See No Evil (2006, 2014) e il secondo nel celebre Essi vivono (1988) di John Carpenter. Oggi WWE Films sta cercando di lanciare un’altra stella nel firmamento, quella di The Miz, che per molti versi raccoglie l’eredità di John Cena. Presa mortale-Il nemico è tra noi è del 2013, seguito dai capitoli successivi della saga The Marine 4: Moving Target (2015), Presa mortale 5-Scontro letale (2017) e The Marine 6: Close Quarters (2018).
Wrestling e Hollywood vanno a braccetto da sempre, ma solo in alcuni casi il loro rapporto ha generato film davvero memorabili. La difficoltà sta forse nel mettere in scena qualcosa che è già finzione di per sé e tentare di renderlo credibile. Per quanto riguarda i lottatori, anche quelli più affermati nel mondo della celluloide possono ancora affinare le proprie qualità. Accettare la sfida di un ruolo diverso può consacrare definitivamente il loro talento.