Yesterday: il nuovo film di Danny Boyle, tra retorica, intrattenimento e un mondo senza Beatles

Era il 1984 quando nelle sale cinematografiche italiane usciva Non ci resta che piangere, di Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Catapultato nel “Mille e quattrocento quasi Mille e cinque”, il Mario di Troisi tentava di far breccia nel cuore della Pia interpretata da Amanda Sandrelli, facendo sua una canzone dei Beatles: Yesterday.

Veniamo adesso al 2019. Quella stessa idea, per caso, ispirazione o semplice omaggio, solletica anche la mente di Danny Boyle, che addirittura usa Yesterday per titolare il suo nuovo film (al cinema dal 26 settembre).
Cosa fareste voi, musicisti e cantanti di scarsissimo successo e ad un passo dal dover abbandonare i vostri sogni, se una mattina vi svegliaste in un mondo senza i Beatles?


È quello che si è dovuto chiedere Jack Malik (Himesh Patel), quando durante un blackout mondiale di 12 secondi è stato travolto da un bus, svegliandosi il giorno dopo in un letto d’ospedale, per fortuna senza aver riportato grosso danni a parte qualche acciacco e aver perso due denti.

Non gli è ben chiaro cosa sia successo in quei pochi istanti, ma quel che è sicuro è che i Beatles, in questo nuovo mondo, non sono mai esistiti. Dopo lo shock iniziale, una balzana idea gli frulla per la testa; del resto è l’occasione a far l’uomo ladro…

Ma riavvolgiamo un attimo il nastro e premiamo di nuovo play.
Prima dell’incidente e del blackout, Jack era un ragazzo con una grande passione per la musica, maturata sin da bambino, e il suo scopo era sempre stato quello di sfondare nel settore, diventare una star. Per coltivarlo, lavora part-time e controvoglia come magazziniere in un supermarket, professione che gli consente di spesarsi per perseguire i suoi sogni di successo, a cui ormai sembra non credere più nessuno, nemmeno se stesso e la propria famiglia, tranne Ellie (Lily James): amica di sempre, manager, e segretamente innamorata di Jack sin da quando erano bambini.

Adesso, dopo l’incidente, Jack Malik è un uomo di fronte ad una grande chance. Sembra essere il solo a ricordare l’esistenza dei Beatles e le loro canzoni, e per di più sa anche cantare e suonare. Chi avrebbe rinunciato ad un’occasione così?

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Quel furbacchione di Danny Boyle

Più volte ho reputato Danny Boyle un furbo, per non usare altri termini. Dopo aver trovato, con meriti e fortuna, il successo con Trainspotting, ed aver sfruttato l’effetto DiCaprio per The Beach, ha saltellato tra film indovinati e alcuni non particolarmente riusciti, ma di certo non possiamo non battergli le mani per The Millionaire, una pellicola fatta su misura per l’Academy e che forse ha ottenuto persino più riconoscimenti di quelli che lo stesso Boyle si augurava.

I film successivi non sono andati altrettanto bene ed allora era il caso di provare a riscaldare la minestra Trainspotting, con un T2 che più che pervaderci di nostalgia ci ha trasmesso amarezza.
Ora invece è arrivato Yesterday, che tra pregi e difetti possiamo sicuramente etichettare come un film furbo. Furbo perché è una storia che non può non piacere, per certi versi anche testata e quindi Boyle è andato a colpo sicuro.

Proprio come ha funzionato alla perfezione Bohemian Rhapsody, la carta Beatles è un passe-partout per entrare nel cuore del pubblico, ed è per questo che Boyle si serve di uno specialista dello script come Richard Curtis, che ha nel CV I Love Radio Rock e un bel po’ di commedie romantiche. A Danny Boyle serve una commedia romantica con la musica a fare da sfondo: perfetto, no?

Sicuramente sì nell’ottica del regista e – verosimilmente – del box office, ma di certo Yesterday non è così diverso dalle commedie dalle quali cerca di prendere le distanze. Eppure sembra intriso di un fascino particolare, poiché la retorica del Ieri era meglio di oggi non soltanto funziona inevitabilmente se ci metti in mezzo i Beatles, ma tutto diventa più ammaliante grazie alle doti da incantatore di Boyle.

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Nel nuovo mondo in cui vive il suo Jack Malik non manca soltanto il leggendario gruppo di Liverpool, ma sono scomparsi pure gli Oasis, la coca-cola, Harry Potter e tutto quello che il ragazzo amava di più.
Quindi la domanda si estende ulteriormente, prendendo una nuova forma, e diventa: cosa faresti, se domani sparissero molte delle cose che ami?

Qui l’opera di Boyle cambia registro, perché il suo protagonista adesso deve fare i conti con i sogni che sta inseguendo da una vita, e soprattutto capire quale vita voglia vivere.
Ed ecco che quel “Yesterday” assume un significato diverso, più profondo del titolo derivato da una canzone plagiata, ma diventa il mondo che Malik aveva prima del blackout, prima del successo, prima di diventare un star.
Era davvero così brutto? O meglio, questa nuova vita, con tutte le rinunce personali a cui è costretto a fare per accumulare soldi e diventare un cantante affermato è quello che desiderava? Ne vale davvero la pena, o forse era meglio il mondo come era ieri?

Yesterday e i rimandi del cinema di Boyle


Retorica stucchevole e format dell’intrattenimento
, questo è certamente Yesterday ad una analisi cinica e razionale, eppure la formula scelta da Boyle funziona ancora una volta, e ancora una volta ha capito come fregare il sistema.

Peraltro è particolare il caso della scelta operata sul protagonista, per cui è impossibile credere ad una fatalità. Qui Hamish Patel interpreta Jack Malik, ma vi ricordate come si chiamava il protagonista di The Millionaire? Jamal Malik; e a calarsi nei suoi panni fu Dev Patel.
Nessuna parentela, eppure resta un elemento che incuriosisce, coadiuvato dal modo di fare dei due protagonisti sulla scena, che tende a somigliarsi.

Chi non somiglia a nessuno ma è fortunatamente se stessa è invece Lily James, a cui comunque Curtis e Boyle danno il nomignolo di Ella, come la Ella che l’attrice aveva interpretato in Cenerentola.

Fantastici anche i personaggi secondari, come Rocky (Joel Fry) e Debra (Kate McKinnon) l’agente di Jack, e soprattutto suo padre, il cui tempismo nell’essere sempre fuori luogo ci fa fare qualche risata.

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Per il resto, se vi state chiedendo perché dovreste vedere Yesterday, il motivo è che sostanzialmente è un film che intrattiene e sa farlo nel modo giusto, facendo letteralmente volare 1 ora e 50 di proiezione.
Come i cittadini di questo nuovo mondo dovete soltanto mettervi comodi e gustarvi il viaggio, accompagnati da canzoni fantastiche e una storia in cui non dovete credere.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.