La prima parte di You 4 ci consegna cinque episodi che, nonostante qualche piccola modifica, percorrono comunque il sentiero tracciato dai precedenti. Ma in fondo è giusto così
Come dicevo in un recente podcast di Cine Wildlife, You è davvero una delle serie TV che rappresenta al meglio lo spirito del guilty pleasure. Questo termine orribile, nella sua traduzione fedele di piacere colpevole, trova la sua fulgida applicazione in prodotti come questi, ovvero non impeccabili da svariati punti di vista tecnici, che tuttavia svolgono perfettamente il compito che una serie televisiva dovrebbe essere assolvere: intrattenere.
Ed è così che, dopo 4 stagioni, You resta ancora uno dei serial più visti su Netflix e che vanta una folta schiera di fedelissimi, pronti a guardare i nuovi episodi non appena distribuiti sulla piattaforma.
Dal 9 febbraio è infatti disponibile sulla N rossa la prima parte di You 4, ovvero i primi 5 episodi, mentre i successivi saranno distribuiti a marzo.
Dove ci portano stavolta le avventure di Joe Goldberg (Penn Badgley)? E soprattutto, possiamo ancora chiamarlo così?
Guai a farlo, poiché il nostro protagonista è stato ormai costretto a cambiare luogo e soprattutto identità, per fuggire dal suo scomodo passato. Ora è Jonathan Moore, un professore universitario che vive a Londra.
Come al solito, le premesse iniziali sono quelle di una vita tranquilla, senza mettere in pericolo sé stesso e gli altri, cercando nel lavoro e in una placida routine un rifugio sicuro.
Ma sappiamo bene che questo fragile equilibro è destinato a infrangersi ben presto, altrimenti non avrebbe senso continuare a guardare lo show. L’occasione per finire nei guai arriva quindi, suo malgrado, dall’insistenza del suo vicino di casa nonché collega Malcolm (Stephen Hagan), professore ma proveniente da una famiglia ricchissima e facente parte di una cerchia elitaria in cui troviamo giovani famosi e di estrazione nobiliare.
Il primo omicidio non tarderà ad arrivare. Ma anche stavolta è Jonathan il colpevole?
Arrivati alla quarta stagione, You prova a cambiare un po’ le carte in tavola, senza tuttavia stravolgerle, ma dando semplicemente un nuovo input alla storia, il che è ovviamente un pregio. Nonostante l’animo ossessivo di Jonathan rimanga una costante e una bestia da tenere sopita, la dinamica dello stalking iniziava a stancare, pertanto era importante virare su qualcosa di leggermente diverso.
Lo sanno bene gli showrunner, che conoscono la natura formulaica di questo tipo di gialli, a cui fanno chiaramente riferimento nella seconda puntata, giocando con la propria essenza e con gli stereotipi.
Entriamo quindi in questo mondo elitario a là Anatomia di uno scandalo: “The Crown girata da Guy Ritchie”, afferma Jonathan in un momento quasi metacinematografico. Anche no, sosteniamo con forza, ma come al solito a suo modo lo show riesce a funzionare. You 4 mette in atto il classico enigma della camera chiusa, in forma seriale, e anche se il colpevole è fin troppo ovvio già dalle prime battute, la serie ti fa andare avanti con curiosità, per scoprire dove vuole arrivare davvero.
Potremmo anche menzionare il discorso sull’accusa al classismo dell’aristocrazia britannica, ma sarebbe davvero un esercizio sterile, dal momento che appare più come il pretesto per raccontare questo whodunnit di intrattenimento che un reale motivo di critica sociale. Nella seconda puntata c’è anche qualche sequenza squisitamente gore, o comunque ben più gore rispetto al passato.
La seconda parte di questa quarta stagione ci consegnerà nuovi sviluppi, ma dopo tutti questi episodi abbiamo capito una cosa, ovvero che è inutile ormai chiedersi se You sia una buona serie o meno, quanto contino i suoi difetti e se superano realmente i pregi. L’importante è godersi l’intrattenimento.