Storia di naufraghi e cavalieri
La storia videoludica di YS è lunga e per certi versi travagliata (soprattutto per noi giocatori occidentali). Per molti di voi, soprattutto i più giovani, il titolo può sembrare quanto mai sconosciuto, tuttavia parliamo di una saga il cui capostipite risale al lontano 1987, che tanto per dire è lo stesso anno del primo capitolo di Final Fantasy. Capirete da soli che non stiamo parlando di un titolo qualunque, ma di una serie con una sua storia e una sua importanza. Ys VIII: Lacrimosa Of Dana è a conti fatti l’ottavo capitolo ufficiale, prendendo però in considerazione i vari spin-off, e le tante, tantissime, riedizioni di capitoli precedenti il numero supera tranquillamente la dozzina. Lacrimosa of Dana, che ci apprestiamo a recensire oggi, è in realtà giunto in sol levante più di un anno fa e, come vi illustreremo tra poco, ha riscosso un buon successo tra critica e pubblico.
YS tra le sue caratteristiche principali, annovera la presenza dello stesso protagonista in tutte le edizioni, tale Adol Christin, giovane avventuriero sprezzante del pericolo e sempre pronto a dare una mano dove serve, per sconfiggere mostri, salvare regni e principesse… Insomma, Adol è il prototipo dell’eroe, spesso dal passato burrascoso e costellato da duelli. Egli, oltre che da protagonista, fungerà anche da voce narrate, spiegando avvenimenti passati e fornendoci alcuni retroscena che, nel quadro generale, andranno ad inserirsi in una narrazione tutto sommato ben scritta.
Lacrimosa of Dana si apre proprio con Adol imbarcato sulla “Lombardia”, maestosa nave che – ahinoi – come da canone del genere verrà presto distrutta dal Kraken di turno. Gli avventurieri si ritroveranno su un’isola apparentemente deserta e inospitale, costretti ad arrangiarsi alla bell’e meglio per sopravvivere. Questo rappresenta la prima vera grande novità di Lacrimosa of Dana: arrivati sull’isola il capitano della nave ci chiederà di esplorare l’isola e trovare superstiti in modo da cooperare insieme per poter in qualche modo scappare via. Espediente narrativo apparentemente banale che si amalgama alla perfezione con una meccanica di gioco molto simile a quanto visto in quel gioiello mai troppo compianto di Suikoden. Grazie all’aiuto dei superstiti riusciremo a costruire un piccolo avamposto, il Castaway Village, che fungerà essenzialmente da “hub” centrale ma la cui gestione non sarà assolutamente statica. Ogni superstite avrà un ruolo specifico in questa piccola società, ecco quindi che assistendo gli NPC giusti compariranno locande, forge, negozi e tante altre attività non solo utili ai fini narrativi ma anche a quelli ludici. Trovata che di per sé non fa gridare al miracolo, sia chiaro, di impostazioni del genere ne abbiamo già viste, tuttavia in YS è quasi una novità per la serie e qui, specificamente in Lacrimosa of Dana, è inserita alla perfezione.
Meccanica che si sposa egregiamente con l’altro nostro compito: esplorare l’isola. Girovagare tra spiagge, montagne, pericolose cavarne e compagnia cantante è quasi sempre appagante e incredibilmente intuitivo. Nonostante il level design generale non sia poi così minuzioso, vi ritroverete area dopo area in quel classico loop videoludico di “ancora uno e poi smetto”. Inoltre, sempre parlando dell’esplorazione, vi è una meccanica che ricorda molto i gadget di Zelda: esplorando l’isola ci imbatteremo spesso in ostacoli apparentemente insormontabili. Ecco quindi che per l’ostacolo giusto ci vuole il gadget giusto, meccanica che anche qui non rappresenta nulla di nuovo ma regala comunque una buona dose di appagamento videoludico. In tal senso il pericolo di un eccessivo e logorante backtraking c’è, ma per fortuna gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire dei “cristalli” che fungono sia da checkpoint che da teletrasporto. Sia l’esplorazione che la meccanica dei superstiti si attestano su livelli altissimi, regalandoci un titolo che come ampiamente detto non vuole per forza di cose essere innovativo ma preferisce puntare sulla stabilità e sull’ottima gestione delle fasi di gioco, con una precisa alternanza tra dialoghi, combattimenti, esplorazione e gestione. Tutto molto bello, ma la storia?
Difficile riassumere in poche parole la trama di Lacrimosa of Dana, iniziamo sicuramente col dirvi che qualora vi affacciaste alla serie per la prima volta, non avete nulla da temere. I titoli sono sì legati tra loro, ma si tratta per lo più di rimandi e citazioni piuttosto che di una vera e propria continuity unica. Oltre che dover portare a casa la pelle, Adol avrà come sua preoccupazione degli strani sogni. Di notte il protagonista lascerà spazio, attraverso i le suddette fasi oniriche, ad una misteriosa ed affascinante sacerdotessa del Regno di Eternia; la cosa, ovviamente, per non rovinarvi nessuna sorpresa, è direttamente legata alla misteriosa isola su cui Adol e compagni sono sbarcati. Non volendo aggiungere poi troppi dettagli, vi diciamo che sul profilo narrativo il lavoro svolto è davvero buono, con un ritmo mai troppo frenetico ed adeguatamente spalmato all’interno delle circa trenta ore di gioco. Certo, anche qui non ci troviamo di fronte alla perfezione, ma vi assicuriamo che la trama, anche grazie ad alcuni intelligenti colpi di scena, non vi deluderà.
Let’s Fight
Il vero cuore pulsante di Lacrimosa of Dana, risiede inevitabilmente nei combattimenti. YS, da ormai parecchi anni a questa parte, così come tanti esponenti del genere, ha abbandonato parzialmente le meccaniche ruolistiche avvicinandosi di più ad un hack ‘n’ slash, scelta che molti giocatori di lunga data sicuramente non appoggiano ma che in compenso ci regala un’esperienza di gioco sempre dinamica e divertente. I combattimenti ad uno sguardo fugace possono sembrare quasi banali, poco tattici e troppo automatizzati. Se da un lato è vero che la velocità e l’immediatezza sono punti essenziali delle battaglie è anche vero che grazie alle tante abilità a disposizione e i diversi tipi di attacco base, c’è comunque una buona componente strategica. Non vi aspettate comunque di dover pianificare attentamente le battaglie, ciò che vi sarà richiesto è essenzialmente seguire il percorso di sviluppo dei vostri personaggi e scegliere attentamente quale attacco speciale è più opportuno utilizzare a seconda del nemico che vi si para davanti. Nel complesso, quindi, combattimenti veloci e una gestione sì interessante ma non troppo complicata fanno di Lacrimosa of Dana un perfetto mix di classicità e innovazione, riuscendo ad accontentare sia i giocatori di vecchia generazione che i neofiti del genere.
Altra novità piuttosto interessante è la presenza di alcune battaglie chiamate Interception, una sorta di tower defense appositamente pensato appositamente per il Castaway Village. Nell’ottica di dover sopravvivere su di un’isola ostile e pericolosa, trova anche senso sotto il profilo narrativo che vi siano sporadici assalti da parte dei mostri più disparati, intenti al radere al suolo il nostro villaggio. Il nostro compito non sarà semplicemente quello di sguainare la spada e darci alla mattanza più assoluta, bensì di allestire un vero e proprio campo di battaglia, con trincee, catapulte e altri strumenti utili a fermare l’avanzata nemica. La modalità di per sé non è realizzata alla perfezione, ma offre comunque un’ottima divagazione dalla normale routine.
Verdetto:
YS VIII: Lacrimosa of Dana è un gioco di ruolo solido e ben sviluppato. Alcune piccole novità per la serie più tutti i meccanismi conosciuti, visti e apprezzati in passato fanno di questo capitolo un titolo capace di appassionare sia i giocatori più navigati che quelli meno esperti e avvezzi al genere. La gestione dell’esplorazione e della ricerca dei superstiti è ottima, quasi mai fuori posto e riesce sempre a tenere l’attenzione del giocatore ai massimi livelli. Sui combattimenti ormai YS è una certezza: velocità, frenesia, semplicità unita ad un minimo di tatticismo, quel giusto compresso difficile da trovare altrove, e soprattutto difficile da trovare di questa qualità. Chiude il quadro un comparto tecnico purtroppo sottotono, ma considerando che è uscito più di anno fa ed è comunque un titolo che gira anche su PS Vita ci sentiamo comunque di non essere poi troppo severi in tal senso. Per concludere: se vi piacciano i giochi di ruolo, o anche se non avete mai giocato uno, Lacrimosa of Dana vi farà sicuramente felici.