Prodotto dai ragazzi catanesi di Rimlight Studios, e scaricabile gratuitamente da Xbox Live come Game with Gold del mese di Gennaio, Zheros è un picchiaduro a scorrimento veramente “old-school”, tanto negli aspetti positivi quanto in quelli negativi.

Ispirandosi ai cult del genere, infatti, Zheros è un gioco che punta all’essenziale, senza troppi fronzoli. C’è praticamente una sola cosa da fare: picchiare. Nei panni degli Zheros, Mike e Dorian, il giocatore dovrà semplicemente farsi largo con le maniere forti tra le orde di nemici agli ordini del malvagio Dottor Vendetta, ben determinato a portare a termine i suoi diabolici piani.

Zheros è tutto qui: button smashing ignorante, tanto divertente quanto ripetitivo, alla lunga, ma comunque capace di mettere in difficoltà anche i videogiocatori più esperti, se non dal punto di vista dell’approccio “strategico” al combattimento, almeno da quello della sfida rappresentata dalla spesso soverchiante quantità di nemici da affrontare.

Andando più a fondo della questione, è bene analizzare gli elementi che fanno di Zheros un titolo comunque di buona qualità. A partire dalla formula di gioco che, come già detto, ricalca praticamente alla perfezione quella dei più riusciti ed iconici picchiaduro a scorrimento del passato, quelli da cabinato, per intendersi. Dice niente Final Fight?

Esattamente come accade in altri picchiaduro a scorrimento, il giocatore può decidere di controllare un personaggio di una rosa ristretta. In questo caso, i personaggi, come detto, sono solo due, che si differenziano semplicemente per lo stile di combattimento: basato tanto sulla forza ed i pugni quello di Mike, il personaggio maschile, quanto sulla velocità ed i calci quello di Dorian, il personaggio femminile. Entrambi sono dotati di uno scudo in grado di riflettere i colpi delle armi da fuoco nemiche, e, a loro volta, di un’arma da fuoco utile nelle situazioni in cui si renda necessario tenere a distanza un nemico o venire fuori da una mischia che si sta facendo pericolosa. Entrambi i personaggi possono saltare e schivare i colpi dei nemici, oltre che, ovviamente, e soprattutto, attaccare a mani nude, sferrando colpi veloci, pesanti e caricati, da inanellare senza soluzione di continuità per legare combo con cui far lievitare il punteggio, attraverso cui, alla fine di ogni livello, il giocatore può potenziare i colpi a mani nude (sbloccando ogni volta una nuova serie di colpi sempre più complessi, elencati nella classica lista mosse), quelli dell’arma da fuoco e lo scudo del personaggio scelto, in un sistema di crescita tanto semplice quanto fondamentale, nell’economia dell’avanzamento tra i 18 livelli che compongono il titolo, per terminare i quali è sufficiente una manciata di ore, destinate però ad aumentare nel caso ci si voglia cimentare alla difficoltà più elevata (una sfida decisamente ardua, considerando la già impegnativa difficoltà intermedia) o nella modalità co-op (solo locale, esattamente come qualche anno fa in sala giochi).

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I livelli in 3D sono caratterizzati da un design piuttosto lineare e consistono, in buona sostanza, in lunghi corridoi solo occasionalmente intervallati da semplici enigmi ambientali utili ad interrompere il ritmo dei combattimenti che si susseguono incessanti, nonché a far “rifiatare” il giocatore, anche attraverso il rifornimento di energia e munizioni.

Il titolo gode di un comparto grafico veramente notevole, colorato e molto moderno, nonché di un design ispirato per ambientazioni e personaggi, ben curati fin nei dettagli. Questi elementi, insieme al gameplay solido, sono sicuramente i più significativi punti a favore del gioco, che, d’altra parte, non presenta un altrettanto interessante comparto narrativo, limitato essenzialmente a brevi (ma divertenti) sequenze mute cui è affidato il racconto della trama e l’introduzione dei personaggi. La scelta è però chiaramente consapevole: sarebbe realmente servito un intreccio complesso, ad un titolo del genere?

Zheros non è comunque un gioco esente da difetti. Tralasciando la ripetitività, che comunque affligge ogni picchiaduro a scorrimento, e che non sarà inclusa come punto a sfavore del titolo, c’è però da segnalare una cura, dal punto di vista tecnico, che non fa il paio con quella riservata alla grafica e al design. Si tratta, più che altro, di piccoli problemi, che non minano in modo particolarmente significativo l’esperienza di gioco, ma possono, in taluni momenti, risultare piuttosto fastidiosi, come quando capita di assistere, durante le fasi di gioco più concitate, e soprattutto quando si affolla un gran numero di nemici in uno spazio ristretto, a cali di frame-rate vistosi, e non proprio gradevoli. Esattamente come non è gradevole vedere gli angoli dell’immagine parzialmente fuori dallo schermo.

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Oltre al comparto tecnico, c’è poi la questione “difficoltà”. Ok, il titolo è stato pensato per essere impegnativo e fornire un alto livello di sfida, ma, proprio per questo, sarebbe stato forse più indicato inserire un tutorial ad inizio gioco, sicuramente utile a chi si avvicina per la prima volta ad un genere che, diciamolo, appartiene più al passato che al presente del panorama videoludico. Allo stesso modo, una migliore gestione dei check-point avrebbe sicuramente diminuito il senso di frustrazione che può sorgere nel momento in cui, dopo aver visto la barra dell’energia svuotarsi, ci si vede costretti , quasi sempre, a ricominciare da capo il livello. Potrebbe anche questa essere una scelta consapevole, ma tant’è, non è sicuramente qualcosa su cui tutti i giocatori possano chiudere un occhio.

Completamente da rivedere, infine, la scelta dei pezzi che compongono la colonna sonora. Diciamo che, anche per via dell’assenza di dialoghi, si possa giocare azzerando il volume della TV senza il rischio di perdersi niente di memorabile.

In ogni caso, è bene ribadirlo, stiamo parlando comunque di una produzione indie, ed è quindi del tutto lecito che l’inesperienza possa aver giocato qualche scherzetto ai ragazzi di Rimlight.

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In conclusione, dunque, non si può non rendere merito alla software house italiana per questo Zheros. Un gioco tanto divertente quanto impegnativo, nonché di grande impatto visivo, capace di offrire un grado di sfida che metterà sicuramente alla prova, soprattutto alla difficoltà massima, non solo il novellino, ma anche il più accanito fan di picchiaduro. Un gioco cui dare una chance, senza dubbio.

 

Flavio Del Fante
Nato a Roma il 29 febbraio di qualche anno fa, fin da piccolo sempre curioso, poco incline a stare zitto e fermo, appassionato di libri, videogiochi e film d'azione, malato di sport, t-shirt, scarpe, George Martin e Tartarughe Ninja, sogno di vivere di scrittura e girare il mondo con lo zaino in spalla. Ci sto ancora lavorando su.